16 gennaio 1728 – 16 gennaio 2028: 300 anni di Niccolò Piccinni. Presentato nel foyer del Teatro a lui dedicato il fitto calendario di iniziative del Comune di Bari e della Fondazione Teatro Petruzzelli

E’ stato presentato in conferenza stampa l’ambizioso progetto culturale che servirà a riscoprire e celebrare il grande compositore barese Niccolò Piccinni, a 300 anni dalla sua nascita.

Nel foyer del teatro a lui stesso intitolato, l’amministrazione comunale, rappresentata dal Sindaco Vito Leccese e dall’assessora alla cultura Paola Romano, il core management della Fondazione Petruzzelli con Nicola Grazioso, direttore amministrativo con delega gestionale, e il maestro Luigi Fujano, direttore esecutivo del Teatro Petruzzelli, insieme al regista Daniele Lucchetti, al maestro Stefano Montanari e al musicologo Dinko Fabris, hanno illustrato il fitto programma di iniziative previste fino al 16 gennaio 2028.

La macchina organizzativa, ha chiarito Dinko Fabris, è già in attività da qualche anno, da quando aleggiava l’idea di mettere mano all’immenso lavoro non ancora edito del compositore barese.

La sensibilità di Bari rispetto al suo illustre musicista si è più volte adoperata negli anni per rendergli il dovuto tributo di riconoscenza per i suoi meriti culturali, riconosciuti in tutto il mondo e che lo hanno fatto emblema della produzione musicale settecentesca. il suo contributo fu tale da influenzare perfino la caratterizzazione artistica di Mozart e trascinarlo in una “querelle célèbre” con Gluck che animò la società parigina dell’epoca. Tali iniziative realizzate negli scorsi anni, tuttavia, hanno avuto la caratteristica dell’episodicità legata a ricorrenze contingenti o portate avanti e naufragate, come Casa Piccinni, il centro studi sorto nella sua casa natale a Bari vecchio e durato dal 2000 al 2011.

Piccinni, ha ricordato il Sindaco, è nell’immaginario quotidiano dei baresi nel titolo di una via, nella statua di piazza Massari, nel titolo del Conservatorio e nel nome dato dagli stessi baresi al primo teatro di Bari. Quest’ultimo, sorto nel 1754, avrebbe dovuto essere intitolato alla regina Maria Teresa, che era stata inviata per l’inaugurazione. La regina diede forfait, e i baresi, che alla crianza ci tengono, pensarono che fosse più degno dedicatario il figlio musicista della basilica di San Nicola che aveva fatto conoscere Bari in tutto il mondo.

Piccinni, infatti, passò i primi 14 anni formandosi alla Cappella musicale della basilica di San Nicola, di cui suo padre era vicemaestro, e venne poi mandato a perfezionarsi al Conservatorio Sant’Onofrio di Napoli. Tra questo conservatorio e la basilica esisteva un forte legame che portava il nome di un altro grande meridionale, il materano Egidio Romualdo Duni, prima maestro di Capella della Basilica, poi direttore del conservatorio a Napoli e infine legato a Piccinni per aver musicato prima di lui il libretto della Cecchina scritto da Goldoni.

Da Napoli parte la grande carriera internazionale di Piccinni che lo porterà a trionfare fino in Russia e in Cina. Fu il 1760, anno della prima rappresentazione a Roma del “La buona figliola”, poi diventata semplicemente “La Cecchina” per via del nome della protagonista dell’opera a lanciare definitivamente la carriera di Niccolò Piccinni.

Piccini ebbe così successo da diventare un must per gli studi dei musicisti dell’epoca, tanto che lo stesso Mozart veniva “obbligato” dal suo protettore Grimm durante il soggiorno a Parigi ad andare alle sue opere.

La Fondazione Petruzzelli ha messo in campo un piano di recupero e valorizzazione del patrimonio musicale lasciato da Piccinni allestendo un programma di tre opere, una per ciascuna inaugurazione della stagione operistica del teatro a partire dal 2026. La produzione prevede la partnership con il teatro Massimo di Palermo e viene affidata alla regia di Daniele Luchetti (giusto per citarne un paio: “La scuola” e “L’amica Geniale”), la direzione musicale al maestro Stefano Montanari, direttore stabile dell’orchestra del teatro Petruzzelli, e la direzione scientifica del musicologo Dinko Fabris, nomi illustri della scena internazionale.

La prima opera prevista per il 21 gennaio 2026 è la Cecchina, unica opera pubblicata per i tipi della casa editrice Barenreiter e pronta per la messa in scena, e a seguire toccherà a Zenobia, 2027 e Atys, 2028.

Luchetti ha confessato di realizzare due desideri con questa produzione: occuparsi finalmente della regia di un’opera lirica e di mettere in scena Goldoni. Ha precisato che non intende portare il cinema a teatro, ma di voler usare la sua esperienza per allestire uno spettacolo teatrale a tutto tondo, curando nel minimo dettaglio ogni aspetto, fino alla scelta delle voci. Ambito quest’ultimo che, ha aggiunto Montanari, gestiranno congiuntamente nelle audizioni per individuare non solo le voci migliori, ma anche gli artisti che meglio incarneranno i personaggi.

Il progetto non prevede solo la messa in secano delle tre opere, ma è molto strutturato e concepito in modo organico. Le tre opere costituiranno le tre pietre miliari d questo vero e proprio percorso culturale che coinvolge il Conservatorio, l’Università di Bari, la Sorbonne Nouvelle di Parigi, l’Accademia delle belle arti di Napoli, il conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli e tanti altri, la Georgetown University di Washington DC e quella di Lisbona, in Portogallo. L’elenco delle partnership è lunghissimo e prevede ulteriori aggiunte.

Inoltre ci si occuperà del recupero e dell’editing della produzione musicale di Piccinni e la creazione di contenuti e format educational finalizzati alle scuole, conferenze di approfondimento e per la divulgazione, concerti con in programma la sua produzione di musica religiosa, da camera e le arie.

Grande concerto inaugurale il 16 gennaio 2026, data di compleanno di Niccolò Piccinni, con il ritorno a Bari di una delle più grandi soprano contemporanee, Rosa Feola.

Bari si prepara davvero a vivere un evento importante e di grande valore culturale e artistico.

Alma Tigre
Foto di Clarissa Lapolla

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