Con la dichiarazione d’amore di Walter Ricci nei confronti del Maestro Nat King Cole, si è chiusa la Stagione 2023 della rassegna “Around Jazz” del Teatro Forma di Bari

Ultimo appuntamento al Teatro Forma di Bari per la rassegna Around Jazz. Una stagione da incorniciare, curata da Michelangelo Busco, che ha visto avvicendarsi sul palco artisti poliedrici e generosi, con repertori dal jazz più puro al pop, al soul, alla black music.

Serena Brancale in apertura, e poi Karima, Fabrizio Bosso, Mario Rosini, Lady Blackbird: una serie di sold out e un pubblico attento, partecipe ed entusiasta. E anche l’ultimo appuntamento è stato un incontro, un abbraccio festoso grazie a Walter Ricci che ci ha regalato una serata all’insegna dell’energia e della passione, in questo Walter Ricci sings Nat King Cole, una dichiarazione d’amore nei confronti del grande crooner ma anche una interpretazione tutta personale dei suoi brani più famosi.

Quello che colpisce fin dalle prime note è l’entusiasmo, la solarità esplosiva e travolgente, la capacità di stabilire immediatamente un feeling con il pubblico ammiccando, rendendolo complice e non semplice spettatore. Ricci domina così il palcoscenico, gioca con i molti registri della sua voce, si concede momenti di scat, chiacchiera e racconta di sé, di come è nata la passione per il jazz e per la musica in generale. La formazione è quella classica del trio jazz, con pianoforte, contrabbasso e batteria, e i compagni di viaggio di Ricci sono artisti di grosso calibro: Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria, musicisti che vantano collaborazioni nazionali e internazionali, entrambi versatili e protagonisti in un concerto in cui il jazz si mescola con lo swing e si colora a sprazzi di un raffinato melodico.

Si apre con Sweet Lorraine, L-O-V-E, Unforgettable, eseguite con una grossa energia ritmica e vocale, un po’ meno swingate rispetto alle versioni originali, e poi si prosegue con You don’t know me, e con una versione “partecipata e condivisa” di Quizas Quizas Quizas. Ogni brano è spunto per una digressione, per una variazione, per un dialogo tra gli strumenti. Monna Lisa, nel finale, è una parentesi di dolcezza, ma una bella sorpresa è anche il brano di cui Ricci è autore, Guagliò, una ballata malinconica è un po’ amara su un amore perduto, e altrettanto emozionante è la sua versione di Reginella nel momento scherzosamente definito “di piantobar”.

Ecco, se possiamo permetterci un appunto, vorremmo dire che ci sarebbe piaciuto poter godere più a lungo della musica e della voce, delle digressioni di Rosciglione (deliziosa quella che parte da Monna Lisa per inerpicarsi in un coinvolgente e intenso monologo del suo contrabbasso) e delle esplosioni ritmiche di Ariano.
Grande padronanza della voce, tecnica, ritmo, ma soprattutto libertà nel raccontare jazz e dintorni. Walter Ricci passa con disinvoltura da brani più classici a pezzi meno “puri”, e lo fa con una cifra stilistica tutta personale. Ricordiamo infine che questo viaggio che è appena cominciato e che si svilupperà nei prossimi mesi con una serie di appuntamenti in giro per l’Italia, trova riferimento in un disco in vinile, registrato dal vivo in studio: una formula che diversi artisti stanno recuperando e che restituisce in qualche misura quella autenticità della esecuzione dal vivo.

Dunque una serata che è una festa, un incontro gioioso con un cantante-musicista che sa suscitare emozioni vere attraverso un jazz interpretato e vissuto con grande entusiasmo e passione.
E più in generale una rassegna che ha pescato in territori (diciamo così) limitrofi rispetto al jazz più ortodosso (eccezion fatta per il concerto di Fabrizio Bosso che, pur cantando Stevie Wonder, ha mantenuto il suo rigore stilistico), offrendo l’occasione di scoprire artisti davvero pregevoli (Lady Blackbird su tutti) e di ritrovare voci e personalità di notevole spessore e innegabile talento.

Imma Covino

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