Film da (ri)scoprire: “Parlami d’amore” di Silvio Muccino – Il trionfo dell’amore e della vita dopo l’imprevisto, il buio e i silenzi della sofferenza interiore

La storia (Attenzione: sono presenti spoiler)
Il film si apre in una Roma notturna quando due autovetture si scontrano. A bordo (lo sapremo dopo in un ospedale) ci sono Sasha, un ragazzo di circa venticinque anni appena uscito da una comunità di recupero, che ha come unico affetto un cane di nome Oliva che sembra morto e invece è ferito, e Nicole, una matura e bella psicologa francese in piena crisi matrimoniale. Tra i due in attesa in ospedale, nasce subito una intensa complicità che nei giorni successivi si rafforza sempre di più.
Sasha é cresciuto in una comunità di recupero per tossicodipendenti, figlio di due drogati: il padre è morto presto, la madre l’ha abbandonato nella comunità dove Sasha ha trovato una specie di equilibrio. Però lui è lontano dalla vita vera, è estraneo anche dal mondo dei drogati, in quella comunità dove lui, forzatamente, si è formato, unico sano tra i malati. E nella casa-comunità Borgo Fiorito, lui ha imparato a prendersi cura dei dolori della gente e si è affezionato a Riccardo – il capo della comunità – considerandolo alla stregua di un padre. E lì ha conosciuto Benedetta, una ragazzina sua coetanea, figlia di uno dei benefattori esterni, che ogni domenica va in visita a Borgo Fiorito, portandogli una ventata di quel mondo vero che a lui è estraneo e che, in definitiva, gli sembra negato. Sasha si è innamorato di Benedetta (silenziosamente e senza che lei lo sappia), viziata e ricchissima figlia di uno dei benefattori della comunità in cui lui è cresciuto. Sasha, dopo aver ottenuto dal padre di Benedetta l’incarico di restaurare la grande villa di famiglia, sa di non poter amare nessun altra/altro se non Benedetta.

Lo scontro tra le due macchine è stato impressionante. Sasha e Nicole sono vivi per miracolo. E forse questa vicinanza con la morte, forse la necessità di prendersi cura della bastardina Oliva costringe Sasha e Nicole ad uscire allo scoperto, a mostrarsi l’uno all’altra, così come sono. Nicole è una donna che ha passato la quarantina, bella, intelligente, ironica; fuggita dalla Francia dopo il suicidio dell’uomo che amava, ha sposato Lorenzo e ha fatto di tutto per dimenticare chi era e cosa voleva. Si è nascosta alla vita. Ha soffocato i suoi sentimenti. Ha deciso di controllare ogni attimo della sua esistenza. Ha cancellato dalla sua visuale ogni sorpresa. Ma la vita è prepotente. Non tiene conto della volontà degli esseri umani. E Sasha che le chiede aiuto per conquistare Benedetta sembra proprio un nuovo inizio. Nicole acconsente e insegna a Sasha alcuni trucchi di approccio e seduzione.
Il film scorre mettendo in evidenza i drammi interiori dei due protagonisti. Infatti Sasha da una parte è ossessionato dalla paura di fare prima o poi la fine dei genitori, mentre Nicole non riesce a superare il dolore per la perdita del suo primo amore, sentendosi responsabile del suo suicidio. Ma ai fantasmi del passato non si può sfuggire: Sasha è costretto a riaprire i conti con il passato quando nella sua vita si ripresenta Fabrizio, suo cugino ed ex tossicodipendente, che gli chiede del denaro per potersi rifare una vita. Sasha si fa prestare del denaro da Nicole, ma la somma è insufficiente per Fabrizio che lo convince a cercare di aumentare la somma con una partita di poker, conoscendone la straordinaria abilità. Benedetta lo introduce in un giro clandestino di giocatori di poker e alla sua prima sera Sasha vince una grossa somma; Benedetta ne è conquistata e i due iniziano finalmente una relazione che vede Sasha, esaltato, condurre una vita sfrenata e dissoluta, fatta di feste, vincite e sesso. Ma passa poco tempo e Sasha inizia ad avvertire il vuoto dentro sé. Nel frattempo Nicole, che è prodiga di consigli per Sasha per conquistare definitivamente Benedetta, incontra Amelie, la madre di Thierry, che la invita a tornare per un po’ in Francia per cercare di superare il suo dolore. Nicole, dopo aver
riflettuto a lungo, accetta e parte senza comunicarlo a Sasha che, a sua volta, è stato avvicinato nuovamente da Fabrizio, che gli chiede altri soldi; quando Sasha si rifiuta, comprendendo che il cugino ha ripreso a drogarsi, Fabrizio si toglie la vita, buttandosi sotto un’automobile in corsa. A seguito della morte di suo cugino, Sasha é convinto di essere destinato a fare la stessa fine e cerca un po’ di conforto in Nicole, ma invano perché scopre che è partita. restandone deluso e sconvolto. Sasha continua la sua vita folle e durante una partita, essendo ormai a corto di denaro, finisce per giocarsi il suo cane, Oliva, salvo la mattina dopo, tornato in sé, correre a riprenderselo.
Dopo qualche tempo, Nicole torna a Roma e incontra Sasha che si sfoga, riversando su di lei la propria rabbia e la propria frustrazione. I due si lasciano in malo modo, però la tremenda e forse irreversibile lite ha costretto Sasha e Nicole a confrontarsi con i propri problemi, i fantasmi della propria vita. Inevitabilmente, e forse inconsapevolmente, del tutto oggettivamente e separatamente giungono entrambi ad una drastica e parallela decisione: Nicole si separa dal marito e Sasha lascia Benedetta, attirandosi l’odio della ragazza. Sasha giunge poi ad un’altra definitiva e drastica decisione: uscire dal giro del gioco clandestino. Però il giovane ha contratto pesanti debiti di gioco e gli viene imposto di vincere un’ultima partita contro un avversario temibile e sconosciuto. Il suo avversario sarà proprio Riccardo, il padre putativo, colui che lui aveva amato come padre e che aveva abbandonato la comunità Borgo Fiorito senza una spiegazione. Sasha, pieno di rancore, durante la partita accusa Riccardo di essere un vigliacco e di averlo lasciato solo; Riccardo ammette serenamente tutti i propri errori, ma fa notare a Sasha che, continuando a provare rabbia per un passato che non può comunque essere cancellato anziché cercare di guardare avanti, non si sta comportando meglio di lui. Sasha, alla fine, riflette, si rende conto che, se vuole essere veramente libero, deve gettarsi tutto dietro alle spalle e decide di perdere di proposito la partita, chiudendo definitivamente con il poker.
Liberi dalle ombre e dai fantasmi del passato, Sasha e Nicole si scoprono innamorati l’uno dell’altra e trascorrono una notte di intenso amore, nonostante il ragazzo sia visibilmente ammaccato perché era stato quasi massacrato dagli amici di Benedetta che contavano su di lui per la vittoria al poker. La mattina dopo Nicole si sveglia guardando intensamente Sasha che si ridesta provato nel corpo ma non nell’anima. Chiama Nicole e lei gli chiede cosa vuole. Sasha risponde: “Solo Nicole”. Nicole va via, passeggia per le vie di Roma, in preda ai dubbi: sente che la differenza di età tra lei e Sasha è troppo grande e che la loro storia non potrà funzionare. Sasha la raggiunge al cellulare, è a pochi metri da Nicole, le dice di voltarsi dalla “parte giusta”, di parlare al proprio cuore chiedendole di “parlargli d’amore”, proprio come aveva fatto quando l’aveva aiutato a sedurre Benedetta. E liberi dai propri fantasmi del passato, si baciano dolcemente sotto la luce del sole e in mezzo a tanta gente.

