Un accurato lavoro di interpretazione e di regia esalta la pagina goldoniana di “Un curioso accidente” nella versione della Compagnia Diaghilev

L’argomento di questa Commedia non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non ha molto tempo, in una città dell’Olanda. […] quantunque vero, pareva inverisimile, e tutta la mia maggiore fatica fu di renderlo più credibile, e meno romanzesco (Carlo Goldoni).

Un curioso accidente di Carlo Goldoni, in scena per la prima volta nel 1760 senza riscuotere particolare successo, segue il destino di altre commedie che, partite in sordina, nel tempo sono diventate caposaldo della produzione goldoniana, risultando, alla fine, tra le più tradotte e rappresentate (si pensi a “Il servitore di due padroni” e “La Locandiera”). La struttura è quella di un divertissement leggero, ed è proprio la leggerezza che dà a questa pièce una freschezza tutta particolare. Ad essa poi si unisce una velocità vertiginosa nel susseguirsi degli eventi, dei dialoghi e degli espedienti narrativi, e la trattazione di temi ricorrenti dell’arte goldoniana, quali la descrizione delle nuove figure emergenti e ormai dominanti nei mutati contesti sociali (su tutti, i mercanti, protagonisti nella nuova società olandese), il rapporto tra vero e verosimile, la differenza tra la morale ostentata e quella effettivamente praticata. Lo stesso tema del rapporto genitori-figli si tinge dei colori del sotterfugio, del reciproco inganno in vista del raggiungimento del proprio tornaconto, senza tuttavia intaccare il formale e reciproco rispetto dei ruoli. Qui, in particolare, le schermaglie tra padre e figlia rivelano la capacità di entrambi di usare gli altri come marionette di un loro personalissimo e utilitaristico gioco.

Filiberto, ricco mercante olandese, ospita in casa sua Monsieur de la Cotterie, giovane e squattrinato ufficiale francese, ferito in guerra, che si innamora, ricambiato, di Giannina, figlia del padrone di casa. Ben consapevole che suo padre non acconsentirebbe mai alle nozze con un pretendente nobile di stirpe, ma cadetto e nullatenente, la giovane donna, pur senza sfidare mai apertamente l’autorità paterna, ordisce una serie di manovre con una scaltrezza tutta femminile. Dapprima riesce a deviare i sospetti di monsieur Filiberto circa un presunto innamoramento dell’ufficiale, suggerendo a suo padre che è la sua amica Costanza l’oggetto di quella ferita morale che Filiberto ha intuito; poi usa per suo tornaconto le stesse parole e gli intenti del genitore, che si adopera per convincere monsieur Riccardo (padre di Costanza, finanziere arricchito in odore di usura) ad acconsentire alle nozze. Riuscirà così a muovere cose e persone giungendo, alla fine di eventi che si ingarbugliano all’inverosimile, non solo a contrarre matrimonio, ma altresì ad ottenere il perdono dell’infuriato genitore, costretto ad accettare suo malgrado la nuova situazione, anche per evitare il dileggio della comunità cittadina, presso la quale gode di un certo prestigio.

Un curioso accidente” è il secondo appuntamento della rassegna Teatro Studio 2023/2024, che la Compagnia Diaghilev curerà presso l’Auditorium Vallisa di Bari, e che vedrà autori come Kierkegaard e Schopenhauer, Sofocle, O’Neill, Majakovskij, Ibsen, Pirandello, Dante e Sciascia. E inoltre un appuntamento al Teatro Piccinni con “Il pranzo di Babette” di Karen Blixen nell’adattamento di Francesco Nicolini.

Che dire del piccolo palcoscenico della Vallisa? La mancanza del sipario, le dimensioni ridotte degli spazi, la prossimità del pubblico che in alcune rappresentazioni letteralmente circonda gli attori; ebbene, la Compagnia ha trasformato una criticità in opportunità, curando sempre, e anche in questa occasione, il dinamismo scenico, usando sapientemente le luci e il buio, la musica, la scenografia scarna. Nicola Santamato è il responsabile tecnico, e i costumi scaturiscono dall’attenta ricerca di Francesco Ceo.

Che dire infine degli attori? Ognuno di loro veste perfettamente il suo ruolo e questo rende davvero pregevole questa produzione, nella quale colpiscono l’intesa reciproca e il ritmo costantemente sostenuto ed elevato. Su tutti Paolo Panaro e Valeria de Santis, (Monsieur Filiberto e Giannina), inarrestabili e a tratti funambolici, ma (non me ne vogliano i protagonisti) è tutto il gruppo che funziona, in una sinergia senza sbavature, senza anelli deboli, senza che uno possa dirsi più o meno incisivo ed efficace rispetto ad un altro. Penso alla scaltrezza di Tiziana Gerbino (Marianna) e Francesco Lamacchia (Guascogna), alla pavidità di Giuseppe Tagarelli (Monsieur de la Cotterie), alla maschera grottesca di Monica Veneziani (Costanza). E penso infine a Roberto Petruzzelli che, con toni asciutti, quasi sottovoce, dipinge in poche battute il personaggio di Monsieur Riccardo regalandogli una compiutezza davvero particolare.

Merito del testo goldoniano, quanto mai efficace e capace di descrivere con apparente semplicità e scorrevolezza sentimenti e contesti, rapporti interpersonali e dinamiche sociali. Ma merito anche di un accurato lavoro di interpretazione e di regia.

Imma Covino
Foto dalla pagina Facebook della Compagnia

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1 commento su “Un accurato lavoro di interpretazione e di regia esalta la pagina goldoniana di “Un curioso accidente” nella versione della Compagnia Diaghilev

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