
Un’operazione di raffinato recupero filologico quella messo a punto dalla Cappella Neapolitana con il supporto del musicologo Dinko Fabris nel programma di “Son regina e Son amante – Piccinni italiano e Piccinni francese”, inserito nel cartellone della Stagione concertistica 2025 della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari.
A pochi giorni dall’uscita del cd omonimo, Antonio Florio e la Cappella Neapolitana, superbamente affiancati dalla soprano di fama internazionale Rosa Feola, regina in meravigliosa forma del belcanto disegnato da Niccolò Piccinni, hanno offerto al pubblico barese il privilegio di goderne l’anteprima dal vivo.

Davvero un privilegio! Un programma intenso, così articolato: «Majo p’e la capo» aria di Lisetta in lingua napoletana dall’opera “Lo stravagante” – Napoli 1761; Allegro dall’opera “La corsara” – Napoli 1771; «Signora padroncina» aria di Nannetta dall’opera “La capricciosa” – Roma 1776 «Ah, que je fut bien inspirée» Air di Didon dall’opera “Didon” – Fontainebleu e Parigi 1783; Sinfonia
dall’opera “Zenobia” – Napoli 1756; Allegro con spirito | Andantino a “mezza voce” | Allegro; «Ogn’or tu fosti» Aria di Ciro dall’opera “Ciro riconosciuto” – Napoli 1759; «Mi credi spietata?»
Aria di Mandane dall’opera “Artaserse” – Napoli 1768; Andante con moto dall’opera “La schiava” – Roma 1776; «O nuit! Déesse du mystère» Air di Irene dall’opera “Le faux lord” – Fontainebleu 1783; Ouvertura dall’opera “Le donne vendicate” – Roma 1763; «Tremblez ingrats de me trahirair»
Aria di Cybele dall’opera “Atys” – Parigi 1780; Andantino cantabile dall’opera “Il finto turco” – Napoli 1762; «Son regina e son amante» dall’opera “Didone abbandonata” – Roma 1770.
La preziosa serata ha previsto l’avvicendarsi tra esecuzioni meramente strumentali e i brani belcantistici affidati alla voce sublime della Feola. Il cd arriva al termine di un lavoro di studio e recupero delle partiture originali custodite nella biblioteca del conservatorio di musica San Pietro a Maiella di Napoli. Lavoro non facile, tenendo conto della difficoltà di accedere ai documenti, ma ispirato dalla voglia di recuperare il repertorio dei compositori napoletani del settecento.

Antonio Florio ha fatto del recupero del repertorio napoletano settecentesco il suo ambito d’elezione, tanto da fondare nel 1987 la Cappella della Pietà de’ Turchini, poi diventata Cappella Neapolitana, affiancando la direzione all’insegnamento e all’indefesso studio filologico dei documenti originali.
La passione per il repertorio napoletano la Feola la condivide non solo con la Cappella Neapolitana, ma anche con Riccardo Muti, col quale intrattiene una proficua collaborazione, ininterrotta sin dai tempi dell’esordio in Ines ne “I due Figaro” di Mercadante.
Leggiadra e intensa l’interpretazione di inaugurazione di “Majo p’e la capo” in dialetto napoletano, chiara nell’agilità vocale e anche nell’articolazione delle parole, scandite e appropriate nei suoni e negli accenti. Così come ricca di pathos emotivo l’incarnazione dei personaggi evocati nelle opere: Nanetta, Irene fino alla superba Didone. Il letto orchestrale degli archi, del clavicembalo e del fagotto barocco della Cappella Neapolitana ha consentito un amalgama perfetto, caratterizzato dall’equilibrio dei volumi, quasi che la voce della soprano fosse essa stessa armonico elemento orchestrale. Voce con le voci.

Un canto agito con misura e grazia, emissione pulita, curata nella modulazione dei fiati, altezze morbide e piene, raffinatezza ed eleganza rare nella linea del canto. Mai una sbavatura, Feola sublime, da incanto. Finale eccelso con un ‘apertura vocale che ha abbracciato e conquistato i cuori dell’intero pubblico.
Plauso non solo al lavoro di allestimento del programma, ma anche alla scelta del teatro di ospitare cotanta bellezza!
Suggerimento d’ascolto:
Son regina e son amante, Rosa Feola- Antonio Florio- Cappella Neapolitana, Pentatone
Alma Tigre
Foto di Clarissa Lapolla photography