La magia del capolavoro cinematografico “Billy Elliot” rivive al Teatroteam di Bari grazie alla regia di Massimo Romeo Piparo e all’interpretazione di Giulio Scarpati, Rossella Brescia e il giovane Emiliano Fiasco

“ – Billy, posso chiederti quali sensazioni provi quando danzi?
Non so, all’inizio sono un po’ rigido. Ma dopo che ho iniziato, mi dimentico qualunque cosa ed è come se… come se sparissi. Come se dentro avessi un fuoco. Come se volassi. Sono un uccello. Sono… elettricità. Già, elettricità.

Faccia un passo indietro chi non ricorda queste parole entrate di diritto nel firmamento della cinematografia, il nome del ragazzo e la tenacia di inseguire un sogno (e realizzarlo); tutto questo è ciò che rievoca nell’immaginario collettivo la meravigliosa storia narrata nel famosissimo film “Billy Elliot”, scritto da Lee Hall e diretto da Stephen Daldry, del 2000 prima e del musical dopo, portato in scena, in Italia, dapprima a Roma al Sistina e di poi a Bari al Teatroteam, da dove è ripartito il nuovo tour diretto ed adattato in italiano da Massimo Romeo Piparo.

Devo ammettere che non è stato facile, al principio, eliminare dalla mente gli interpreti originali, soprattutto del piccolo Elliot e di colui che, in un corpo maturo completamente trasformato e scolpito dal costante e duro allenamento fisico, nella scena finale buca prepotentemente lo schermo per entrare da protagonista sul palco sulle note coinvolgenti de “Il Lago dei Cigni” di Čajkovskij.

I pregiudizi che mi sono portata dietro, non foss’altro per aver visto innumerevoli volte il film, relativi alla certezza di non poter vedere nulla che eguagliasse minimamente la pellicola, sono stati però man mano sgretolati dalle indubbie capacità recitative di Giulio Scarpati, nel ruolo di Jackie Elliot (padre di Billy), e di Rossella Brescia, nel ruolo dell’insegnante di danza Mrs. Wilkinson, in verità un po’ sminuita in queste vesti; ma ciò che ha messo definitivamente in discussione le mie preclusioni mentali, conquistandomi, sono state le doti interpretative e danzanti del piccolo protagonista impersonato dal sorprendente Emiliano Fiasco. L’energia e la spigliatezza del tutto naturale – anche quando ha ballato il tip tap – che ha riversato nel suo ruolo principale ha spiazzato, conquistando tutto il pubblico in sala che ha potuto godere di tanto anche quando le scene si sono brevemente trasferite tra i presenti in sala.

La storia, che notoriamente si apre sugli scorci di una grigia Durham Coalfield – piccola cittadina inglese nella quale la comunità dei minatori sfibrati dal duro lavoro e dai tagli ai salari voluti dalla conservatrice Lady di Ferro, cerca invano di rivendicare i propri diritti scioperando – è ottimamente rappresentata da scene semoventi meccanizzate, capaci di cambiare velocemente ambientazioni e atmosfere, impreziosite vieppiù da un cast di numerosi ballerini che conquistano per simpatia, brio e dinamicità in coreografie vibranti e coinvolgenti, in uno ai costumi che non hanno tradito l’epoca dell’ambientazione.

Certo, la rielaborazione teatrale richiede delle strategie a favore di pubblico che non rendono pedissequa la narrazione voluta nel film, come la trasposizione a metà spettacolo dell’entusiasmante e meraviglioso finale, così anticipando la realizzazione del sogno, ma risulta ugualmente coinvolgente grazie all’espediente cui la regia ricorre degli specchi che occupano a semicerchio il palco, mentre il piccolo Billy balla dando sfogo a tutta tutta la rabbia che ha dentro per via della volontà paterna di volerlo un boxeur, riflettono un Billy adulto in carne, ossa, muscoli e grazia, che danzando quasi specularmente al ragazzino anticipa il suo futuro successo.

Ma nella storia, che non dimentichiamo è ispirata liberamente a quella di Philip Mosley, un ballerino realmente esistito, si muovono tanti altri personaggi caratteristici e caratterizzanti che ci hanno fatto sorridere e riflettere al tempo stesso, come, tra gli altri, l’amico di Billy, Michael, interpretato dal bravissimo e giovane Francesco Perlamagna che ha conferito leggerezza e simpatia al tema dell’omosessualità semplicemente accettandosi senza troppe complicazioni grazie ad un’irrefrenabile ironia, e la nonna di Billy, che prende stranamente vita solo quando rimane sola in casa in compagnia del nipote cui confessa, cantando e ballando in puro stile “old”, le violenze subite dal marito (passato a miglior vita) e l’incapacità e l’impossibilità di contrastarle.

Ci si commuove sulle bellissime e pluripremiate musiche di Elton John, ancor di più nella versione italiana, poiché è indubbia la capacità della nostra lingua di rendere appieno le più piccole sfumature, soprattutto quando si trattano i sentimenti e quando si tratta di veicolare messaggi importanti come quelli rappresentati in questo originale film/musical, ovvero quello dell’identità e l’essere sempre se stessi contro ogni pregiudizio, che si tratti di diventare un ballerino, piuttosto che un pugile, o di identificarsi in una sensibilità femminile piuttosto che in quella maschile.

A dirla con le parole dello stesso Piparo : “Billy Elliot è un capolavoro, una formula perfetta: una storia di coraggio, volontà, leggerezza, esattamente un paradigma di ciò che servirebbe oggi ad ognuno di noi. Coraggio, volontà e leggerezza sono le caratteristiche che possono aiutarci ad affrontare questo strano repentino cambiamento che sta caratterizzando il terzo decennio degli anni duemila. La storia di Billy affonda le proprie radici negli anni 80 del passato millennio ma alcuni temi sono assolutamente coincidenti con istanze dei nostri giorni. Ennesima dimostrazione che certe dinamiche rimangono immutate nel tempo nonostante battaglie, sacrifici e rivoluzioni sociali. Ma questo ragazzino- tanto smarrito quanto visionario- con coraggio, volontà e leggerezza, prenderà per mano lo spettatore di ogni età e, tra incanto, ironia e commozione, lo farà volare”.

E così è stato.
Dal Teatroteam usciamo tutti rallegrati e sorridenti, paghi di uno spettacolo che ha incantato, emozionato, e rinnovato in noi il messaggio di Billy: “Non smetterò mai di sognare, avrò forza per vincere, coraggio per non mollare, pazienza per persistere”.

Gemma Viti
Foto di Gianluca Saragò dal sito ufficiale della Compagnia

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