Le mie riflessioni
Parlami d’amore” è un film del 2008 con la regia del debuttante Silvio Muccino. Il film è tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso Muccino con la collaborazione della sceneggiatrice Carla Vangelista.
La storia d’amore di Nicole e Sasha è lunga e tormentata, difficile da raccontare quando alle loro spalle ci sono i fantasmi, il buio di un vissuto tragico che ho volutamente raccontato in maniera dettagliata. Sembra una storia di un amore impossibile anche per la notevole differenza di età tra i due protagonisti.
Il film uscì nelle sale cinematografiche italiane il 14 febbraio 2008, non a caso il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. Ed è stato tremendamente “bocciato” dalla maggior parte della critica cinematografica, in questo caso ottusamente chiusa ad intuizioni di comune esperienza e portatrice di un male comune a parecchie firme italiane: il c.d. “radical chic”. Ma a fronte di questo giudizio sprezzantemente negativo ci sono dati inoppugnabili che non possono essere ignorati. Il film riscuote successo se fa, per così dire cassa al botteghino, se risponde alle aspettative non becere del pubblico, se fa ridere, sorridere o piangere gli spettatori, certo non in maniera banale.

Allora via con i dati economici e di affluenza:
1. Il film incassò complessivamente €.7.490.612, classificandosi al ventesimo posto nella graduatoria dei film realizzati in Italia e distribuiti nel corso del 2008.
2. Il film ebbe i seguenti riconoscimenti che non riguardano gli incassi, ma la sua qualità artistica sotto tutti i profili:
2008 – David di Donatello
a) David Giovani a Silvio Muccino;
b) Nomination Miglior regista esordiente a Silvio Muccino
c) Nomination Migliore attrice non protagonista a Carolina Crescentini
d) Nomination Migliore fotografia a Arnaldo Catinari
e) Nomination Migliore canzone originale (Tear Down These Houses) a Skin e Andrea Guerra
f) Nomination Migliori costumi a Maurizio Millenotti
2008 – Nastri d’argento
a) Migliore fotografia a Arnaldo Catinari
b) Nomination Miglior regista esordiente a Silvio Muccino
c) Nomination Miglior produttore a Marco Chimenz, Giovanni Stabilini e Riccardo Tozzi
d) Nomination Migliore scenografia a Tonino Zera
2008 – Ciak d’oro
a) Nomination Miglior opera prima a Silvio Muccino
b) Nomination Migliore fotografia a Arnaldo Catinari
c) Nomination Miglior montaggio a Patrizio Marone
d) Nomination Migliori costumi a Maurizio Millenott

