Simona Molinari illumina i Giovedì estivi della Camerata Musicale Barese con l’eterna diatriba tra Chronos e Kairòs

Kairòs: bona tempora currunt! In un momento del tempo storico, quello attuale, in cui il “mala tempora” rimbalza da un capo all’altro delle case e del mondo, sciorinato ai quattro venti dagli strilloni, Simona Molinari, con l’orchestra della Magna Grecia hanno tentato l’impresa di affidare alla musica una sorta di temporanea redenzione del pessimismo quotidiano datoci dagli eventi.

Nell’atrio del Palazzo dell’Ateneo, si è aperto un varco temporale quando Simona Molinari, voce di velluto del panorama jazz italiano, ha proferito la parola Kairòs.

Questo il titolo della serata, una kermesse di canzoni che ha ricostruito il percorso di vita e professionale della Molinari, ma che poi ha fatto da paradigma per la riflessione affidata a ciascuno nel pubblico.

Kairòs, il tempo denso, fa da controaltare a Chronos il susseguirsi delle cose da fare, lo scorrere. Il primo appartiene all’uomo, spazio universale dell’essere, il secondo è più vicino al dipanarsi delle procedure delle macchine. Due modalità di racconto diverse dello svolgersi degli eventi, entrambe opzioni che si possono scegliere a seconda di come s’intenda leggere e vivere i propri giorni.

Simona Molinari ha cominciato da un armadio, rifugio di ragazzina con uno stereo ad ascoltare e riascoltare per diventare la voce, quella di Ella Fitzgerald. E quella caparbietà ad ascoltare il ritmo che si portava dentro, quell’impronta swing, Simona l’ha messa nella voce e nell’emozione che riesce a conquistare il pubblico.

Programma denso, proprio come nel manifesto del titolo d’apertura, con pezzi suoi, come Egocentrica, l’esordio a Sanremo, o La Felicità, must in radio col suo divertente ritmo popswing, Mister Paganini, quel ricordo di giovane promessa della musica, ha inaugurato il racconto riportando all’origine delle sue scelte musicali, per poi costruire il racconto con gli amori, quelli belli e quelli tossici, o di grandi addii, come quello a L’Aquila, sua città natale, percossa dal terremoto. Dal cilindro della storia sono emersi grazie ai suoi virtuosismi vocali, i racconti di Amy Winehouse e Mercedes Sousa, quest’ultima fulcro, con la figura di Maradona, dello spettacolo che la Molinari sta portando in giro per l’Italia per la regia di Cosimo Damiano Damato, “El pelusa y la negra”.

Protagonisti di una serata splendida sono stati il talento vocale e interpretativo della Molinari, il suo racconto, e la superba musica dell’Orchestra della Magna Grecia.

Finale da brividi con Ennio Morricone e il tema del film Mission. La bellezza di quella voce, la simpatia e la maestria del direttore d’orchestra Egidio Marchitelli, e la poderosa orchestra hanno confezionato e regalato una serata che, attraverso la musica, è diventata un viaggio senza “tempo”, una fuga ristoratrice dai “mala tempora”.

Alma Tigre
Foto di Gabriella Russo
dalla pagina Facebook della Camerata Musicale Barese

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