Al via le “Musiche Corsare” dell’associazione Nel Gioco del Jazz con il nuovo gruppo di Fabio Accardi “Feel of drummatiko” ed un annuncio a sorpresa del Maestro Roberto Ottaviano

Al via la seconda edizione del festival Musiche Corsare, sostenuto dal Ministero della Cultura, dalla Regione Puglia e dal Comune di Bari, organizzato dall’Associazione Nel Gioco del Jazz, presieduta da Donato Romito per la direzione artistica di Roberto Ottaviano.

Questa edizione è dedicata alla figura del più importante teorico moderno, George Russell, compositore e band leader, nel centenario della sua nascita. Come Russell è riuscito a stravolgere le regole dell’improvvisazione del jazz, allo stesso modo questo Festival si propone di offrire l’ascolto di artisti e gruppi fuori dai soliti schemi, creando profonde innovazioni. Bisogna pertanto avere un pizzico di curiosità per ascoltare cose non sempre scontate e non accontentarsi di un bagaglio già noto.

Ad aprire la rassegna ieri, giovedì 20 aprile, è stato il gruppo tutto pugliese di Fabio Accardi Feel of drummatiko”, batterista, band leader, docente, che trae ispirazione da alcuni musicisti che hanno fatto la storia della batteria, non limitandosi a dare vita alla “sezione ritmica”, ma cimentandosi anche nella composizione dei brani da eseguire. Sono tanti, ormai, i batteristi che non si limitano ad eseguire musiche altrui e a scegliere il ruolo di accompagnatore. L’elenco è ormai sterminato: da Tony Williams a Jack DeJonette, da Billy Cobam a Peter Erskine, a Mark Giuliana, ai nostri Roberto Gatto o Zeno De Rossi (anche lui ospite del Festival).
Il repertorio proposto si è basato su alcuni brani di, Jack DeJonette, di Peter Erskine, di Tony Williams e Billy Cobam.

Le collaborazioni di Fabio Accardi sono molteplici:  Dave Liebman , Greg Osby, Franco Ambrosetti, Roberto Ottaviano, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Enrico Rava, John De Leo, Rosario Giuliani, Furio Di Castri, Emanuele Cisi, Javier Girotto, Claudio Fasoli, Antonello Salis, Maria Pia De Vito, Maurizio Giammarco, Nicola Stilo, Gianni Basso, Luca Bulgarelli, Fabrizio Bosso, Giovanni Tommaso, Flavio Boltro, Daniele Scannapieco, Paolino Dalla Porta, Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti, ed altri ancora.

I componenti del gruppo sono tutti musicisti pugliesi, giovani e giovanissimi, ormai affermati ed apprezzati per la loro professionalità. Tutti leader di propri gruppi, capaci di camminare sulle proprie gambe, hanno saputo supportare egregiamente il ruolo di Fabio Accardi. Ottimo affiatamento tra tutti. Francesco Schepisi alle tastiere, Gianluca Aceto al basso elettrico, Fabrizio Savino alla chitarra elettrica, Francesco Lomangino al sax tenore e soprano ed al flauto, e Walter Celi alle percussioni, voce ed elettronica.

Come già detto, tutti i brani eseguiti sono composizioni di altri batteristi. Anche il bis, doverosamente, è stato un brano composto dallo stesso Fabio Accardi. In particolare, è stato eseguito un brano di Tony Williams, There comes a time, reso famoso dall’orchestra di Gil Evans in un concerto ormai storico del 1987 (come sottolineato da Accardi), con la partecipazione di Sting, insieme alla voce di George Adams. Lo stesso brano era stato eseguito nello scorso concerto di Maria Pia De Vito al Forma, lo scorso 31 gennaio. Tuti i brani sono stati impreziositi dagli assoli veramente di alto livello di Francesco Schepisi, di Fabrizio Savino, Francesco Lomangino e Gianluca Aceto. Debbo purtroppo segnalare una non perfetta amplificazione per le percussioni di Walter Celi; il suo intervento avrebbe potuto essere più determinante.

La rassegna continua fino a domenica 23 aprile.
A seguire, oggi, 21 aprile, il gruppo “Disorder at the border” con Tobias Delius (sassofonista inglese classe 1964), Daniele D’Agaro, Giovanni Majer e lo sloveno Zlatcko Kaucic e, a seguire, il quartetto de pianista e compositore americano Wayne Horviz “Sweeter than the day”, con Francesco Bigoni, Danilo Gallo e Zeno De Rossi.
Il 22 aprile invece, concerto matutino (ore 11,00) del “MAT trio” con Marcello Allulli, Francesco Diodati ed Ermanno Baron, ed in serata sue set con Danilo Gallo “Dark dry Tears”, con la partecipazione straordinaria del batterista statunitense Jim Black, Francesco Bigoni e Francesco Bearzatti, e a seguire il duo del trombonista svizzero Samuel Blaser e del chitarrista danese Marc Ducret.
Gran finale domenica 23, con un set matutino (ore 11,00) con il solo di Boris Savoldelli (voce ed elettronica) ed in serata il piano solo di Dave Burrell ed il progetto allargato di Roberto Ottaviano, “What Love” che vedrà la partecipazione di Gaetano Partipilo, Francesco Bearzatti e Marco Colonna alle ance, Ralph Alessi alla tromba, Samuel Blaser al trombone, Michele Sannelli al vibrafono, Alexander Hawkins alle tastiere, Danilo Gallo al Basso, Giovanni Majer al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria.
Tutti gli spettacoli al Teatro Forma di Bari.

Lo scrivo alla fine, ma la notizia è stata data all’inizio della serata. Roberto Ottaviano ha annunciato che al termine della stagione lascerà la mano per la conduzione artistica dell’Associazione Nel Gioco del Jazz, per dedicarsi completamente alle sue attività di docente e di musicista in senso puro del termine. In molti in sala siamo rimasti interdetti. In tutti questi anni abbiamo sempre apprezzato il modo in cui ha svolto il suo ruolo. Se le nostre conoscenze hanno avuto orizzonti più ampi, lo dobbiamo a lui, e per questo lo ringraziamo. Ma chissà. Siamo ancora all’inizio della stagione e tutto può succedere. Per ora godiamoci questo Festival che è iniziato nel migliore dei modi.

Nulla sarà dato per scontato in queste performance. Non mancheranno le sorprese. Altrimenti, qual è il significato dell’improvvisazione? Fatevi prendere dalla curiosità. E ricordatevi che ad aprile (esattamente il 30 aprile), L’UNESCO festeggia l’International Jazz Day. Una buona occasione per poter dire: io c’ero.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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