La pittura dal carattere universale di un genio che ha saputo trasmettere il suo sogno artistico all’umanità: il Polo Museale – Castello Aragonese di Conversano ospita “Sogno d’amore”, la prima grande mostra di Chagall in Puglia a cura di Dolores Duràn Ucar

Il genio artistico di Chagall è un’estasi di emozioni, la sua pittura è fatta da un poeta più che da un artista ed ha un carattere universale. Il sogno non è di un popolo, ma è dell’umanità, il suo sogno è il nostro sogno.

Sogno d’amore è la prima grande mostra del divino Marc Chagall in Puglia visitabile fino al 27 ottobre 2024 al Polo Museale – Castello Aragonese di Conversano ed è a cura di Dolores Duràn Ucar, fra le più importanti studiose dell’artista.

Rappresenta l’opportunità di ammirare un’intera monografia con più di cento opere provenienti da collezioni private, rare e straordinarie, attraverso cui viene raccontata la vita e l’opera di uno fra i più grandi interpreti internazionali della pittura del XX secolo. La mostra divisa in cinque sezioni ripercorre il mondo lirico poetico del grande artista Bielorusso, attraverso 50 anni di opere. Un nucleo di dipinti, disegni, acquerelli, gouache e incisioni, che consentono di ripercorrere il percorso artistico del pittore dal 1925 al 1985 anno della sua morte, certificate e autorizzate dalla Fondation Chagall in cui “l’amore “è il filo conduttore di tutta la sua produzione.

Nelle sue opere disparati sono i temi utilizzati: i ricordi d’infanzia, la religione e l’esilio forzato, le fiabe, la poesia, i paesaggi, gli animali reali o immaginari e  l’amore smisurato nei confronti della sua amata Bella. La sua arte è libera, non esiste prospettiva, né spazio, né tempo. È ispirata dall’amore e dall’io interiore, per questo la maestria nell’uso del pennello non conta. Nel suo linguaggio pittorico appare ampiamente il simbolo. Dio si nasconde dietro una nuvola e si mostra come luce, l’angelo è l’immagine della libertà, il gallo è energia, la croce è la sofferenza degli uomini.

Prima sezione – Opere uniche

Marc Chagall nasce in una famiglia ebraica il 7 luglio 1887 a Vicebsk, situata al confine tra la Russia e la Bielorussia allora facente parte dell’Impero russo. La cittadina nella realtà decadente, agli occhi di Chagall splende di una bellezza unica ed è fonte di grande ispirazione. I ricordi di infanzia sono reinterpretati attraverso una pittura coloratissima e fortemente espressiva. La sua fantasia è esplodente, crea universi magici con personaggi reali o immaginari immersi in un’atmosfera, in cui il divino e l’umano si intrecciano come fossero frutto di un sogno.

Descrive momenti di vita quotidiana, le vecchie case di legno, gli animali, il violinista sul tetto, le leggende popolari russe, le feste, i venditori ambulanti, le credenze ebraiche, la preghiera dei contadini e dei rabbini, ma anche le difficili condizioni degli ebrei sotto il dominio degli zar.

 Seconda sezione – La storia dell’Esodo

 La Bibbia è per Chagall la più grande fonte di poesia cui gli artisti di tutti i tempi hanno attinto.  Ritiene che il mondo sia un grande deserto in cui la sua anima vaga come una fiaccola. Nel 1931, sedotto dal messaggio dei testi biblici, raggiunge l’Egitto, la Siria e la Palestina per scoprire la sua terra d’origine e le sue radici.

Rappresenta con straordinaria ricchezza di fantasia ed eccezionale padronanza nell’uso del colore, ventiquattro litografie che narrano l’avventura del popolo ebraico che con l’aiuto di Dio e la guida di Mosè, fugge dalla schiavitù in Egitto verso la Terra Promessa. Gli ebrei liberi dall’oppressione si convertono in una comunità rispettosa delle Leggi dei Dieci Comandamenti, con una identità propria e indipendente. Le scene bibliche sono una costante nelle sue opere durante tutta la sua carriera.

Terza sezione – Favole

Nel 1927 il celebre gallerista e editore Ambroise Vollard, lo sceglie per illustrare le “Favole” di La Fontaine considerate un capolavoro della letteratura francese. Chagall, già noto per i suoi dipinti dallo stile fiabesco unico, si butta a capofitto nell’impresa. Nell’illustrare questi racconti, si rifà alle icone russe e ai lubki, un genere di stampa colorata a uso delle classi meno abbienti, della tradizione popolare russa visceralmente radicata in lui. L’artista in queste tavole, ci porta alla scoperta del mondo con l’animo di un bambino. La sua pittura si arricchisce ancora di più di colore, di toni fantastici e sognanti, dove gli uomini volano e le case lievitano tra le nuvole.

