Rendere un omaggio in jazz a Mina non è semplice: c’è riuscito l'”Antonio Di Lorenzo Special Edition” al Teatro Radar di Monopoli per la Stagione degli Amici della Musica O. Fiume

Un gradito sold out per lo spettacolo “Mina in Jazz” sul palco del Teatro Radar di Monopoli, a cura dell’Associazione Amici della Musica Orazio Fiume, inserito nel cartellone della quarantacinquesima edizione.

Parlando di Mina, non posso non ricordare con piacere il concerto di un trio d’eccezione composto da Danilo Rea, Massimo Moriconi e Ellade Bandini, sempre qui al Radar, a fine novembre ‘23. Questo trio per anni è stato la base musicale dei più grandi successi di Mina. Fu molto piacevole ascoltare le storie dietro le quinte di questi tre artisti che raccontavano aneddoti legati a quel periodo storico. Ci fecero rivivere “attimi nascosti” della carriera di questa grande cantante.

Il 27 marzo invece è stato un altro momento denso di “pathos”, riascoltando i suoi più grandi successi con dei musicisti straordinari che hanno accompagnato una (anzi due) cantanti meravigliose. Immediatamente ci siamo resi conto che la serata riservava grosse sorprese. In scena sono entrate due cantanti che hanno iniziato il loro duetto. Ad affiancare Anita Vitale, annunciata come ospite speciale del gruppo di Antonio Di Lorenzo Special Edition, ci siamo ritrovati anche Marinella Milella. Solo dopo il primo brano, scivolato via in modo più che tranquillo, Anita Vitale ha salutato il pubblico con un filo di voce. Se fino al giorno prima aveva fatto normalmente le prove del concerto, la mattina si è svegliata completamente afona, costringendo il direttore di questa piccola orchestra a correre ai ripari cercando non una sostituta ma una altra bella voce per affiancarla.Diciamo subito che, se è stata evidente la difficoltà nel parlare, quando si è trattato di cantare sembrava tornasse tutto alla normalità. Tutti siamo rimasti sorpresi dall’estensione vocale di Anita Vitale, e ci siamo chiesti come sarebbe stato il concerto senza questa penalizzazione. Interpretare Mina non è una cosa da poco. In molte si cimentano ma in poche riescono a raggiungere livelli accettabili. Nonostante tutto l’interpretazione della Vitale è stata straordinaria, ma anche la “nostra” Milella non è stata da meno.

Anita Vitale, classe 1975, nasce a Brolo, piccolo paese siciliano in provincia di Messina. Versatile ed eclettica, con una intensa volontà di confrontarsi, emozionarsi ed emozionare. All’età di otto anni si dedica allo studio del pianoforte, proseguendo fino all’ottavo anno di Conservatorio. Coltiva la passione per la musica afro-americana e le colonne sonore, ma l‘amore per il canto jazz sboccia grazie all’incontro con Maria Pia De Vito, con la quale ha la fortuna di studiare per tre anni. Già dal 2000 inizia a collezionare importanti riconoscimenti in Italia e all’estero, facendole vivere esperienze negli Stati Uniti, in Olanda. Nel 2003 la sua prima incisione discografica. Il 2013 segna un importante riconoscimento internazionale con la vittoria assoluta della “Made In New York Jazz Competition”.

Marinella Milella, anche lei impegnata con il repertorio di Mina, è arrivata in soccorso della cantante siciliana. Le due non si conoscevano prima,ma si è percepita immediatamente un’intesa perfetta. Le due cantanti si sono sostenute a vicenda, regalandoci dei duetti melodiosi e raffinati. Bravissime entrambe.

Ma veniamo a parlare dei musicisti. Il leader di questo ensemble è Antonio Di Lorenzo. Classe 1965, nato a Giovinazzo ma di casa a Fasano, città in cui è cresciuto, Di Lorenzo ha ripercorso una storia tra le più suggestive tra gli artisti pugliesi in attività e una carriera prestigiosa e più che trentennale che lo ha visto protagonista sui palchi di tutto il mondo con chi rappresenta la “Storia del Jazz”. Durante la sua carriera, infatti, ha collaborato e suonato con Steve Lacy, Lee Konitz, Dave Liebmann, Marc Ribot, Bob Mintzer, John Medeski, Benny Golson, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gianluigi Trovesi, Bruno Tommaso, Franco D’Andrea, solo per citarne alcuni. È vincitore nel 2020 dell’“Universal Audio Award” e per due anni consecutivi Leone D’Argento alla Biennale di Venezia, molto apprezzato anche nel circuito pop, ha collaborato con Vinicio Capossela, Lucio Dalla, Paolo Conte. Con all’attivo più di 100 dischi, molti come leader. E’ uno dei massimi collezionisti ed esperti al mondo di batterie vintage, e ne conosce ogni aspetto di ogni epoca e modello.

