La settimana sportiva: l’analisi di Catanzaro – Bari

Un’annata disgraziata come tante ne abbiamo viste in epoche matarresiane quando per molti, troppi anni, il Bari ha galleggiato nella mediocrità, perdendo qua e là, salvandosi nelle ultime giornate o conducendo campionati anonimi con gente tipo Lipatin, Markic, Sergeant, Di Muri, De Gregorio, Iunco, Motta e compagnia cantando, tutta gente presentata come valore aggiunto, ed invece verificatasi come gente poco abile ad alzare l’asticella contribuendo alle sconfitte che, poi, hanno generato il motto secondo cui, “almeno Matarrese ci ha garantito al serie B”. Non ci sono metri di paragone perché fino adesso il Bari di De Laurentiis non è ancora mai retrocesso, ha solo conseguito due promozioni, in altri due anni ci è andato vicinissimo sfiorando le promozioni e conducendo solo due campionati anonimi anche se quello in cui perse i playoff con la Feralpi, tenuto conto dello scarso materiale umano a disposizione che portò a Bari Romairone, risultò tutto sommato un buon piazzamento. Ricordo che tre quarti degli stessi elementi hanno, successivamente, fatto le sfortune della Triestina, passati in blocco in Friuli, Triestina che si salvò al 125′ del secondo tempo supplementare col Piacenza in una terribile finale playout lo scorso anno e, dunque, l’essere arrivati ai quarti di finale con gente del calibro di Sabbione, Andreoli, Perrotta, Rolando, D’Ursi, Ciofani, Dargenio, Sarzi Puttini, Candellone, De Risio, Celiento, Minelli, Lollo, Semenzato, Mane e Mercurio, tutti giocatori che non mi pare, poi, abbiano avuto successo, anzi, sono rimasti a gravitare tra la C e la D, è un merito, paradossalmente. Solo che, insomma, diamine, dal Bari di De Laurentiis, al di là del proclama che prevedeva il progetto triennale, c’era da aspettarsi qualcosa in più quest’anno che una salvezza difficile. Si doveva fare di più a partire dal mercato di luglio e finendo a quello di gennaio, ed invece si è preferito smantellare l’ossatura (situazione per la quale chiesi spiegazioni al presidente in fase di conferenza stampa e dalla quale non ebbi risposta esauriente) che ha portato il Bari a 100 secondi dalla A rimpiazzandola con giocatori inadeguati anche se, come dico sempre, gente come Aramu, Acampora, Menez, Diaw (previo visita medica più approfondita e non solo con gli esami del sangue e del tampone covid) e Koustoupias, credo che li avrebbero presi tutti, peccato che purtroppo tre di questi si siano infortunati gravemente (insieme a Maiello e occasionalmente ad altri come Maita e Di Cesare), ed altri due sono arrivati a Bari senza quella motivazione necessaria, forse credevano di venire a svernare. E quando sono rientrati (penso a Menez, ad esempio), hanno confermato il nulla intravisto prima. Dunque, grosse colpe a Polito, almeno nel mercato di luglio, tenendo conto dello scarso portafoglio a disposizione, non ne darei molte. Si, ha qualche colpa, Schiedler, Edjouma, Brenno sono sue scommesse, forse poteva fare di più, ma tutta la croce addosso non mi sento di gettargliela. Se gli si dà cento euro tra le mani è difficile rimpiazzare Folorunsho, Caprile, Benedetti, Antenucci e Esposito, non vi pare? Diciamo che la sua colpa è quella di aver scelto gli uomini sbagliati differentemente dallo scorso anno quando, forse anche con un po’ di fortuna, pescò gente brava, giovane, e motivata, e non sempre, con questa tipologia di spesa, le cose possono andar bene, come si dice: non tutte le ciambelle riescono col buco.

Il Palermo, il Como, il Parma, il Venezia, la Cremonese, hanno investito e adesso sono lì tra le prime cinque, ed un motivo ci sarà. Sarebbe bastato mettere nel portafoglio di Polito qualche milioncino in più, senza svenarsi perché gestire una società con metodi sostenibili ci sta sempre perché il rischio, poi, è quello di fallire, e probabilmente adesso staremmo a parlare di un Bari tra le prime cinque. Ed invece “come spendi mangi”, come suol dirsi. A Bari si deve sempre competere per la vittoria del campionato in B. Sempre.

Iachini, allenatore di esperienza e di carisma, non ha apportato quel vento di positività, o meglio lo ha apportato però arrancando con le ultime due in classifica che, verosimilmente, retrocederanno quest’anno, e perdere con queste due squadre sarebbe stato un delitto, un’onta grave e difficile da espiare. Ma messo al cospetto di squadre più attrezzate, ha miserabilmente perduto, sia giocando (martedì a Catanzaro), sia non giocando come a Bolzano. E nemmeno il turnover ha potuto fare meglio insieme al cambio modulo.

Invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, insomma, e allora la conferma che questa sia una squadra con enormi limiti e lacune è sempre evidente.

Martedì abbiamo visto un Bari leggermente più reattivo rispetto a quello di Bolzano, qualche tiro in porta lo ha pure fatto ma si è trattato di tiri sporchi, senza convinzione. Se pensiamo che ancora una volta Di Cesare abbia creato la più pericolosa occasione gol beccando la traversa, abbiamo detto tutto. Lì in avanti si continua a non far gol se non occasionalmente e/o su rigore e questo è tutto dire.