Gli animali che lo hanno sempre affascinato, qui si umanizzano, le loro espressioni e gli atteggiamenti ricalcano quelli umani. La capra con il volto di un uomo, la donna con il viso di un gatto. Il cane, il pesce e i fiori sono protagonisti come l’uomo. Descrive un immaginario incantato in cui all’animale viene dato il compito di avvicinare il mondo reale a quello fantastico.  La Fontaine e Chagall hanno in comune una capacità di immaginazione straordinaria e diventano un connubio di grande portata creativa.

Quarta Sezione – Poesie

Henry Miller lo definì “Un poeta con le ali di un pittore”. A San Pietroburgo Chagall si forma all’Accademia Russa delle Belle Arti, ma a causa delle ripercussioni dovute al suo credo religioso, si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con molti artisti e ha la possibilità di mostrare le sue opere. I suoi grandi amici però, non sono i pittori, ma i musicisti e soprattutto i poeti surrealisti poiché sono gli unici capaci di comprendere il suo mondo magico e irreale. Frequenta con entusiasmo i movimenti artistici, ma non si iscrive a nessuno in particolare, perché mantiene un suo stile personale. A Parigi rinasce, ha la possibilità di far conoscere le sue opere e conosce un Occidente libero e prolifico “Nessuna Accademia avrebbe potuto darmi quello che ho scoperto divorando le esposizioni di Parigi, le sue vetrine e i suoi musei” scrive. Apollinaire suo grandissimo amico e sostenitore lo definisce “soprannaturale”, finanzia le sue opere che si riveleranno capolavori.

Chagall illustra le opere altrui e si cimenta nella scrittura traducendo in parole il complesso mondo immaginario e onirico dei suoi dipinti. Pubblica la sua autobiografia “Ma vie” (La mia vita) quando ha solo trentacinque anni, come se avvertisse che si stesse chiudendo un ciclo. Scritta in russo e poi tradotta in francese dalla moglie Bella, descrive anche iconograficamente una infanzia non propriamente felice e aneddoti familiari. È un uomo profondamente spirituale, con una grande capacità di amore sia nella vita personale che verso tutti.

Quinta sezione – Derrière le miroir. Parigi

È una raccolta di litografie dedicate alla sua amata Parigi che ben lo accolse e che fu una delle principali fonti di ispirazione. I suoi personaggi fluttuanti girano felici tra gli elementi architettonici distintivi della città come la Torre Eiffel, il Pantheon e Notre Dame.

Per comprendere la sua poetica, bisogna conoscere l’amore smisurato che lo legava alla sua musa Bella, poiché la sua arte non prescinde dal suo amore. Per Chagall l’amore è Bella Rosenfeld. “Io aprivo soltanto la finestra della stanza e l’aria azzurra, l’amore e i fiori entravano in lei. Tutta vestita in bianco o in nero lei vola da molto tempo attraverso le mie tele, guidando la mia arte”. Sono uniti da una forza magnetica e luminosa, che trascende dalla realtà. “Il suo silenzio il mio, i suoi occhi i miei”.

Bella è in quasi tutte le sue opere, è l’elemento centrale, Marc fluttua con lei tra le nuvole a cento metri da terra. Da essere motivo di ispirazione, la loro unione diventa essa stessa arte. La loro chimica relazionale è un connubio di amore, cultura e volontà. Si aiutano e si stimolano reciprocamente, lei vive i suoi giorni e le sue tele.

I suoi dipinti raccontano un amore etereo, visibile ai nostri occhi, che ci fa volare con loro. 

Bella è la sua anima che veglia su di lui e sulle sue opere.

 Chagall continuerà riconoscente a celebrarla in tutte le sue opere, dipingendola come un angelo misterioso pronto come sempre a consolarlo.

Non muoverti, resta dove sei…Non riesco a stare ferma. Ti sei gettato sulla tela che vibra sotto la tua mano. Intingi i pennelli. Il rosso, il blu, il bianco, il nero schizzano. Mi trascini nei flotti di colore. Di colpo mi stacchi da terra, mentre prendi lo slancio con un piede, come se ti sentissi troppo stretto in questa piccola stanza, Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia indietro e fai girare la mia. Mi sfiori l’orecchio e mormori…” (Bella Rosenfeld)

Cecilia Ranieri
Foto di Cecilia Ranieri

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