Nel primo appuntamento con “I Solisti” dell’Abeliano, Roberto Corradino placa la fame di Teatro del pubblico barese

L’emozione di ritrovarsi a Teatro, giovedì 24 settembre, ospiti del grembo accogliente dell’Abeliano e di Vito Signorile.
Inizia con Roberto Corradino e con una dissertazione sul tema della Fame la rassegna I Solisti, il progetto di spettacoli/lezione fortemente voluto dal padrone di casa per i primi 50 anni di attività del suo – e nostro – Teatro inteso come spazio vitale, un ciclo di performance/studio composto da nove appuntamenti, in programma da settembre a dicembre, con gli attori pugliesi più affermati sulla scena contemporanea italiana (https://www.ciranopost.com/2020/09/21/nove-spettacoli-lezione-con-i-migliori-attori-pugliesi-per-i-suoi-primi-50-anni-di-attivita-il-teatro-abeliano-si-regala-i-solisti/).

Per quasi due ore, il solista, il “cuoco“ Corradino, come lui stesso si definisce, introduce lo spettatore nella fucina / cucina della sua arte e del suo sapere.
Così parliamo, riflettiamo, interagiamo con lui, di fame in tutte le sue accezioni e declinazioni: da fame di cibo, che evoca al suo opposto il digiuno, a quella di verità, di giustizia, fino a quella d’ amore.
Roberto Corradino “cucina“ la trama di questa dimensione essenziale di vita, condividendo con lo spettatore, mai come in questa performance partecipe co-protagonista, una carrellata di brani che vanno da Kafka, a Moliere, Shakespeare, per finire con Pirandello.

Nel grembo ovattato del teatro, la voce narrante di Corradino, ora Romeo, ora Enrico IV, ora Alceste, vibra, emoziona, indugia, con gioco sapiente di ritmi ed intonazioni.
Quello che l’esperienza ci lascia è una fame sempre più rinnovata ed intensa di sapere, di conoscenza, così da potersi ritenere raggiunto l’obiettivo del solista di questa sera.
Perché, come dice lo stesso Corradino anche tramite la magnifica interpretazione di una pagina dello splendo “Un digiunatore” di Kafka, “senza fame l’uomo muore. E l’uomo muore di fame … la fame di dire sempre la cosa giusta, di mettermi nei panni dell’altro per capire i miei panni … la fame comica di capire cos’è , senza finzioni“.
Risuona allora nella mente e nel cuore il monito spesso ripetuto, con sorriso inconfondibile e malinconia velata, dall’artista: “a teatro tutto è vero, tutto è finto, ma niente è falso”.
Ecco perché la fame di vita può essere annichilita, a volte, può essere negata, frustrata, violata, ma è sempre vera; ed è da sempre – e deve essere per sempre – anelito fondamentale dell’essere umano.
E il “cuoco” Corradino ci richiama ad averne cura.
Prossimo appuntamento giovedì 1° ottobre 2020, con Nunzia Antonino e le sue Passioni.

Lilli Arbore

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