Gli “Amici della Musica Orazio Fiume” ospitano al Teatro Radar di Monopoli Stefano Di Battista con il suo omaggio al Maestro Morricone

La 44^ stagione concertistica degli “Amici della Musica O. Fiume” di Monopoli prosegue con un evento jazz dedicato al grande Ennio Morricone. Sul palco del Teatro Radar ci sarà il raffinatissimo sassofonista Stefano Di Battista con il suo quartetto.

Le musiche da cinema di Ennio Morricone sono una miniera inesauribile, un tesoro di fantasie del pensiero associate a immagini di ogni genere, e sono anche oltremodo versatili, disponibili a essere trattate, ritrattate, riscoperte. Potremmo ascoltarle fatte da un coro bulgaro o da un quintetto di ocarine, sarebbero comunque godibili e perfettamente riconoscibili. Ma quando c’è di mezzo il jazz… beh, quella è un’altra storia, sembra davvero un matrimonio perfetto, naturale, diciamo pure inevitabile.

La musica di Morricone significa esaltazione di tracce melodiche spesso fortemente emozionali, in una trama di armonie intelligenti, ed è esattamente quello che fa il jazz, e ancora di più quello che fa uno come Stefano Di Battista, che con i temi del Maestro ci gioca come se fossero materia magica, sostanza di quella speciale e misteriosa zona della musica che ci riempie quasi inspiegabilmente l’anima.

E non c’è neanche per forza bisogno di attingere ai colossi dell’immaginario cinematografico. Stefano ha scelto, in qualche caso, temi marginali, o meglio film marginali oppure dimenticati, come “Veruschka” o “Cosa avete fatto a Solange”, tanto per scavare meglio in un repertorio ancora tutto da scoprire e ricordare, al di la dei brani celebri (Morricone di colonne sonore ne ha fatti più di cinquecento). Ricercatezze, certo, ma non meno preziose e naturalmente c’è il godimento puro di ascoltare temi che conosciamo benissimo che diventano perfetti standard jazz, come “Metti una sera a cena”, swingante e ironica, oppure “Il buono, il brutto e il cattivo” che si rivela come un duello di improvvisazioni, col sax che fa la parte all’origine ispirata dal verso del coyote, prima di sciogliersi nell’emozione purissima del “Tema di Deborah” di “C’era una volta in America”, che è una delle più belle invenzioni di Morricone, alla quale teneva moltissimo perchè esprimeva molto bene il suo ideale di melodia scritta con un esiguo numero di note col massimo risultato. Per non dire della delicata rilettura di “Mission”, con un elegante passaggio dall’oboe originale al sax soprano, fino alla sorpresa di un inedito, un pezzo intitolato “Flora”, che il Maestro regalò a Di Battista.

Alla fine appare un meccanismo perfetto, che potrebbe continuare per altri dischi, come una serie, come se una parte del pensiero di Morricone fosse stata sempre, magari senza saperlo, votata al jazz.

 
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