8 ottobre 2019 – Il taglio. Ma siamo proprio sicuri?

Non do, personalmente, un giudizio positivo sul cosiddetto “taglio dei parlamentari”, oggetto, come noto, di vari passaggi parlamentari in attesa dell’eventuale referendum confermativo. E’ eventuale perché ci sarà necessità di un passaggio referendario nel caso in cui, in Parlamento, la modifica passi a maggioranza semplice (51%) e non qualificata.

Mi sono chiare le ragioni di opportunità e di “realpolitik” che sottendono a questa scelta: è il cavallo di battaglia del partito più numeroso in Parlamento e il governo che, un mese fa, ha incassato la fiducia, non sarebbe potuto nascere senza il nulla osta anche su tale provvedimento. E, purtroppo, un ritorno alle urne dopo un anno e mezzo comporterebbe, di fatto, un danno per gli italiani: il ritorno dello spread sopra i 200, l’automaticità dello scatto dell’aumento IVA e la perdita dei benefici che stiamo avendo nella trattativa con l’Europa significherebbe tornare sul baratro.
Siamo purtroppo un Paese debole da svariati punti di vista e le componenti “sovraniste” presenti in Parlamento ci rendono ancor più deboli.

Dal taglio dei Parlamentari si otterrà un risparmio modestissimo: va detto a voce forte per contrastare la propaganda dominante che afferma il contrario. Si risparmia, per intenderci, molto molto di meno di quanto stiamo risparmiando con lo spread sceso intorno a 150.
La stabilità ha i suoi vantaggi (per tutti) mentre lo sfascismo ha i suoi costi (per tutti).

A fronte di tale modestissimo risparmio vi è un possibile vulnus per la democrazia: il rischio che intere zone del Paese non siano rappresentate o siano ampiamente sotto-rappresentate è elevatissimo: tutto dipenderà da come si andranno a ridisegnare i collegi e, ove si riuscirà a metter mano, da quale sarà la prossima legge elettorale. Come pure, ipotizzare due rami del Parlamento composti -complessivamente- da 600 persone a fronte di una popolazione di quasi 60 milioni di persone sembra uno scenario lontano, lontanissimo da quello disegnato con equilibrio dai Costituenti quando, a fronte di 30 milioni di persone, i Parlamentari erano 945.
E, non so perché, la fiducia da riporre nell’equilibrio e nella saggezza dei vecchi Costituenti sembra ben più alta della fiducia da riporre nei confronti dei Parlamentari a 5 Stelle.
I quali -va dato atto- stanno diventando più maturi rispetto alle spacconate iniziali e, se rinunciassero a tale sciagurata opzione, credo che farebbero un rilevante salto di qualità verso la democrazia.

Coraggio, cambiare idea, a volte, è segno di lungimiranza.

LNG

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