La magia delle voci cattura ancora una volta il pubblico con la IV edizione del “Levante a Cappella Festival”

La mia passione per la musica a cappella nasce da lontano. Da bambina adoravo il Quartetto Cetra: mi mettevano allegria e conoscevo tutte (o quasi) le loro canzoni. Crescendo mi sono innamorata del gregoriano dove la voce, senza strumenti, è protagonista unica. Da adulta con stupore ho scoperto che l’aria sulla quarta corda di Bach, scelta da Piero Angela come sigla di Quark, è eseguita non da un coro supportato da un’orchestra, ma dalle voci sole dei Swingle Singers. Ho amato i Neri per caso, che nel ‘95 hanno sdoganato la musica a cappella in Italia, e poi Bobby Mc Ferrin con la sua “Don’t worry, be happy” (1988). E poi le Black Voices, scoperte per caso.

Ne deriva che un festival dedicato alla musica a cappella non poteva che incuriosirmi e solleticare il mio desiderio di ascoltare i mille modi in cui le voci nude creano armonie sinfoniche e polifoniche, sostituiscono e mimano strumenti musicali e spaziano dal blues al gospel (generi che nascono a cappella), dal rock al pop, al jazz, allo swing. Tutto si può fare con la voce, in un’apparenza di semplicità, gioco e leggerezza, condizione comune a gruppi che possiedono invece una preparazione tecnica altissima e assolutamente rigorosa.

Il Levante a Cappella Festival, con la direzione artistica di Fabio Lepore, in questo senso è una preziosa e unica occasione (almeno per il sud Italia) per gli amanti del genere, e in questi anni ci ha fatto conoscere artisti di fama internazionale, offrendo un cartellone davvero ricco. Mi piace ricordare gli ungheresi Fool Moon, ospiti della seconda e terza edizione, e la ricchezza del programma dello scorso anno, con i B vocal, gruppo spagnolo con una grande vis comica e un repertorio che tocca più generi musicali. E poi i Rock4 che ci hanno regalato, durante il loro indimenticabile concerto, una versione da brivido di Bad guy, di Billie Eilish per voce e “percussioni”. Sempre l’anno scorso abbiamo goduto della raffinata ricerca musicale delle Faraualla, delle cover di De Andrè de Le Nuvole, dei brani scanzonati delle Maramao, per citare a memoria e, nell’ultima serata, dei già citati Neri per caso, accolti e abbracciati in modo quasi commovente dal pubblico.

E anche quest’anno le nostre aspettative (ormai alte, visti i precedenti) non sono state deluse. Le tre serate della quarta edizione, svoltesi, nell’ambito della rassegna “Le due Bari”, all’Arena della Pace ed in piazza dei Mille a Santo Spirito, sono state condotte dai sempre ottimi Valentina Gadaleta e William Volpicella, disinvolti e brillanti anche quando hanno dovuto intrattenere il pubblico in occasione dei ripetuti problemi tecnici e di amplificazione.

Sul palco si sono succeduti sei gruppi diversissimi tra loro per genesi e taglio stilistico.

Da Cuneo i Rebel bit, solidi di una formazione classica, ma proiettati verso sperimentazioni elettroniche e innovazione, che accanto a brani dei Muse, di Cristicchi, Niccolò Fabi, Dalla, Cremonini, 30 Seconds to Mars (una bellissima Walk on Water) hanno proposto brani scritti da loro, cosa abbastanza inusuale nei repertori di questi gruppi che di solito sono composti da cover.

A seguire uno dei gruppi più famosi e longevi (scioltisi di recente, ma di nuovo insieme per questo evento), i Vocal Six, nati nel sud della Svezia nel 1988, con uno sterminato  repertorio di pop e rock, e curiose incursioni nella musica tradizionale svedese.

Nella seconda serata, a Santo Spirito, gli Alti e Bassi, nati a Milano nel ‘94, deliziosi nei brani del Quartetto Cetra e di Lelio Luttazzi, con una raffinata aria retrò. E nella stessa serata gli Intrmzzo, olandesi, insieme dal 2005, che definiscono le loro performance come Vocal Comedy Experience, in un mix di spettacolo e musica. Purtroppo, a mio modesto ma convinto parere, la location di questo secondo appuntamento era assolutamente inadeguata, poco rispettosa e mortificante per le professionalità sul palco. Senza arrivare ad invocare il concetto di sacralità della musica, ritengo assai difficile per degli artisti esibirsi, per esempio, a poca distanza da una giostra in movimento, carica di bambini vocianti (come è normale che siano!). L’impressione è che, a fronte di questa situazione, i due gruppi non abbiano potuto esprimersi al meglio (penso soprattutto agli Intrmzzo, spettacolari e divertentissimi in altre occasioni).

La terza serata é stata aperta dal concerto dei padroni di casa, i Mezzotono (Fabio Lepore, Daniela Desideri, Tanya Pugliese, Marco Di Nunno e Andrea Maurelli), generosi come sempre, che hanno riproposto i loro brani più famosi insieme a due nuovi arrangiamenti, eseguiti per la prima volta, accolti dal pubblico con calore e affetto. E infine gli Opus Jam, gruppo francese che nella prima parte del concerto ha ripercorso con brani di Ray Charles, Prince, Nat King Cole, la storia della Motown, per poi passare a brani come Douce France, Et maintenant, Formidable, nella tradizione degli chansonniers d’oltralpe.

In conclusione, tanti gruppi, diversi fra loro per storia, per stile, per modo di muoversi sul palco. Ed è davvero bravo Fabio Lepore, infaticabile organizzatore,  che riesce a portare al pubblico barese, folto e curioso, artisti di fama internazionale, e imbastisce una trama di spettacolo varia e intrigante, proponendo concerti e gruppi differenti per stile e repertorio. Certo, in alcuni momenti si ha l’impressione che il pubblico colga più il carattere ironico e divertente dei gruppi, piuttosto che la professionalità rigorosa e la tecnica. Ma è bello l’entusiasmo, il clima leggero e disteso che aleggia in queste serate, ed è bello che l’anfiteatro si sia riempito completamente, che la curiosità abbia mosso tante persone, che la partecipazione sia stata calda.

L’augurio è che attraverso questo festival si possa conoscere e apprezzare sempre di più un genere che in altri paesi è più “prossimo”, direi più popolare. Perciò aspettiamo già la prossima edizione, per la quale Lepore dice di avere già alcuni nomi nei desiderata.

Nel frattempo accogliamo l’invito al concerto (gratuito) dei Mezzotono, nella serata del 16 settembre al Parco don Tonino Bello, a Bari. Ulteriore occasione di godere della musica dell’ottimo gruppo pugliese.

Imma Covino
Foto dalla pagina Facebook del Festival

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