“Olga – In fuga per le Olimpiadi” di Ellie Grappe: la difficolta dell’Ukraïna attraverso gli occhi di una ginnasta adolescente

L’adolescenza, si sa, è una delle fasi più complicate della vita. Non si è più bambini e non si è ancora adulti. Le scelte sono necessarie ma spesso sono dettate dall’ambiente esterno e il carattere non sempre aiuta. Le strade che la vita ci riserverà di percorrere sono una prospettiva tutta da costruire e, spesso, non dipendono da noi ma sono frutto degli eventi e dall’esempio dei nostri genitori. Dalla loro vita e dalle loro scelte. L’unica cosa che veramente accomuna tutti gli adolescenti del mondo è la necessità della certezza. Dell’elemento cardine sul quale costruire il proprio futuro, la propria personalità. Se poi sei un’adolescente che aspira a grandi successi nella ginnastica  e sei nata in un paese sconvolto dalla lotta politica, vivi enormi contraddizioni che ti lacerano e ti costringono ad un esercizio di sopravvivenza alla ricerca costante di punti fermi.

In questo “Olga – In fuga per le Olimpiadi“, film realizzato nel 2020, come si legge nelle note di regia, Ellie Grappe, giovane regista francese (ha meno di 30 anni), ha costruito la figura immaginaria di Olga sulla base dei racconti di una violinista ucraina degli avvenimenti di Euromaidan.

Perdonatemi ma, per quei pochi che ancora oggi continuano a dimenticarlo, in piazza Maidan nel 2014 il popolo ucraino si ribellò contro lo strapotere e la corruzione dell’allora presidente Viktor Janukovyč che, dopo aver lungamente e crudelmente combattuto i moti di piazza fuggì in Russia. Il movimento per memoria, si chiamava Euromaidan coniugando la parola euro, ovvero la voglia di avvicinarsi all’UE, con Majdan per l’appunto la piazza delle proteste e della rivoluzione.

Grappe, nella costruzione della sua storia, non lascia spazi vuoti. Anche quello che apparentemente sembra un mero intermezzo tra gli avvenimenti è sempre funzionale al racconto o, soprattutto, alla definizione dl personaggio. Il regista, infatti, è molto vicino alla persona creata dalla sceneggiatura. I continui rimandi visivi agli eventi di piazza Majdan non tolgono nulla alla narrazione ma aggiungono realtà all’immaginario personaggio, definendo il percorso di crescita umana di Olga. La scelta di utilizzare la ginnastica femminile rende maggiormente pregnante il viaggio nel personaggio. Sappiamo che le atlete di quello sport sono molto giovani. La nostra Sofia Raffaeli, di cui siamo tanto orgogliosi, è nata nel 2004 ed ha vinto la sua prima medaglia nel 2019, a soli 15 anni. L’oro all around è del 2022. Aveva 18 anni. L’adolescenza sposata con lo stress da traguardo mondiale.

Il regista, quindi, coglie non solo il disagio adolescenziale per gli eventi vissuti dalla nazione, anche attraverso gli occhi di chi ha scelto abbandonare tutto e di dedicarsi alla rivoluzione, ma la volontà di raggiungere il traguardo a cui tutti la spingono.
Fino alla decisione finale.

La scelta degli attori principali, tutti presi dalla realtà, se da un lato toglie professionalità alla recitazione, per altri versi aggiunge sentimento alla rappresentazione. Anastasia Budiashkina, nella parte di Olga, ginnasta ucraina che ha fatto parte della nazionale del suo paese, si muove con naturalezza negli esercizi mentre, e non le si può chiedere di più, meno nel recitativo. Sabrina Rubtsova, nella parte di Sasha, mostra maggiore versatilità nella recitazione e in certi momenti anche una notevole intensità.
Di loro lo stesso regista ha scritto, nelle note di regia: Le ragazze che interpretano Olga e Sasha fanno parte delle riserve del team ucraino. Gli allenatori e alcune delle atlete, incluse Steffi e Zoe, sono invece membri del team nazionale svizzero. Li ho incontrati tutti in fase di scrittura. Con le loro testimonianze dirette ho avuto modo di arricchire la sceneggiatura e di renderla più accurata, nonostante poi i personaggi siano frutto di immaginazione. La cosa che mi piaceva di più di queste ragazze era il loro ideale di perfezione durante il training, ma anche quando invece erano veramente fuori dagli allenamenti: adolescenti in un vortice di emozioni, travolte dalle paure e dai desideri contrastanti. Hanno avuto grande fiducia in me e hanno affrontato il periodo di riprese con un incredibile coraggio.

Le musiche, di Pierre Desprats, rendono bene il senso di attesa e ansia che vive Olga. Così la fotografia, soprattutto degli esterni e della palestra all’alba, di Lucie Baudinaud coinvolge anche emotivamente.

Da memorizzare la scena dell’esercizio finale di Olga, Shine in versione olimpica.
Da vedere.

Marco Preverin

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