Sulle orme di J.R.R. Tolkien: a cinquant’anni dalla sua scomparsa e dalla prima edizione italiana de “Lo hobbit”, la Galleria Nazionale di Roma gli dedica una magica retrospettiva

In un buco nel terreno viveva un’Hobbit”; questa la celebre espressione con cui John Ronald Reuel Tolkien ha dato avvio all’appassionante avventura di Bilbo Baggins, catturando l’attenzione di diverse generazioni di lettori che si sono immersi nella Terra di mezzo e hanno seguito i loro abitanti sino alla fine di questa magica storia. Tolkien: un uomo, un professore, un autore che ha plasmato un universo a sua immagine e somiglianza, dando la possibilità a chiunque ne fosse interessato di farne parte.

A cinquant’anni dalla sua scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo hobbit, la Galleria Nazionale a Roma ha ospitato, dal 16 novembre all’11 febbraio 2024, una mostra che omaggiava il celebre scrittore, inventore della famosa epopea della Terra di Mezzo che ha fatto sognare grandi e bambini e che lo ha reso uno degli autori più noti del pianeta. L’esposizione, ideata e promossa dal Ministero della Cultura, in collaborazione con l’Università di Oxford e a cura di Oronzo Cilli, è la più importante retrospettiva del genere fantasy in Italia che racconta, attraverso uno notevole numero di testi, edizioni originali, manoscritti, bozzetti e disegni, il percorso biografico e professionale di un uomo che ha reso la sua più grande passione, quella per il mondo antico e la filologia, la chiave per il successo.

Tre le sezioni che raccontano la poliedricità dello scrittore, analizzando i lati principali della sua personalità: il primo in quanto uomo, il secondo in quanto professore, il terzo in quanto autore. Conoscere Tolkien come uomo aiuta a comprendere gli aspetti più profondi della sua indole, un’indole dolorosa, tormentata, ma anche densa di speranze e di passioni. Nato a Bloemfontein, Sudafrica, da una famiglia inglese ricca solo di tante prospettive per il futuro, Tolkien dimostra sin da subito un sincero legame con i suoi cari e i suoi amici più intimi, i membri del TCBS, Tea Club Barrovian Society e lo scrittore C.S. Lewis, grazie al quale nutrirà a pieno il suo estro artistico e visionario, scisso tra un amore sconfinato e il dolore eterno delle perdite durante l’orrore della Prima Guerra Mondiale. “Ristabilire la sanità mentale, la pulizia e l’amore per la bellezza vera e reale nei cuori di tutti”, questo lo scopo del TCBS, senza il quale oggi probabilmente non esisterebbe la sua trilogia nota come “Il Signore degli anelli”, capolavoro del genere epico-fantasy e ispirazione della famosissima serie di film omonimi, diretti da Peter Jackson.

Attraverso la mostra si comprende quanto le esperienze possano segnare l’uomo, perché il suo capolavoro non è altro che lo specchio, traslato in versione fantastica, della Prima Guerra mondiale. La Terra di Mezzo, con i suoi hobbit, elfi, nani, orchi e uomini, è un mondo segnato dalla guerra e dalla minaccia imminente; la paura della perdita, la lotta per la sopravvivenza, il coraggio e l’amicizia sono tematiche che sorreggono l’intera struttura del romanzo e che riflettono l’animo travagliato di Tolkien, insegnando, però, che anche i dolori più profondi possono dar vita ad un qualcosa di meraviglioso e che dai momenti più bui si può sempre trovare la forza di ripartire.

Alla base del suo lungo e laborioso impegno letterario, poi, la convinzione che la creatività umana sia un dono di Dio, in cui si riflette e si diffonde nella storia la sua stessa potenza creatrice. Di qui l’importanza della mostra che non solo è stata un tributo al genio letterario, ma, soprattutto, l’occasione per riflettere sul valore delle esperienze personali, delle passioni e della creatività umana, fonti inestimabili di potere.

Scorrendo le varie sezioni, i visitatori hanno potuto pienamente immergersi nelle profondità della mente e nel mondo affascinante che lui solo ha creato. Tolkien è stato capace di toccare il cuore di tantissima gente e se la sua eredità continuerà ad affascinare ed emozionare nel tempo, sarà solo grazie al valore intrinseco della sua parola. La sua abilità nel creare mondi e personaggi meravigliosamente astratti, unita alla sua profonda convinzione nella bellezza e nella potenza della parola, ha reso il suo lavoro immortale, un lascito eterno per le generazioni future.

Alessandra Sassanelli
Foto di Alessandra Sassanelli

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