Lo splendido “Autoritratto” in musica di Rita Marcotulli ha inaugurato i “Concerti del mattino” della Fondazione del Teatro Petruzzelli di Bari

“Prova ad immaginare un pianoforte: i tasti iniziano, i tasti finiscono. Tu sai che sono 88. Non sono infiniti loro. Tu sei infinito e su quegli 88 tasti infinita è la musica che puoi suonare. Questo a me piace. Questo sì.” (Alessandro Baricco)

Un viaggio, un’esplorazione, un percorso, soprattutto mentale, in cui il raggiungimento delle tappe programmate, sebbene siano perfettamente definite e finite, non diviene mai definitivo, con ogni meta che, lungi dall’essere punto di arrivo, diviene sempre trampolino per nuovi esaltanti voli. Probabilmente è questa l’immagine più giusta da utilizzare per tentare di spiegare l’evoluzione di taluni artisti, impegnati, per loro stessa innata indole, in una perpetua mutazione, in una infinita trasformazione, che, tuttavia, non si sposa con la negazione, e tantomeno con il ripudio, di un passato che diviene un prezioso fardello, uno scrigno da cui estrarre, a piacimento, luminose schegge di vita, riproponendole al pubblico per trasmetterne emozioni e suggestioni, rendendole nuovamente pulsanti, reali, vere.

È quanto accade ogniqualvolta Rita Marcotulli regala al suo pubblico frammenti della sua irraggiungibile Arte proponendo il concerto di piano solo che ha giustamente battezzato “Autoritratto”, un rito di accecante luminosità e bellezza che si è ripetuto per l’inaugurazione della nuova interessantissima rassegna della Fondazione del Teatro PetruzzelliConcerti del mattino – Grande musica per ricominciare”. Davanti ad una platea affollata quanto attenta, la musicista romana ha ancora una volta dimostrato la sua innata capacità di costruire melodie che, grazie alla sua impareggiabile maestria, alla sua rara sensibilità ed alla sua sterminata conoscenza musicale, non si arrestano nei padiglioni auricolari, ma che, spesso rendendo udibile quel che udibile non è, puntano direttamente al cuore anche del più distratto ascoltatore.

Scorrono così – per lo più – brevi, ma più che suggestivi, episodi di musica di un livello superiore, istantanee impresse nella memoria dietro cui si celano fondamentali pezzi del puzzle non solo della carriera artistica della Marcotulli, ma anche delle nostre stesse memorie, di quegli attimi fuggenti che trovano nelle note la loro più naturale espressione; accanto ai bellissimi brani composti dalla jazzista, tra cui vanno ricordati certamente “Indaco”, “Kainè”, “Antoine Doinel” e “Migulim”, si materializzano capolavori senza tempo quali “Lady Madonna” dei Beatles, “Over the rainbow” di Arlen e Harburg, “Terra mia” di Pino Daniele, con cui ha collaborato a lungo, “Cosa sono le nuvole” dello splendido duo Modugno / Pasolini, “I loves you, Porgy” di Gershwin e il tema d’amore della zeffirelliana trasposizione cinematografica di “Romeo e Giulietta” composto dal ‘nostro’ Nino Rota, cui la Marcotulli dedica un dolcissimo ricordo infantile.

Tutto è in armonia: i suoni, di rara immediatezza e, nel medesimo istante, di elegante ricercatezza, colti nel loro momento di più raffinata poesia, passione ed emozione, scaturiscono fluidi dal pianoforte, non più fine, ma splendido mezzo, strumento utile, anzi assolutamente indispensabile, all’estrinsecarsi delle profondità dell’universo dell’artista, di quel percorso personalissimo e ancora in divenire dalla cifra stilistica altissima e riconoscibilissima che, ad un capo, ha l’insuperabile lezione dei grandi del passato e, all’altro, le divine mani e l’innegabile maestria di Rita Marcotulli, grazie alla quale il jazz si riappropria di tutta la sua suggestiva forza magnetica e della sua essenza stessa, per poi esserci riconsegnato puro, incontaminato, vivo.

Il prossimo appuntamento con la rassegna “Concerti del mattino” è fissato per domenica 29 gennaio alle ore 11.30 con la Petruzzelli Brass Orchestra, diretta da Giovanni Pellegrini e composta da Giovanni Nicosia, Massimiliano Campoli, Sandro Pennacchini, Gianluigi Schirinzi (trombe), Damiano Fiore, Paride Canu, Alessandro Cossu (corni), Bartolomeo Mercadante, Riccardo Fersini, Giuseppe D’Elia (tromboni), Francesco Tritto (euphonium), Nicola Di Grigoli (tuba), Domenico De Palma, Michele Urso (timpani e percussioni). In programma: A. Copland, Cerimonial Fanfare J. Curnow, Fanfare and Flourishes J. S. Bach, Three Chorales G. Gabrieli, Sonata Pian’ e Forte C. Hazell, Three Brass Cats G. Gershwin, Un americano a Parigi D. Short, Cinema all’Italiana (da E. Morricone, N. Piovani, N. Rota) S. Verhelst, A song for Japan L. Anderson, Bugler’s Holiday (arrangiamento D. Short) L. Bernstein, Mambo.

Pasquale Attolico
foto di Clarissa Lapolla photography

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