Il mercato di gennaio è da sempre risaputo che non porta mai nulla di buono perché a gennaio i giocatori forti se li tengono stretti anche se l’offerta è alta: avete visto mai che Casiraghi, Pohjanpalo, Sibilli, Iemmello e Coda (non fuori progetto ma già pronto e rodato) li mettono sul mercato? Ma quando mai. Si mettono sulle bancarelle i giocatori in convalescenza, coi crociati operati in cerca di rilancio, giocatori fuori rosa e insomma tutti quelli che necessitano di rilancio a discapito della resa che è pressoché sempre negativa. E infatti Puscas, Lulic e lo stesso Kallon, perduto nel marasma generale dopo un avvio confortante, ne sono gli esempi. Secondo voi, perchè Verona, Genoa e Frosinone si sono disfatti di quei tre? Così, tanto perchè sono impazziti improvvisamente?

La squadra va costruita a luglio, non a gennaio perché a gennaio si trovano solo giocatori arrugginiti, e se si vuole alzare l’asticella si deve spendere e non trattare prestiti o sottoscrivere contratti semestrali, soprattutto se, poi, si sbandiera che l’anno prossimo si lotterà per la serie A: ma con quali giocatori, visto che anche a fine torneo oltre la metà dei giocatori saluterà (aggiungo per fortuna, almeno per alcuni)? Arriveranno altri giocatori che, al di là della tipologia contrattuale (a me vanno benissimo i prestiti basta che siano funzionali al progetto e soprattutto sani e bravi) puntualmente necessiteranno di tempo per rodare, per assimilare i concetti di Iachini (sperando rimanga) e il tempo passerà magari con qualche inevitabile sconfitta tra dubbi e contestazioni conseguenti. Invece le squadre vanno costruite su basi solide attestate nell’anno precedente.

Intanto i numeri sono disarmanti. Cinque sconfitte nelle ultime otto partite fuori casa. Il Catanzaro pur senza far sfracelli ha dimostrato la sua compattezza, la sua forza, la superiorità sul Bari, un Catanzaro bravo a gestire la spinta del Bari nel secondo tempo e a colpire nell’unica occasione costruita nel secondo tempo, senza dimenticare il bel gol di Vandeputte anche se il fallo da cui è nata la punizione è apparso quantomeno dubbio, ma nel calcio si sa come vanno certe cose, poteva accadere anche al Bari e il Catanzaro avrebbe recriminato.

E comunque martedì, almeno io, non davo per scontata la sconfitta per il gap tecnico e qualitativo tra le due squadre che, bene o male, era prevedibile, quanto per il fatto che il Bari, per l’ennesima volta, ha giocato contro un’avversaria priva di alcuni giocatori per squalifica, e mentre le altre squadre, quando il Bari gioca decimato, vincono sempre, il Bari quando gioca contro queste decimate perde. Sempre. Misteri del Bari e parlo di sempre, non solo di martedì. Ricordo la Reggiana recentemente, il Modena, la Virtus Francavilla quattro anni fa a cui mancavano dieci giocatori e mezza dirigenza tutti squalificati e ce ne fecero quattro. Chissà cosa succede nella mente dei giocatori del Bari, a prescindere dalle annate, in questi casi, forse entrano in campo consapevoli di fare un boccone, privi di umiltà, privi di orgoglio, fatto sta che le perdono sempre e tutte. E di casi ne potrei fare moltissimi se dovessi andare a ritroso nel tempo. Io quando leggo di squadre avversarie decimate, mi faccio il segno della croce e attendo cristianamente la sconfitta. Per sperare di vedere una vittoria è auspicabile affrontare le gare con gli avversari al completo.

Così dicasi per la famosa regola non scritta nel calcio secondo la quale una squadra che vince fuori casa, di norma, poi quando torna a giocare in casa, perde. Col Bari non succede mai. E pure questo è un motivo di studio nelle università, facoltà di sociologia.

Iachini ha detto che ha visto un Bari diverso, verissimo, e che la strada (si intende nel far meglio e nel risalire) è tracciata. Proviamo ad avere fiducia in Iachini? O vogliamo credere che lui sia come Radice 45 anni fa quando il Bari stava precipitando e Matarrese cambiò tre allenatori fino a chiamare lui, un allenatore esperto che, tuttavia, ci fece retrocedere lo stesso mestamente in C?

Certo, se penso al calendario delle prossime sei gare mi vengono i brividi perché, vedendo questo Bari, faccio fatica a pensare come – e con chi – possa far punti se gli avversari si chiamano Como, Parma, Cremonese,Venezia, Cittadella e mettiamoci pure la Sampdoria che è pur sempre la Sampdoria e che se sta in crisi, il Bari, storicamente, gliela risolverà. Poi tutto può accadere, anche che il Bari faccia 15 punti. E se malauguratamente non dovesse farli, contro quali squadre potrà conquistare quei 15 punti necessari alla salvezza matematica? Col Modena e col Cosenza in casa loro e col Brescia al San Nicola? E chi lo sa. Speriamo bene, via.

Massimo Longo

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