“Glass Onion”, secondo film della saga del detective Benoit Blanc, gioca a nascondino con lo spettatore

La storia degli investigatori è ricca dei più svariati personaggi. Dal cacciatore di colpevoli che consuma le sue scarpe lungo i marciapiedi delle grandi metropoli per cercare di inseguire la preda nei meandri della geografia criminale di New York, al commissario francese tutto Quai des Orfèvres e famiglia, oppure il belga eccentrico o il capostipite e re di tutti, l’insano ma geniale Sherlock Holmes.

La prolifica letteratura poliziesca ne ha generato un altro, tale Benoit Blanc, di origine incerta e di stravagante condotta.

Come Holmes ha la necessità di applicare le proprie facoltà mentali a casi sempre più complicati per il piacere di risolverli prima ancora di assicurare il certamente colpevole, normalmente un assassino/a, alla Polizia.

Già nel precedente Cena con Delitto (Knives out – letteralmente coltelli fuori e, più aderente, ai ferri corti), il nostro aveva chiarito un delitto apparentemente irrisolvibile, muovendosi all’interno di una famiglia formata dai tipi piuttosto strambi, interessati molto più all’eredità del ricco defunto piuttosto che alla ricerca della verità.

In questo “Glass Onion“, secondo film di una saga che si preannuncia corposa, Benoit viene portato in un’isola greca (Spetses- isola popolata di vacanzieri ateniesi) in cui un miliardario solo apparentemente eccentrico, in realtà cinico e ladro, ha organizzato una festa per i suoi finanziati e falsi amici, per burlarsi di loro inscenando una cena con falso delitto. Le cose naturalmente non andranno così. Benoit, ça va sans dire, non si farà mai trarre inganno dal malvagio e smaschererà, come si conviene, il gioco del cattivo di turno riuscendo a vincere la partita e assicurare, insieme alla sua complice, il colpevole alle patrie galere. Il tutto condito con una bella isola nella quale sono confinati i personaggi (sta diventando un’abitudine copiare Agatha Christie), stravaganti e cinici. Alla perenne ricerca dei favori del loro anfitrione, per poter godere della sua benevolenza arraffando un briciolo delle sue ricchezze.

Il film va avanti in maniera abbastanza caotica, con salti in avanti e una serie di imbrogli narrativi che pongono l’investigatore sempre un passo, e anche di più, avanti allo spettatore che non dispone mai delle informazioni di cui Benoit è custode, al punto che la regia di Rian Johnson, qui anche sceneggiatore, nell’introduzione dei personaggi oltre che nell’introduzione della storia, sembra rivolgere l’inganno allo spettatore più che al mitico protagonista; infatti se, come si scoprirà alla fine, avessimo tutti le stesse notizie del detective, il giallo lo avremmo, forse, risolto prima noi.

Lo standard Hollywoodiano, non recente ma più comune, mette insieme un cast di famose – qui non tutte famosissime – stelle di media grandezza, per raccontare una storia apparentemente bizzarra, senza drammi, molta luce, bei costumi, luoghi da cartolina, montaggio non troppo serrato ma neanche lento, musiche tranquille e di accompagnamento. Insomma, tutti gli ingredienti per una commedia di famiglia da cui trarre il massimo profitto con il minimo sforzo.

Piacevole vedere Daniel Craig passare dal ruolo del macho per eccellenza a quello di un distinto, un po’ eccentrico (ma non troppo) e non giovanissimo signore, che vive in coppia con Hugh Grant, pittore, in un semplice ma simpatico cameo. Tutti gli altri (Edward Norton: Miles Bron, Janelle Monáe: Cassandra “Andy” Brand / Helen Brand, Kathryn Hahn: Claire Debella, Leslie Odom Jr.: Lionel Toussaint, Jessica Henwick: Peg, Madelyn Cline: Whiskey, Kate Hudson: Birdie Jay, Dave Bautista: Duke Cody) vanno messi insieme perché nessuno spicca e al tempo stesso nessuno demerita. Tutti sulla linea di galleggiamento che entra ed esce dall’acqua senza mai affondare né spiccare il volo.

Le musiche non sono originali. Sono pezzi conosciuti e fanno da sfondo all’azione senza partecipare. Va segnalata solo Glass Onion dei mitici Beatles che dà il titolo al film:

Come spesso accade i doppiatori riescono a dare spessore a interpretazioni altrimenti piuttosto scialbe. Quindi eccoli

  • Francesco Prando: Benoit Blanc
  • Massimiliano Manfredi: Miles Bron
  • Valentina Favazza: Cassandra “Andy” Brand / Helen Brand
  • Claudia Catani: Claire Debella
  • Simone Crisari: Lionel Toussaint
  • Martina Felli: Peg
  • Margherita De Risi: Whiskey
  • Stella Musy: Birdie Jay
  • Alberto Angrisano: Duke Cody

    Un film senza infamia e senza lode, ma nell’insieme non spiacevole, per le serate in casa di famiglie non troppo attente.

    Ora lo trovate solo su Netflix.

    Marco Preverin

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