Un gruppo di dieci musicisti davvero straordinari hanno accompagnato Anita Vitale e Marinella Milella. Oltre ad Antonio Di Lorenzo alla batteria, i sempre straordinari Vince Abbracciante alla fisarmonica e Vito Di Modugno questa volta al basso elettrico. Due eccellenze pugliesi del jazz internazionale. Al Fender piano Davide Saccomanno (in alcuni momenti anche alla voce), e l’armonicista Paolo Daniele. Una sezione di fiati ricca, con il giovanissimo Gabriele Mastropasqua al sax baritono (da Giovinazzo), Sabino Fino al sax Tenore e soprano (da Monopoli), Claudio Chiarelli al sax contralto (da Martina Franca), Mino Lacirignola alla tromba (da Cisternino) e per ultimo, sempre da Monopoli, il trombonista Franco Angiulo. Quando si usa dire “musicisti pazzeschi”, c’è da crederci. L’interplay è stato tangibile per tutta la durata del concerto. Tutti noi spettatori abbiamo avuto la netta sensazione che si siano divertiti a suonare, e noi insieme a loro.Tantissimi assoli, davvero belli, che non hanno fatto altro che sottolineare e supportare la vocalità delle due cantanti.

Inutile dire che sono stati riproposti tutti i brani più famosi di Mina, iniziando da “Se telefonando” (con le musiche di Ennio Morricone e i testi di Maurizio Costanzo), passando per “Non gioco più” (con un’armonica a bocca di Paolo Daniele che non ha fatto rimpiangere quella di Toots Thielemans), a “Nessuno” e “Parole, parole parole”. Non sono mancati anche brani meno noti come “Conversazione”, “Portati via” o “Neve”. L’ultimo brano è stato una medley composto da “E se domani”, “Anche un uomo”, “Grande, grande, grande” e “Ancora, ancora ancora”.

Il bis finale è stato Il cielo in una stanza, brano di Gino Paoli che Mina ha inciso più volte. Ad avvalorare lo spessore del concerto, sullo schermo posto alle spalle dei musicisti sono stati proiettati vecchi filmati di Mina, ma anche elaborazioni digitali a cura di Francesco Quercia.

Prima del bis finale, Antonio di Lorenzo ha voluto raccontare un episodio che lo ha visto protagonista insieme al compianto Gianni Lenoci, quando per la prima volta in assoluto, nel cartellone degli Amici della Musica di Monopoli è stato inserito un concerto di Jazz. Era il 10 agosto 1990 e il primo jazzista ad esibirsi è stato Massimo Urbani, considerato ancora oggi, a più di trent’anni dalla sua morte, uno dei migliori sassofonisti italiani (se non il migliore). Una carriera durata venti anni circa, ma con un finale burrascoso e disastroso. Antonio Di Lorenzo ha raccontato i suoi eccessi nel bere, che gli hanno causato non pochi problemi. Devo ammettere che il racconto mi ha emozionato. Ricordo anch’io Urbani, eccellente al fianco di Enrico Rava per alcuni anni, ma ricordo altresì un disastroso concerto nella piazza grande di Polignano a mare, in evidente stato di alterazione. Qualche anno dopo, nel 1993, la sua carriera terminò. In sua memoria è stato istituito il prestigioso premio “Massimo Urbani”.

Emozioni su emozioni; il racconto finale non ha fatto altro che aggiungere emozioni a quelle già vissute per tutto il concerto. Due voci meravigliosi, tanti musicisti raffinati guidati da un maestro concertatore. A questo punto, per lo meno per la rassegna jazz, cala il sipario, con l’augurio che la prossima edizione possa offrirci sempre nuove scoperte.

Grazie agli Amici della Musica Orazio fiume di Monopoli, grazie ad Anita Vitale e Marinella Milella che hanno saputo ben interpretare le canzoni di Mina, e grazie ai tanti musicisti che le hanno accompagnate.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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