La settimana sportiva: l’analisi di Spezia – Bari

Inutile recriminare, inutile far veleno, inutile sperare, “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”, verrebbe da dire ai fin troppo pazienti ed amorevoli tifosi del Bari che davvero non ne possono più di questa faccenda.

Il Bari di quest’anno è stato costruito male e i fatti, ad oggi, lo dimostrano e, dunque, la salvezza deve e dovrà essere l’unico obiettivo concreto da conquistare. Inutile alimentare aspettative, speranze di aggancio playoff che poi, come la storia insegna, comunque si perderebbero per definizione. Che si pensi alla salvezza e, forse, qualcosa di buono potrà accadere. E sì, perché il sospetto è che questa squadra, piena di limiti, lacune e difetti, nonché gravemente malata ma più che altro orfana di spirito di squadra, di personalità, di qualità, abbia la testa ancora ai playoff e, come tale, si perda miserabilmente in campo. Ed invece sarebbe il caso, da parte di Marino ma soprattutto della società, di cominciare sin da subito a far cambiare idea e obiettivi ai giocatori, primo lo si fa meglio sarà per tutti. Quest’anno è andato così, speriamo di uscirne indenni.

La sconfitta di venerdì, tipica nella storia del Bari che è molto abile ad andare a risolvere le crisi agli avversari moribondi, è la sintesi dell’assoluta inconsistenza della rosa a disposizione di Marino (ma anche di Mignani), inoltre il nuovo tecnico in due mesi non è riuscito a dare un’impronta alla squadra, il suo gioco non si vede nemmeno al microscopio, si vivacchia in campo, si gira vuoto, nessuna organizzazione di gioco, nessuno spunto, nessuna idea, si gioca per inerzia, all’avventura, superficialmente con irritante improvvisazione, con giocatori fuori ruolo come Aramu che da trequartista si trova a fare l’ala esterna con i risultati sotto gli occhi di tutti. Ciò, ovviamente, non vuol essere un alibi in quanto da lui ci si aspettava molto ma molto di più.

Questa squadra, oltre a non far punti che, poi, sono quelli che contano, non diverte, non entusiasma, non crea pathos, non appassiona, non coinvolge, sembra un disco volante in panne fermo nel deserto da dove è difficile chiamare i soccorsi.

Sconfitta meritata, intendiamoci, nonostante abbiamo assistito non alla peggior gara del Bari, ne abbiamo viste di peggio, ma di fronte ad un avversario in netta crisi di identità che però ci ha creduto di più, c’era da fare un sol boccone degli spezzini ed invece, il nulla, anzi, la sconfitta.

La gara di venerdì lascia l’ambiente con una serie di incertezze e di paure. Oggi più che mai è indispensabile che qualcuno in società batta un colpo ancora prima del mercato perché il silenzio nuoce ulteriormente all’ambiente. Non s’è visto da nessuna parte che quando una squadra non va i dirigenti si eclissano. E’ necessario sapere quali sono le intenzioni quest’anno, se c’è volontà di salvarsi, se c’è volontà di spendere e non di reclutare “alla carlona”. D’accordo il fatto che si ha ben poco da dire, d’accordo sul fatto che in certe occasioni agire è meglio che parlare, però ritengo che il Presidente, più che Polito, debba parlare alla gente di Bari che non è la stessa di Cittadella o di Lecco, qui parliamo di una piazza importante che, se solo coinvolta da un mercato altrettanto importante, risponderebbe ad occhi chiusi. Lo scorso anno, dopo aver sbandierato la salvezza come unico obiettivo, risposero ad ogni gara dai 35 ai 63 mila spettatori, figuriamoci cosa ne sarebbe stato quest’anno se solo, invece che i soliti giovanotti inutili, le solite improbabili scommesse straniere e le conferme di giocatori che avevano dato tutto e che, per forza di cose, dovevano cambiare aria perché così si fa sempre anziché confermarli, si fosse organizzato un mercato all’altezza di una piazza come questa per il quale avremmo visto lo stadio sempre pieno. Ed invece no, si è preferito smontare il giocattolo comprando pezzi “Lego” inutili alla causa, anzi, peggiorativi alla stessa. Perché questa è la fotografia di oggi. Magari tra un mese starò qui a descrivere altro, si spera in positivo, ma ad oggi, 18 dicembre 2023, l’amara foto disarmante è questa e se non lo dicessi non sarei credibile.

Il mercato di gennaio, si sa, è difficile ma se si scuciono i soldi tutto può accadere, altrimenti prepariamoci alle solite scommesse ulteriori che, salvo rarissime eccezioni, non portano da nessuna parte, ma soprattutto prepariamoci a paurosi patemi d’animo. Bisogna fare qualcosa assolutamente, non si può vivere così. Al diavolo le promesse di inizio stagione quando si è parlato di migliorare il terzo posto e di raggiungere quanto meno i playoff, al diavolo la favoletta dei sette attaccanti. Qui c’è da salvare il salvabile, parafrasando una celebre canzone di Bennato.

Se mantieni la calma mentre tutti intorno a te hanno perso la testa, probabilmente non hai capito qual è il problema.” (Woody Allen)

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