Per chi come me è nato e vissuto nella provincia del Sud Italia il termine “scampagnata” assume un significato e un valore molto preciso: la scampagnata è quell’uscita fuori porta, rigorosamente a piedi, in cui si esplora – e si vive – un luogo geograficamente non troppo lontano da casa che è però in grado di trasportarti in una dimensione sensoriale altra, lontana, può essere una periferia ancora in costruzione quanto i fossi ai margini della statale, la costa scoscesa dei calanchi quanto la parete rocciosa della gravina. Paradossalmente, tanto più sarà vicino casa il posto in cui decideremo di camminare, tanto più saremo sopraffatti dalla meraviglia dell’ignoto. Paesaggio ignoto, la terza mostra prodotta e ospitata dal TAM di Matera racconta come una “passeggiata” possa diventare il portale che mette in relazione l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande, l’universo dentro un fiore.
Paesaggio ignoto, in mostra dal 5 luglio 2024 al 5 gennaio 2025 negli spazi del TAM Tower Art Museum di Matera, ha raccontato la abbacinante meraviglia che la natura limitrofa regala ai camminatori che non si pongono limiti, né tempo né di percezioni. Raccoglie più di due anni di fotografie di Piero Percoco e disegni di Emilio Mossa realizzati durante le esplorazioni profonde del territorio incontaminato della Murgia, una nicchia ecologica particolare, dove boschi si alternano a paesaggi rocciosi, quasi marini, così strani e surreali da permettere un’analisi profonda nel paesaggio altrimenti impensabile. Quando si passano giornate intere sotto Io stesso albero, oppure fissando una stessa collina mentre il sole sorge e tramonta, diventa davvero possibile superare una barriera fisica ed entrare in un’altra soglia di percezione. Nella natura, Piero ed Emilio hanno riflettuto sulla potenza del sole, di come siamo degli esseri minuscoli in confronto a eventi cosmici di portata, di come i fiori definiscono un sistema di attrazione quasi magnetica, di come gli alberi possano essere degli attrattori dello spazio-tempo e di come il paesaggio sia luce che attraversa la materia. Paesaggio ignoto è una mostra su una ricerca nata per caso, per ripartire dalla semplice analisi della natura per andare oltre, alla scoperta dei significati più nascosti dell’esistenza.
Il viaggio alla scoperta della visione di Emilio Mossa e Piero Percoco inizia con un video di pochi minuti in cui i due artisti ci portano sulle strade e nei rituali di queste avventure alla scoperta della natura; l’abitudine di introdurre ogni mostra con un video di racconto del progetto ospitato all’interno del museo è comune ai progetti ospitati finora al TAM: seduti sulle sedie di legno di un vecchio cinema i visitatori hanno la possibilità di decomprimere, di fermarsi un momento per allontanarsi dalla confusione della città e concentrarsi sull’esperienza museale.
Il TAM si sviluppa in due complessi: il primo, con biglietteria, bookshop e cinema, sul piano; il secondo, la Torre del Capone, spazio prettamente espositivo, nel Sasso Barisano. Sono circa 150 le opere di Paesaggio ignoto esposte in quattro diverse stanze adiacenti la Torre del Capone: si comincia con la Stanza delle Meraviglie, una vera e propria wunderkammer in cui disegni e foto multidimensionali si lasciano guardare come attraverso la lente di una goccia di pioggia; nella Stanza bianca la musica, il bianco ottico delle luci, immagini da un pianeta sconosciuto riescono a creare un momento sospeso, calmo, ovattato; si prosegue nella Stanza Universo dove le figure si scompongono nel colore che le compone, qui la natura si dissolve, tra cielo, terra, labirinti di specchi deformanti; il viaggio prosegue nella Stanza delle Querce dove il pavimento convesso altera ancora i sensi durante la visita ai disegni degli alberi maestri della Murgia. Ultima sosta, il giardino: tra i rami di un piccolo albero il filo di una tenda in poliestere si dondola cullata dal tramonto.
Emilio Mossa e Piero Percoco sono i protagonisti di una passeggiata lunga secoli tra le piante e gli alberi della foresta Mercadante, parte integrante del Parco dell’Alta Murgia, che si estende tra l’agro di Cassano delle Murge e Altamura. Emilio Mossa è un architetto ma avrebbe voluto essere un biologo-naturalista-esploratore del XIX secolo. Attualmente vive a Bari, ama la natura e prova a descriverla nella maniera più semplice. A volte disegna nella foresta, è apicoltore e un po’ cacciatore-raccoglitore. Piero Percoco, fotografo autodidatta, con gli anni si ha trasformato la passione in un lavoro e ha collaborato con varie testate tra cui The New Yorker, The New York times, The British journal e altre pubblicando alcuni libri, tra cui The rainbow is underestimated (Skinnerboox, 2019).
Il TAM Tower Art Museum è un museo d’arte contemporanea con sede nel centro di Matera. Negli spazi espositivi, divisi tra via Ridola, sul Piano, e la duecentesca Torre del Capone, bastione che fa parte della cerchia muraria sorta dopo il popolamento del Sasso Caveoso, sono ospitati artisti nazionali ed internazionali chiamati a produrre mostre temporanee. Il museo non nasce a partire da una collezione permanente ma lavora per costruirne una a partire dalle mostre prodotte e dalle relazioni con gli artisti coinvolti.
La storia di questo museo inizia alla fine del 2017 ed è (quasi) tutta raccontata nel progetto “Volevo solo aprire un museo”, a partire dalla scoperta dello spazio espositivo di torre del Capone. Negli ultimi anni il TAM ha parlato attraverso la pagina “Volevo solo aprire un museo”: un percorso di racconto che ha portato questa realtà ad esistere prima che fosse formalmente aperta. Il “museo-che-ancora-non-esiste” si è raccontato su youtube e instagram senza seguire uno storytelling preciso: ne è uscito un racconto, ancora in aggiornamento, che cerca di capire come si fa impresa culturale in Italia e come si apre un museo d’arte contemporanea (se non sai come farlo). Il TAM ha aperto al pubblico il 01 dicembre 2022. TAM e Volevo solo aprire un museo sono progetti a cura di Torretta srl – impresa sociale (Mauro Acito, Dario Colacicco, Rita Padula, Silvia Parentini, Debora Russo, Alessandro Simili, Chiara Valzer).
ll TAM Tower Art Museum produce due mostre l’anno: produrre nuovi contenuti e ibridare gli spazi, creando nuovi e inediti punti di contatto tra produzione artistica contemporanea e contesto storico è una soluzione per portare nuova vita e creare nuovi innesti, evitando una musealizzazione della città. La prossima mostra aprirà a marzo 2025.
Simona Irene Simone
Foto per gentile concessione
del TAM Tower Art Museum