Claudio Ambrosini è il protagonista del concerto finale della rassegna “Aus Italien” offerto in streaming dalla Fondazione Teatro Petruzzelli

Dal 17 dicembre alle 19:00, sule piattaforme digitali della Fondazione Teatro Petruzzelli, sarà disponibile in streaming l’ultimo evento della seconda edizione della rassegna “Aus Italien”, dedicato al compositore Claudio Ambrosini.

Il concerto include:

“Toccar l’Orfeo” di Claudio Ambrosini, una libera interpretazione per grande orchestra della “Toccata” tratta dall’opera L’Orfeo di Monteverdi (2009)

“Morte di Caravaggio”, un brano per fagotto e orchestra (2015) di Claudio Ambrosini

“Dosana nova”, una composizione per orchestra (2022) di Claudio Ambrosini

“Plurimo”, un concerto per due pianoforti e grande orchestra (2007) di Claudio Ambrosini

L’Orchestra del Teatro Petruzzelli, diretta da Fabio Maestri, sarà accompagnata dai solisti Paolo Carlini al fagotto, Andreas Grau e Götz Schumacher ai pianoforti.

Lo streaming offrirà anche “Visti da Vicino”, una conversazione approfondita con una video intervista al compositore Claudio Ambrosini, curata dal critico musicale Sandro Cappelletto.

“Aus Italien”, intitolata così in onore del poema sinfonico di Richard Strauss, offre concerti dedicati alle opere di 10 compositori italiani di fama mondiale, tra cui Claudio Ambrosini. Questa nuova edizione ha presentato cinque prime esecuzioni assolute e una prima esecuzione italiana.

Tutti i concerti, registrati nell’Auditorium Nino Rota del Conservatorio Niccolò Piccinni, saranno disponibili sul canale YouTube della Fondazione Petruzzelli, sulla pagina Facebook ufficiale della Fondazione Teatro Petruzzelli e sul sito www.fondazionepetruzzelli.it. È inoltre possibile scaricare gratuitamente i programmi di sala nella sezione Aus Italien del sito.

La prima edizione ha avuto come protagonisti Salvatore Sciarrino, Ivan Fedele, Pasquale Corrado, Carlo Boccadoro, Michele dall’Ongaro, Caterina di Cecca, Luca Francesconi e Silvia Colasanti.

“Aus Italien” ha ottenuto il Premio Speciale Abbiati 2022 per la singolarità, il valore del progetto musicale e la qualità delle riprese della rassegna.

Ambrosini, veneziano di nascita, trae ispirazione dalla sonorità, dagli strumenti e dalla ricerca di nuove espressioni e tecniche. Il suo legame con Venezia è profondo, poiché la città lagunare è stata per lui una fonte di suggestioni sonore, simboliche e visive. Cresciuto in una famiglia di artisti, è abituato a pensare al suono come a una forma pittorica o scultorea, giocando con concetti come pieno/vuoto, pesante/leggero, denso/rarefatto e vicino/lontano, trasformando la musica in materia sonora in continua evoluzione, capace di sprigionare flussi energetici attraverso tensioni interne.

Un esempio tangibile della sua creatività è “Plurimo” (2007), un concerto per due pianoforti e grande orchestra dedicato a Emilio Vedova, celebre artista veneziano. Il pezzo, commissionato dalla Biennale di Venezia, non imita i gesti di Vedova ma esplora il controllo dell’energia, passando da uno stato incandescente a solido nella materia sonora.

Ambrosini si collega spesso a Claudio Monteverdi, cui si ispira per temi e stili in molte sue composizioni come “Orfeo, l’ennesimo” (1984) e “Acrobata” (1997). Il legame è evidente anche in “Toccar l’Orfeo” (2009), una libera reinterpretazione della Toccata introduttiva dell’Orfeo (1607), che Ambrosini descrive come “toccare la divinità”, unendo il primordiale al rinascimento attraverso la musica.

In “Morte di Caravaggio” (2015), un brano per fagotto e orchestra, Ambrosini crea una scena teatrale ispirata agli ultimi momenti della vita del pittore Caravaggio. La partitura utilizza il fagotto come voce narrante, passando da momenti energici a una progressiva trasformazione verso una voce quasi infantile.

“Dosana nova” (2022), commissionata dall’Accademia di Santa Cecilia e diretta da Antonio Pappano, riflette l’approccio scultoreo di Ambrosini alla musica, giocando con pieni e vuoti. Utilizzando ogni risorsa dell’orchestra, concentra l’attenzione sulle infinite possibilità timbriche degli strumenti, creando un fluire sonoro che richiama le maree veneziane.

Daniele Milillo

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