A questo punto, al di là degli incassi e del numero degli spettatori, devo richiamare l’importanza dei premi sopra riferiti che fanno da contrappasso ad una critica cinematografica sciatta e, molto probabilmente, “sensibile” ad altro tipo di valutazione. “Parlami d’amore” non è un capolavoro, soffre di tutte le problematiche delle trasposizioni da un libro, ma il messaggio di Muccino, regista e autore del libro, appare lapalissiano. Mentre Nicole aiuta Sasha a conquistare Benedetta, i due, nella veste rispettivamente di insegnante e allievo, inconsapevolmente creano una sorta di intimità di pensieri e di emozioni che avvengono naturalmente, senza forzature e senza alcun timore. Nicole dice continuamente a Sasha ‘Vivi, Sasha, vivi‘ perché Nicole è consapevole, per la sua esperienza diretta cha ha visto il suicidio del suo primo amore in Francia, che il buio dei fantasmi del passato e quindi il deserto delle emozioni, può portare a ritirarsi dalla vita come è successo a lei. E perché inconsapevolmente con l’insegnamento di vita che dà a Sasha, lei stessa sta ricominciando a vivere.
E’ vero: la vita comincia a scorrere in maniera prepotente, senza regole, senza controllo, senza ubbidire a programmi e a sogni preparati e precompilati. Infatti Benedetta non è più la ragazzina di un tempo, tanto vagheggiata quanto amata. È una falsa sirena che ti chiama surrettiziamente dal buio. E Sasha, seguendo proprio il canto della sua sirena, come fece Ulisse, scopre la propria vera natura, assalita dai fantasmi del passato, dal buio dei propri sentimenti. E senza esserne consapevole, si abbandona a quella sirena e, quindi, alle tenebre del proprio io. E quindi ripercorre, dannandosi, la vita dei suoi genitori, scopre o pensa di scoprire che lui è uguale a loro, é debole come loro. E allora affronta il buio dei propri sentimenti, affronta i mostri del passato che stanno dentro il suo cuore e la sua anima. Ma c’é Nicole che, inconsapevolmente, risulta contaminata in positivo e coinvolta dalla vita di Sasha, che deve aprirsi anche lei al suo vissuto, come ha fatto Sasha, insomma abbandonarsi al presente, guardare alla vita, lasciarsi andare dolcemente, farsi accarezzare e, infine, arrendersi.
Si, arrendersi al presente, significa arrendersi a Sasha perché “Parlami d’amore’ non è altro che la storia della nascita alla vita di Sasha e della rinascita di Nicole. È la storia di un giovane di 25 anni e di una donna di 40 circa che, inconsapevolmente, si riconoscono reciprocamente in tutte le loro fragilità, prima di avere finalmente il coraggio di specchiarsi l’uno nell’altra.

Tracciando la sofferta crescita personale del suo personaggio e quella complessa di Nicole, Muccino, come ha fatto nel suo libro, trasmette nelle scene del film un non indifferente e complesso numero di piaghe sociali e morali che riguardano quello che noi tutti stiamo vivendo. E non soltanto i giovani. Perchè “Parlami d’amore” nel titolo sembra trattare soltanto una questione di amore e sull’amore. Ma il film è questione di amore in misura un po’ complicata, ma è anche un complicato sguardo sulla vita con i problemi sociali che reca con sè, ai quali accennavo prima, e cioè droga, comunità di recupero, famiglie mancate, infanzie violentate psicologicamente, l’assuefazione e la dipendenza al/dal gioco e alcool. E qui non possiamo dimenticare la segnalazione di questa pellicola da parte del Ministero dei Beni Culturali.

Il regista Silvio Muccino, lo ripetiamo al suo esordio, utilizza una tecnica raffinata: il montaggio effettuato con cui “costruisce” la scena d’amore tra Sasha e Nicole, dove vengono scambiati in tempi brevissimi, i fotogrammi dell’azione che cronologicamente si svolge prima con quelli di ciò che invece accade dopo, seguendo l’ordine naturale delle cose; questa scelta tecnica di lasciar indovinare il tutto per lampi, regala momenti di alta e intensa passionalità del rapporto d’amore tra Nicole e Sasha. E non a caso, perché non banalmente si perviene alla scoperta dell’amore che non ha età, che significa, dolcemente e carezzevolmente, la nascita alla vita di Sasha e la “rinascita” a nuova vita di Nicole.
Per sempre.

Nicola Raimondo


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