26 marzo 2020 – Come è profondo il male

Qui dal mare, notiamo il repentino mutamento di alcune vostre abitudini quotidiane sulla terraferma.

In realtà, per noi saraghi & affini, è un bel periodo: ristoranti chiusi e contrazione dei consumi in pescheria, ci consentono di sopravvivere con maggior sicurezza; diminuisce il timore di essere agganciati da qualche amo e facciamo capolino sulle vostre coste per
assistere agli “effetti collaterali” della complicata situazione che state vivendo sulla terra.

Vediamo alcune cose divertenti: state dando spazio alla vostra creatività in cucina, bravi!

Ma, per piacere, “avast” (il riferimento al noto antivirus è puramente casuale) con le focacce, che il lievito di birra è ormai introvabile, quasi come le mascherine e l’alcool.

Avete rispolverato vecchi strumenti musicali con cui accompagnate le vostre canzonette: intendiamoci, a volte siete stonati, non siete tutti Springsteen o Mc Cartney, ma vi ascoltiamo con piacere, finanche quando cantate a squarciagola sui balconi assieme a tutto il condominio. Un piccolo dubbio: ma come minghia è che con questa situazione tragica cantate sempre “Felicità”?

Mai vi abbiamo visti scendere per strada con tanto entusiasmo per buttare la spazzatura o per un fare un salto al negozio.

E vedervi al pc alle prese col lavoro da casa e con le lezioni online, ben curati in volto ma con le pantofole ai piedi, fa un certo effetto.

E che strano le strade vuote, la mancanza di traffico; manco a Nderr a la lanz c’è il solito assembramento: meglio così.

Chi invece non cambia le proprie abitudini sono i soliti noti, quelli che abusano della tastiera con 20/30 post al giorno in una sequenza di invettive e complottismo.
È più forte di loro.
Inimmaginabile il numero di virologi ed epidemiologici spuntati ultimamente tra di voi.
E quanti esperti in situazioni emergenziali e in protezione civile!
Ognuno ha la sua ricetta, alternativa a quella dell’altro.
“Dovevano chiudere tutto, pure gli alimentari e le fabbriche farmaceutiche”. “Ma che dici? Qua è già un mortorio. Hanno chiuso troppo, sembra una dittatura”. 
“Ma com’è che non hanno ancora scoperto il vaccino, con tutte le ricerche che stanno a fare?” “Scusa, giovane, ma tu non eri un no-vax fino a 3 mesi fa?”.
E insomma, cose così: contestare gli ordini, lamentarsi degli altri e ipotizzare complotti internazionali sembra una pratica irrinunciabile.

Ieri, per esempio, è arrivato un sub dalle nostre parti.
Io mi ero riparato in un anfratto sicuro ma lui aveva puntato la mia amica ricciola.
La davo per spacciata quando al sub è suonato il telefonino.
Era un messaggio WhatsApp -rilanciato dagli ambienti di 2 politici, uno lombardo con la felpa e l’altra romana fissata con le zucchine di mare- con un video di un servizio TV di alcuni anni fa che mostrava le tecniche di laboratorio di alcuni scienziati cinesi con cui provavano ad isolare e modificare un vecchio virus.
La fantasia galoppante dei siti noti ha portato a pensare che si trattasse dello stesso virus che oggi state combattendo. Insomma, il sub ha visto il video, si è imprisciato, ha perso la ricciola, che per fortuna si è salvata, ed è tornato a riva gridando frasi sconnesse come: “Guerra alla Cina”, “Prima gli italiani”, “Presidiamo i confini per sparare al virus.”

Insomma gente strana circola da voi.
Non so se, con questi personaggi, vi salverete, cari terrestri.

Lng

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