“Leonardo e il codice del volo”: il nuovo sogno teatrale dell’istrionico Flavio Albanese

Vi siete mai trovati accerchiati da un esercito di bambini nel foyer di un teatro, poco prima dell’inizio dello spettacolo a cui pensavate di assistere?
Io si.
Ed è accaduto al Teatro Abeliano di Bari nel pomeriggio di domenica scorsa.
Ma ero io, o loro, ad essere nel posto sbagliato?

Lo spettacolo era quello giusto: “Leonardo e il codice del volo“, scritto, diretto ed interpretato dall’istrionico Flavio Albanese della Compagnia del Sole.
Tutto è apparso chiaro quando le luci si sono spente e i bambini hanno fatto silenzio.
Il viso di Leonardo si è materializzato sulla lavagna in ardesia, mentre Zoroastro suonava le prime note della seconda suite di Bach con il “salterio ad arco”, uno strumento antico riprodotto dal Maestro Michele Sangineto, note che avremmo poi riascoltato in sottofondo alla fine della pièce.
Ma cosa c’entra Bach?

“C’era una volta …” e il racconto inizia, attraverso i ricordi del fidato amico e allievo di Leonardo, Zoroastro, magistralmente interpretato da Albanese.
In un attimo assisto alla pura magia, quella che solo il teatro sa creare.
Tommasino (Zoroastro) chiede e i bambini rispondono, anzi dialogano con quella naturalezza che noi adulti abbiamo dimenticato.
Il “C’era una volta” è solo il pretesto per presentarci un Leonardo con tutte le sue debolezze, ben conscio che “chi fa, sbaglia; chi non sbaglia mai è perché non fa nulla e può anche tacere!
Leonardo è un sognatore, che osserva, scopre e inventa.
Ma può fallire.

E la magia trasforma il racconto: ci fa riflettere, ci suggerisce, ci dice che, per sognare, dobbiamo perdere l’equilibrio.
Tommasino racconta, ci conduce a conoscere Leonardo, attraverso aneddoti e passioni, l’uso delle sue associazioni, perché, da buon osservatore, Leonardo aveva compreso la ‘natura come una unica armonia‘.

Quante delle cose che sai sono vere? Una scuola non dovrebbe mai insegnare a dare delle risposte ma dovrebbe insegnare a porsi le giuste domande e verificare le risposte attraverso l’esperienza. Perché l’esperienza non fallisce mai. Falliscono i nostri giudizi sull’esperienza. Ma poiché nulla accade senza una ragione, cerca di capire la ragione delle cose che accadono. E non fallirai mai nel giudicare un’esperienza.

Leonardo, prima di Galileo, sapeva che “capire le cose che accadono” era ciò che ci avrebbe salvato.
È un monito per tutti, ora più che allora.
Certo, il linguaggio della conoscenza è, proprio come per Galileo secoli dopo, quello della matematica; ed ecco spiegato il motivo per cui le note di Bach accompagnano lo spettacolo: la matematica è il filo conduttore nelle opere di Bach, e per Leonardo la matematica è il legame tra la bellezza della natura e la nostra anima.

Tocca a noi guardare con gli occhi giusti, perché, così come ricorda Tommasino riportando una delle più belle frasi di Leonardo, “quando avrete imparato a volare, camminerete sulla terra guardando il cielo perché è li che siete stati ed è lì che vorrete tornare“.

Domenica pomeriggio non abbiamo assistito solo ad un monologo teatrale del bravissimo Flavio Albanese, capace con le sole parole di donarci bellissime suggestioni, amplificate da semplici oggetti scenici, magistralmente curati da Marinella Anaclerio, ma era come se un sogno si fosse materializzato davanti ai nostri occhi ben aperti.
Il teatro è sogno, e i bambini sognano.
Vivono per sognare.
Leonardo sognava, sempre ed intensamente.
Ed anche io vado a teatro per sognare e imparare.
E questa volta ci sono riuscita.

Maurizia Limongelli

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1 commento su ““Leonardo e il codice del volo”: il nuovo sogno teatrale dell’istrionico Flavio Albanese

  1. Ida Maiellaro Rispondi

    Questo commento all’esperienza vissuta suscita il desiderio di riuscire a provare quelle emozioni.
    Uno spettacolo da proporre anche ai ragazzi più grandi che, forse, sognano ancora !
    Ida Maiellaro

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