“Con la carabina” contro le carie del patriarcato. Così la Compagnia Licia Lanera dirompe nel festival “Il peso della farfalla” fino a domenica 16 ottobre

Farewell to the fairground
These rides aren’t working anymore
Goodbye to this dead town
Until the ice begins to thaw
(“Addio al luna park
Queste giostre non funzionano più
Addio a questa città morta
Fino a quando non inizia il disgelo”)
(“Farewell to the Fairground” – White Lies)
 
La dolcezza, come il tempo, non è un concetto lineare. Può essere la dolcezza dello zucchero, all’apparenza così innocente, in realtà capace di far male, se la sua stucchevolezza si infinge senza che la dolcezza di alcun dentifricio possa lavarne il ricordo. Anche il sangue è dolce, lo impariamo tutte e tutti alla prima goccia che assaggiamo, c’è chi ci fa perfino i dolci. Il ferro è dolce, anche quello di un’arma, il cui deflagrare apre finali che sono tutto fuorché già scritti.
 
È su questa ambiguità che verte la scrittura di “À la carabine” di Pauline Peyrade, che parte dall’episodio di cronaca di un’undicenne violentata dall’amico ventenne di suo fratello, condannato poi per sequestro di minorenne invece che per violenza sessuale, poiché la vittima fu ritenuta consenziente. La Compagnia Licia Lanera imprime al testo tutti gli stilemi di Lanera, che ne cura regia e spazio scenico: un’ambientazione in cui qualcosa di tragico e agitato sembra appena successo, il gusto pulp per le carni macellate e sanguinolente, i dialoghi ringhianti, la veemenza dei corpi.
Lo spettacolo è coprodotto con Polis teatro Festival, con la collaborazione dell’Angelo Mai. Sul palco, sgorgato dalla secret location di un bassofondo cittadino, Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto, che ha dominato la scena praticamente incontrastata. Le luci sono di Vincent Longuemare, il sound design (bello tensivo) di Francesco Curci, i costumi di Angela Tomasicchio, con Nina Martorana come aiuto regista e l’organizzazione di Silvia Milani. È il primo dei tre spettacoli teatrali dell’ottava edizione del festival “Il peso della farfalla” organizzato dall’associazione Punti Cospicui con la direzione di Clarissa Veronico, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bari, del progetto Radiomadonnellenberg, il progetto Urbis, il PON Metro 2014-2020 e la Regione Puglia.
 
I protagonisti non hanno volutamente un nome, perché il male, oltreché banale, può essere anonimo e troppo spesso è impunito, e può annidarsi anche nel contesto infantile per eccellenza, quello di un luna park, dove la felicità è alla portata del prezzo di un biglietto. Ma non è la simulazione di un processo di conquista passiva di inermi, quella di un animale di peluche con una carabina a gommini, essa stessa evocativa della soccombenza di una bambina che non può più difendere se stessa e la sua innocenza dalla violenza penetrativa di un uomo “troppo buono”, che “salutava sempre”, del bravo ragazzo di cui le mamme si fidano? Qui dirompe il plot twist: un alter ego, il cui archetipo abbiamo visto in tante reincarnazioni, dalla Giuditta biblica, fino a Lisbeth Salander e al film “Una donna promettente” di Emerald Fenner. Il fallico ferro passa di mano, il momento del giudizio viene rovesciato, la vendetta si realizza, sognata o compiuta poco importa, fredda o bollente importa ancora meno. Dolce, ecco ciò che importa.
 
Ah! I have kissed thy mouth, Iokanaan, I have kissed thy mouth.
There was a bitter taste on thy lips.
Was it the taste of blood?
… Nay; but perchance it was the taste of love….
They say that love hath a bitter taste…. But what matter? what matter? I have kissed thy mouth, Iokanaan, I have kissed thy mouth.
(“Ah! Ti ho baciato la bocca, Iokanaan, ti ho baciato la bocca. C’era un sapore amaro sulle tue labbra. Era il sapore del sangue? No, ma forse era il sapore dell’amore…dicono che l’amore ha un sapore amaro…ma che importa? Che importa? Ti ho baciato la bocca, Iokanaan, ti ho baciato la bocca.”)
(“Salomé” – Oscar Wilde)
 
I prossimi appuntamenti con il festival “Il peso della farfalla” sono “Con le mani … così lievi che sentivo dolore” (dal 9 al 13 novembre), spettacolo ispirato a Pentesilea di Heinrich von Kleist interpretato da Valentina Bischi su testo di Clarissa Veronico, in anteprima a Bari e successivamente in tournée in Svizzera con la coproduzione del Teatro dei Fauni di Locarno, e infine l’anteprima regionale di “Vivere!” (18,19 e 20 novembre) di Piscopo/Carozzi interpretato da Anna Piscopo.
 
Beatrice Zippo
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1 commento su ““Con la carabina” contro le carie del patriarcato. Così la Compagnia Licia Lanera dirompe nel festival “Il peso della farfalla” fino a domenica 16 ottobre

  1. Dora Intini Rispondi

    Complimenti. Ho visto ieri lo spettacolo di Licia Lanera. E molti aspetti me li ha chiariti il tuo articolo. Grazie

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