Nel 60° anniversario della rivolta che determinò lo sterminio di Rom e Sinti nel campo di Auschwitz, all’International Documentary Film Festival di Vienna Giovanni Princigalli presenta “Porajmos” e “La chanson d’Aida”

Oggi, 16 maggio, ricorre il 60e anniversario della rivolta dei Rom e Sinti nel campo di Auschwitz contro le SS. Pochi mesi dopo, il 2 agosto, i nazisti per vendetta hanno sterminato in una sola notte, tutti i Rom e Sinti che in quel momento si trovano nel campo. Si calcola che i nazi fascisti in Europa abbiano sterminato circa 1.000.000 di Rom.

In ricordo dello sterminio, sarà presentato in anteprima internazionale all’International Documentary Film Festival Vienna, che si svolge tra il 16 e 22 maggio, “Porajmos. In memory of the Rom and Sinti Holocaust“, il breve documentario di 3 minuti realizzato da Giovanni Princigalli utilizzando fotografie, filmati e musiche offerte dal Museo dell’Olocausto degli Stati Uniti.

La proiezione del corto sarà anticipata dalla proiezione del primo lungometraggio di Princigalli, il documentario “La chanson d’Aida“, che narra la storia di una ragazza rom di Bari ed è dedicato alla memoria di Franco Cassano, sociologo e deputato, che fu direttore della tesi di laurea del regista e supervisore del suo primo documentario che fu girato nel 2002 in questa stessa comunità di rom rumeni.

Nel 2002 – ricorda Princigalli – ho girato il mio primo film in una famiglia di rom rumeni che viveva in un campo di baracche alla periferia di Bari. Vent’anni dopo, questa famiglia vive ancora in una baracca. La coppia che all’epoca era la protagonista del film, è ora in corsa alle elezioni comunali per il centro-sinistra. La loro figlia, Aida, nel 2002 era un’adolescente sorridente, innamorata di Di Caprio e che sognava di diventare una modella e una cantante. Oggi è madre e moglie. Soffre di depressione. Vuole divorziare e per questo è in conflitto con la sua famiglia. Ha anche avuto problemi con la legge dopo essere stata arrestata per furto. Questo film è soprattutto la storia della sua lotta per l’emancipazione, l’indipendenza e una nuova vita fuori dal campo.

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