Una storia raccontata con uno sguardo maschile e bianco non poteva risparmiare un gesto eroico come quello che ha richiesto le armi per essere portato a compimento: la Resistenza al nazifascismo, che aveva ridotto l’Italia prima nella miseria e nella vergogna delle deportazioni, e poi l’aveva trascinata in guerra, è stata tradizionalmente legata al racconto di giovani uomini armati e baldanzosi. La verità è un’altra: anche le donne hanno imbracciato le armi per cacciare gli invasori, anche perché stavano pagando il prezzo più alto del conflitto. Piangere chi moriva al fronte, subire stupri, sopportare la miseria delle città invase, vedere la prole mangiata dall’inedia, sopravvivere insomma a tutto il repertorio di odio deciso dai potenti, come accade in tutte le guerre, senza che la nostra specie ne tragga un qualche insegnamento per evitare che accada ancora.
In questo spirito si è tenuta la rassegna “Donne, non formiche”, a cura dell’associazione Zefiro APS, promossa dal Consiglio Regionale della Puglia nell’ambito dell’Avviso “Futura. La Puglia per la parità. 2° ed.”. Ossia, quello di restituire alle donne il ruolo che hanno rivestito nella storia, e che è stato cancellato, spesso con precipua volontà, lasciando che l’appannaggio di campi come le scienze, le arti, il giornalismo, restasse maschile per secoli.
L’incontro conclusivo della rassegna si è tenuto nella Sala Consiliare del Comune di Bari, con la sorveglianza dei ritratti dei Sindaci del passato (si rammenta a tal proposito che Bari, finora, ha avuto una sola Sindaca, per poco più di dieci mesi, nel 1992). Qui, dopo il saluto istituzionale dell’Assessora Elda Perlino, hanno tenuto le loro relazioni il Prof. Luciano Canfora, storico e filologo, Michele Laforgia, avvocato, Consigliere Comunale, e fondatore dell’associazione “La Giusta Causa”, e Giusi Giannelli, storica attivista femminista, formatrice e Consigliera Municipale. Giannelli ha evocato alcune delle storie più belle e vivide del racconto di quei giorni, mediante una serie di letture scelte accuratamente tra tutta la letteratura disponibile. Canfora ha inquadrato il periodo di riferimento, con persone, fatti, sia in eventi che in episodi. Laforgia ha affrontato appassionatamente e in numeri, ciò che fu l’azione femminile nella Resistenza, e nel percorso che da essa portò le donne a ottenere finalmente il diritto al voto attivo e passivo, e infine a sedere in Parlamento.
Anche per ciò che è successo, le madri costituenti hanno giustamente lavorato affinché la nostra Costituzione disegnasse una Repubblica che ripudia la guerra e che rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che di fatto limitano la libertà e l’uguaglianza tra cittadine e cittadini.
Anche, e soprattutto, per quello che le donne, di quel sogno di un Paese più giusto, possono raccontare.
Beatrice Zippo
Foto dal profilo Facebook di Zefiro APS