L’Orchestra del Teatro Petruzzelli, Andrea Lucchesini e Salvatore Sciarrino al servizio della grande tradizione pianistica: vivo successo per l’evento della Stagione concertistica della Fondazione Teatro Petruzzelli

Ospite eccelso dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli, in occasione della Stagione concertistica 2025, Andrea Lucchesini ha incantato il pubblico del politeama barese con un’esibizione cameo di vera eleganza.

Il paesaggio musicale della serata è stato disegnato con un programma che andava da Carl Maria von Weber a Felix Mendelssohn Bartoldy, passando per Salvatore Sciarrino e Franz Liszt.

Ha inaugurato la serata l’orchestra padrona di casa con l’annuncio in tre note del corno dell’Ouverture, dall’opera “Oberon, or The elfi king’s Oath” di Carl Maria von Weber, l’ultima sua opera composta prima di morire di tisi meno di due mesi dopo la prima rappresentazione. Oberon nacque su commissione dell’allora dirttore del Covent Garden, Charles Kemble, nel 1824, basato sul poema cavalleresco di Christoph Martin Wieland. Von Weber venne poi celebrato come il primo musicista veramente romantico, fondatore dell’opera nazionale tedesca. L’opera su libretto di James Robinson Planché, ispirato a Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, mette in scena due coppie di innamorati, Oberon e Titania, litigiosi principi degli spiriti, e Hüon di Bordeaux, cavaliere di Carlo Magno, con Rezia, figlia del califfo di Bagdad. Un incipit delicato, dialogato tra i fiati e gli archi, d’atmosfera prima velata poi progressivamente illuminata e interrotta dall’exploit audace e presto della compagine orchestrale. L’Allegro con fuoco fa esplodere l’orchestra nella sezione principale per dipanare un magnifico tema impetuoso nella tonalità principale di re maggiore. Tutto eseguito con quell’espressività tipica dello stile scenico e teatrale proprio del compositore tedesco avvezzo alle opere da palcoscenico, tanto da essere un vero protagonista dei teatri da Vienna a Londra tra fine settecento e i primi dell’ottocento. Applauso caloroso del pubblico al termine dell’esecuzione sotto la bacchetta di Montanari.

Lo stesso grande entusiasmo accoglie Andrea Lucchesini, uno dei pianisti più apprezzati dell’attuale scena musicale. Allievo di Maria Tipo, con la vittoria del Concorso Internazionale “Dino Ciani” al Teatro alla Scala di Milano, comincia la sua intensa e apprezzata attività concertistica con le prestigiose orchestre e direttori quali C. Abbado, S. Bychkov, R. Abbado, R. Chailly, D. Gatti, G. Gelmetti, D. Harding, G. Noseda e G. Sinopoli. Nel 1994 riceve il Premio Internazionale Accademia Chigiana, e successivamente il Premio F. Abbiati. Dal 2001, con la prima esecuzione mondiale a Zurigo della Sonata di Luciano Berio si avvia una proficua collaborazione, tanto da portare il pianista toscano ad incidere l’integrale delle opere per pianoforte solo di Berio per Avie Records. Oltre all’attività concertistica, Lucchesini si dedica con passione all’insegnamento presso la Scuola di Musica di Fiesole, di cui è stato direttore artistico dal 2008 al 2016 per poi diventare Accademico di Santa Cecilia. Degna di nota tra le ultime incisioni, quella degli Improvvisi di Schubert.

Per il pubblico del Teatro Petruzzelli, Lucchesini ha duettato con l’orchestra di casa nel Concerto n.1 in Sol minore di Felix Mendelssohn Bartoldy. Quattro movimenti incantevoli, interpretati con eleganza, con naturalezza, quella di chi ha una frequentazione intima con il pianoforte. Una esecuzione superba, senza ostentazione di protagonismo, concertata in perfetta armonia con l’orchestra. All’irruente incipit dell’orchestra del primo movimento “molto allegro con moto”, Lucchesini ha
subito risposto con tocco delicato e certo, intessendo, da quel momento in poi, una fitta trama narrativa che ha creato nell’esecuzione dell’intero concerto, fino all’ultima battuta, l’immagine coerente e armonica di un arazzo meraviglioso.
Acclamato ed applaudito grandemente al termine di questo momento orchestrale, ha regalato al pubblico per Bis un Improvviso di Schubert ispirato e autentico.

Per la seconda parte del concerto la bacchetta di Montanari ha servito l’arte di Salvatore Sciarrino, con le Danze di un rivoluzionario malinconico, e di Franz Liszt, con il poema sinfonico “Les Preludes”.
Un ascolto impegnativo per Salvatore Sciarrino, genio riconosciuto contemporaneo della composizione italiana, per chi può definirsi un purista di Chopin. Le mazurche del grande compositore romantico accostate alla ritmica marcata di troccole e fragorose casse di bottiglie meritano un ascolto attento e ragionato, che faccia rifuggire dalla tentazione di stracciarsi le vesti. L’opera tessuta da Sciarrino è originale rispetto al debito nei confronti dell’ispirazione tratta da Chopin e merita un ascolto tutto suo, scevro da pregiudizi e che rende merito alla creatività del suo genio interpretativo. L’opera è stata eseguita per la prima volta in assoluto, composta su commissione dello stesso Teatro Petruzzelli e allestita proprio per la compagine orchestrale barese, che ha risposto con maestria ed entusiasmo d’interpretazione alla chiamata di Sciarrino.

Finale sublime con Les Preludes, di Franz Liszt. Un’interpretazione appassionata, piena, audace, perfettamente armonica tra direttore, orchestra e pubblico. Les Prèludes nacquero nel 1844 come Ouverture ad una composizione corale con accompagnamento d’orchestra, dal titolo Les quatres elements, su versi del poeta provenzale Joseph Austra. Quattro movimenti deliziosi dedicati al tema dell’uomo in balia degli elementi della natura delle alterne vicende della fortuna. Componimento dalla struttura articolata, tuttavia resa nella narrazione magistralmente dai maestri d’orchestra in modo unitario, accompagnando fino all’ultima nota il viaggio evocato dell’eroe.

Applausi meritatissimi al finale e concerto di originale fattura tessuto dal filo della composizione pianistica d’eccellenza.

Suggerimento d’ascolto:
– Schubert: Late piano works, Andrea Lucchesini, Audite
– Salvatore Sciarrino, Orchestral Works, Rai trad

Alma Tigre
Foto dell’Ufficio stampa Teatro Petruzzelli

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