15 gennaio 2020 – Tra la via Emilia e il bar …

La cronaca ci sta offrendo quasi quotidianamente uno spaccato – a suon di piccoli dettagli – della campagna elettorale emiliano-romagnola.

Tra gaffe di tipo geografico della candidata sig.ra Lucia e il look minimalista-esistenzialista del candidato sig. Stefano, pare che faccia tendenza, negli ultimi giorni di campagna elettorale, l’appuntamento al bar per un comizio volante del capo della Lega.
Si, formalmente non è lui il candidato ma la signora Lucia pare preferire andare in TV e lasciare al suo capo via libera nei luoghi dove si mangia e si beve.
Uno/due bar per ogni comune fanno oltre 20 soste al bar/rosticceria al giorno: basilari questioni di “statistica” suggeriscono che qualcosa di succulento, da uno di quei bar, deve uscire per forza.

In alcuni casi gli organizzatori hanno chiesto agli esercenti un contributo spese.
“Noi facciamo venir gente a spendere nei vostri locali; è giusto che il 30% degli incassi spetti a noi!”.
Al sud si chiama “pizzo”.
Lì non saprei ma, a leggere le cronache, non è stata presa molto bene questa richiesta.

Oggi, uno dei comizietti di Salvini era previsto a Casalecchio sul Reno, un grosso paesone in provincia di Bologna.
“Colazione coi cittadini” alle 9.30 al bar “Dolce Lucia”, reclamizzava il megafono; ma il titolare del bar non era stato avvisato e non ha preso bene la calca -con giornalisti al seguito-  creatasi nel suo bar.

Non è chiaro cosa sia successo nel dettaglio.
Forse, in onore all’insegna del suo bar, lui avrebbe preferito ricevere la candidata Lucia; forse si è innervosito per non essere stato avvisato in tempo; forse avere contemporaneamente 50 militanti leghisti al bar lo ha reso sospettoso: di questi tempi, si sa, bisogna proteggere gli incassi dai malintenzionati, che 49 milioni, si sa, volano in un attimo.

Forse gli stanno semplicemente sulle palle i leghisti.
E poi gente che entra al bar, consuma e non paga ce n’è a iosa, lo sappiamo.
E se sono tutti come il capo, ci vuole la fornitura di cornetti che normalmente si consuma in una settimana, mica bruscolini.

Insomma, come è e come non è, questo sig. Gabriele ha deciso di non farli entrare e, con fare assai diplomatico, ha giustificato il suo rifiuto con vaghe “esigenze di sicurezza”.
“Meglio che vadano in un altro bar, noi non facciamo da cassa di risonanza per nessuno e non vogliamo problemi di ordine pubblico. Se a turno loro entrano, consumano e soprattutto pagano, va bene. Ma tutti assieme qua dentro, non li posso controllare. Non è mica grande questo bar.”

La storia non ci racconta se la rumorosa comitiva si sia spostata in un altro bar della via Emilia.
La speranza, tuttavia, è che una piadina con la Nutella, almeno, gliel’abbian data a quello.
Con nocciole italiane, però.

Lng

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