“Canova: Mito e Bellezza”, la nuova produzione teatrale Ergo Sum: un omaggio all’arte e alla poesia che tocca le corde dell’anima

Continua a guidarci alla scoperta del magico mondo dei Classici e del Mito, la drammaturga e regista Alessandra Pizzi, che dopo aver portato con enorme successo all’attenzione del pubblico anche e soprattutto giovanile un classico contemporaneo come Uno Nessuno Centomila di Luigi Pirandello, ma anche tanti classici antichi e senza tempo come i poemi omerici (Un’Odissea… Infinita, Itaca per Sempre), le Metamorfosi di Ovidio, l’Apologia di Socrate di Platone, torna, con il nuovo lavoro presentato per la prima volta al Teatro Traetta di Bitonto, a condurci nel Mito.

Lo spettacolo “Canova: Mito e Bellezza”, scritto in occasione dei 200 anni dalla morte del grande scultore avvenuta il 13 ottobre 1822, ci porta nell’Ade insieme ad Orfeo in cerca della sua Euridice, troppo presto strappatagli da una vipera che da sempre era nel suo destino. In una emozionante cornice di teatro-danza creata dalla sua fidata collaboratrice Marilena Martina, coreografa ed interprete di innumerevoli spettacoli della produzione Ergo Sum, ed affidata alla stessa Martina ed al performer Leonardo Sinopoli, premiato al concorso “Arte Laguna Prize” di Venezia per la sua performance sulla violenza nei confronti delle persone transgender, un Enrico Lo Verso, sempre magistrale nella sua capacità di toccare le corde dell’anima, e la giovane ma intensa Marial Bajma Riva prestano voce ad Orfeo ed Euridice, al loro amore e al dolore straziante della morte di lei.

Le coreografie della Martina, ispirate per sua ammissione principalmente dal testo, hanno una solida base classica ma si aprono all’innovazione e alla contemporaneità, anche attraverso l’uso dei tessuti e dei veli che fanno da filo conduttore tra Orfeo ed Euridice nel loro dialogo e nel loro cercarsi, inseguirsi e perdersi. I segmenti da solisti mettono in luce i punti di forza dei due ballerini e performer, consentendo a ciascuno di evidenziare le peculiarità dei rispettivi percorsi di ricerca artistica, gli ensemble mostrano un affiatamento già ottimo per una collaborazione avviata così di recente. Il sapiente gioco di luci e colori, che accompagna e sottolinea efficacemente le coreografie nel loro sviluppo, aggiunge ulteriore drammaticità ed intensità alle performance. Le pose finali di ogni segmento danzato richiamano le creazioni di Canova, da Ercole e Lica, a Teseo e il Centauro, agli stessi Orfeo ed Euridice fino alla commovente Amore e Psiche. Incastonata all’interno della cornice di danza che la avvolge in apertura e chiusura, la toccante narrazione della nascita dell’amore di Orfeo ed Euridice, della morte di lei e della disperazione di lui, che rifiuta la perdita patita al punto di scendere nell’Ade per tentare di riportarla in vita.

La sentita interpretazione di Enrico Lo Verso, avvicinatosi anche a questo nuovo personaggio come da più volte dichiarata abitudine “in punta di piedi e con rispetto”, affronta il tormento e la sofferenza di Orfeo con delicato trasporto. Il dolore di Orfeo è composto, non gridato, ma proprio per questo vibrante, intimo e commovente nella sua “lotta” con la intensa e determinata Euridice di Marial Bajma Riva, che in questa rilettura insistentemente e fermamente lo richiama alla necessità di guardare in faccia la realtà della sua morte. Colpisce particolarmente la disperazione di Orfeo che non si rassegna a veder svanire la sua Euridice per quello che ai suoi occhi non è una violazione del patto con gli dei ma solo un evento accidentale di cui non riconosce in pieno la responsabilità.

Alla chiusura del sipario lo spettacolo sembra volato via in un battito di ciglia, e resta l’emozione sospesa che non si accontenta e rifiuta di accettare che la serata debba dirsi conclusa. Nonostante l’elevato livello espresso da tutti gli artisti fin dalla prima, si avverte anche un ulteriore potenziale di crescita che sarà sicuramente interessante esplorare nelle auspicabili numerose future rappresentazioni nel corso dell’anno appena cominciato. Al termine della prima di Bitonto, la serata è stata inoltre impreziosita da un vivace ed interessante dibattito con gli studenti, che ha consentito di approfondire e confrontare le molteplici visioni del personaggio di Orfeo e delle ragioni profonde del suo agire. Si scopre quindi a sorpresa quanto diametralmente opposte siano, nonostante la lunga e proficua collaborazione e la indiscutibile complicità sviluppatasi negli anni, la visione della creatrice Alessandra Pizzi, che “accusa” Orfeo di egoismo e richiama il tema caldo ed attuale del femminicidio, rispetto a quella dell’interprete Enrico Lo Verso che, entrato ovviamente in empatica sintonia con il personaggio, lo difende a spada tratta, insistendo sulla sua innocenza e sulla natura “accidentale” dello sguardo che ha condannato l’amata. Così gli studenti possono raffrontare le due posizioni e scegliere la propria richiamando le rivisitazioni moderne di Gesualdo Bufalino, di Luciano De Crescenzo e di Dino Buzzati, evidenziando un’ottima preparazione ed un livello notevole, a dimostrazione del fatto che, nonostante le frequenti accuse di appiattimento e livellamento della scuola verso il basso, la passione di docenti e studenti per la cultura e l’attenzione alle esigenze dei ragazzi da parte di chi “produce cultura” può produrre eccellenti risultati.

La Spettatrice Inconsapevole

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