Tra le strade di Roma: Claudia Peill porta alla luce l’arte nascosta dei tombini nella sua mostra ‘Oltre il presente: archeologia del domani’

Preparatevi a immergervi in un viaggio nel tempo e nello spazio con la mostra di Claudia Peill, “Oltre il presente: Archeologia del domani”, che sarà ospitata al Museo di Roma in Trastevere dal 23 maggio all’8 settembre 2024.

L’artista ci delizierà con la sua ultima produzione, frutto di quattro anni di lavoro (2019-2023), composta da sedici tele di dimensioni variabili e disegni a tecnica mista su carta.

Claudia Peill nata a Genova nel 1963, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1986. Tra il 1999 e il 2000 partecipa ad una borsa di studio presso lo Höherweg Studio a Düsseldorf. Fin dall’inizio, la ricerca di Peill si focalizza sullo stabilire una relazione reciproca tra pittura e fotografia, dove l’efficace combinazione di questi due linguaggi così diversi tra loro diventa canone centrale nel suo lavoro, portando l’artista a sperimentare nel tempo materiali diversi e suscitando un rapporto dialettico tra astratto e figurativo. Quindi inizia con paraffina e cera, per passare poi alle resine sintetiche. Nel 2011 introduce la pittura acrilica su tela, ma la fotografia rimane il punto di partenza. La sua attività espositiva inizia nei primi anni ’90, e dal 1998 intraprende anche molte esperienze internazionali, tra le quali: Künstverein, Steyr, 1999; Galerie Brüning Düsseldorf, 2001; Künstlerhaus, Vienna 2001; Water Toren, Vlissingen, 2001; Italian Cultural Institute, London and Cologne 2003; Künsthalle, Düsseldorf 2005; Galerie Rossella Junk, Berlino 2008; Gallen-Kallela Museum, Helsinki 2018; Schloss Wiespach, Salzbürg, 2018; Great Beauty Contemporary Art Museum, Pechino, 2019. I suoi lavori sono esposti presso collezioni private pubbliche ed istituzionali. Tra i numerosi cataloghi e volumi dedicati al suo lavoro, va ricordato Claudia Peill, a cura di Mario de Candia (Gangemi editore, 2017). Attualmente vive e lavora a Roma e insegna fotografia presso l’Accademia di belle arti di L’Aquila.

Curata da Giorgia Calò, l’esposizione è un’iniziativa promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con il supporto dei servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

In questa mostra, l’obiettivo è esplorare l’anima segreta e spesso trascurata degli elementi che definiscono il volto di una città. Dall’era dell’industrializzazione fino alle tracce indelebili del passato che permeano il tessuto urbano, l’arte di Claudia Peill ci rivela un universo di significati nascosti.

Attraverso la sua inconfondibile pratica artistica Claudia Peill si concentra sull’idea del doppio, utilizzando sia la pittura che la fotografia in uno stato di inganno percettivo. Le sue opere presentano stratificazioni complesse: immagini fotografiche elaborate digitalmente che vengono decontestualizzate e forme pittoriche sovrapposte, che creano un dialogo tra realtà e astrazione. Questo approccio dicotomico tra due linguaggi diversi permette a Peill di superare la problematica della sopravvivenza della pittura nell’era della fotografia, integrando i due medium in maniera complementare e dialogica tra visione artistica e produzione tecnica. In questo modo la fotografia diventa il mezzo con il quale viene restituita l’archeologia del presente, mentre alla pittura l’artista dà il compito di rappresentare il futuro, fatto di stratificazioni e vuoti ancora da riempire.

Chiude il percorso di mostra l’esposizione di tre lavori degli anni Novanta, quando agli inizi della sua carriera Peill realizzò opere con paraffina e pigmenti su plexiglass e base fotografica, esposti nella mostra che si tenne a Roma nel 1994, presso lo spazio Studio Aperto.

La mostra è accompagnata dal libro monografico Non calpestare (Gangemi editore 2023) con testi di Roberto Lambarelli, Stella Santacatterina e Giovanna dalla Chiesa.

A corredo dell’esposizione, tra giugno e luglio, si svolgerà un ciclo di incontri dal titolo Dialoghi sul contemporaneo con Claudia Peill. Di seguito i tre appuntamenti in programmaAntonello Tolve. Atelier d’artista; Mario Fortunato. Dal romanzo all’arte, dall’astrazione alla figurazione; Matteo Boetti. Un’artista di U.N.A.

L’artista volge lo sguardo verso il basso, alla ricerca di tesori inaspettati lungo le strade della città: i tombini. Apparentemente banali, questi oggetti racchiudono in sé una memoria tangibile, fatta di graffiti e decorazioni che narrano storie mute, ma potenti, del contesto urbano.

Un invito a guardare oltre il presente, ad esplorare le profondità del passato e ad immaginare il futuro attraverso gli occhi sensibili di un’artista visionaria. Non perdete l’occasione di fare parte di questa esperienza.

Daniele Milillo

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