Mercoledì 8 novembre, e in replica giovedì 9, sempre alle 20,30, prosegue la nona edizione del Bari International Gender Festival, diretto da Miki Gorizia e Tita Tummillo, promosso e organizzato dalla Cooperativa sociale AL.I.C.E. (Area Arti Espressive). L’appuntamento è al Castello Angioino di Mola di Bari (via Castello 25, in collaborazione con Officina dell’Arte – APS), con la performance di danza «La Frontiera», della pluripremiata compagnia Muta Imago, di e con Riccardo Fazi e Claudia Sorace. Lo spettacolo è vincitore di «Luoghi Comuni», iniziativa promossa dalle politiche giovanili della Regione Puglia e ARTI, finanziata con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 e del Fondo Nazionale Politiche Giovanili. Biglietti su dice.fm o al botteghino la sera dell’evento (pagamento in contanti). Info e dettagli su bigff.it.
«La Frontiera» è una lecture performance che viaggia nel tempo, il tentativo di costruire un racconto sci-fi che muove dal luogo straordinario in cui si installa per immaginare destini e fughe lontane. Gli spazi dove il tempo si sedimenta nella forma di architetture che provengono dal passato sono spazi umidi, parti di mondo liquide che favoriscono la fluidità delle idee, le illuminazioni individuali, gli ascolti personali e collettivi. Ad ogni performance, Riccardo Fazi e Claudia Sorace scelgono zone archeologiche come luoghi generativi per la loro lecture: uno scambio epistolare che attraversa il tempo e parla di amore, della fragilità delle nostre vite e della continuità genetica, di pietre, di giungle, di montagne e del bisogno che abbiamo di sopravvivere e dare un senso a ciò che senso non ha.
«La Frontiera» risuona delle voci delle civiltà paleolitiche che abitavano la terra 20.000 anni fa e di quelle future che torneranno ad abitarla tra centinaia di anni quando le rovine saranno di nuovo mangiate dalla natura; è il presente monocromo che racchiude il passato in un museo assieme al tempo in cui la realtà invece splendeva di colori e veniva attraversate da migliaia di cittadini ogni giorno. Fazi e Sorace invitano il pubblico a scendere con loro nello stato liquido di questo viaggio, ad immergersi in un trip sonoro realizzato dal vivo pieno di voci, echi, registrazioni, suoni lontani come pianeti e vicini come sassi.
Muta Imago è una compagnia teatrale nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, dramaturg e sound artist, ed è composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. La continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale, porta la compagnia a investigare diverse forme di arti dal vivo: il teatro, la performance, il teatro musicale, la radio, con l’obiettivo di cercare sempre la forma migliore per indagare al presente il rapporto tra l’essere umano, il suo tempo e il suo sentire.
I progetti della compagnia sono da anni ospitati e co-prodotti dai più importanti festival nazionali e internazionali; nel 2022 Muta Imago ha vinto il Premio Ubu per il miglior progetto sonoro e per migliore attore protagonista per lo spettacolo Ashes; nel 2021 il progetto Radio India, co-ideato dalla compagnia, ha vinto il Premio Speciale Ubu e il Premio Rete Critica. Nel 2013 Muta Imago è arrivata finalista ai Premi Ubu con il progetto Art You Lost? Nel 2011 Claudia Sorace ha vinto il premio come migliore regia e migliore spettacolo con (a+b)3 al XXIX Fadjr Festival di Tehran. Nel 2009 Muta Imago ha vinto il Premio Speciale Ubu, il Premio della critica dell’ANCT e il premio DE.MO./Movin’UP. Nello stesso anno Claudia Sorace ha vinto il Premio Cavalierato Giovanile della Provincia di Roma e il Premio Internazionale Valeria Moriconi come “Futuro della scena”.
Dal 2018 la compagnia è finanziata dal Ministero dei Beni e Attività Culturali e del Turismo come Impresa di produzione teatrale di teatro di ricerca e di innovazione. Nel triennio 2019-2022 è stata artista residente del Teatro di Roma, all’interno del progetto Oceano Indiano.
Da due anni la compagnia sta portando avanti un percorso di ricerca sulla percezione del tempo e sulle possibilità che il teatro ha di formulare nuove modalità di racconto che indaghino le caratteristiche del rapporto tra tempo, memoria e identità. Fanno parte di questa ricerca gli ultimi lavori: Sonora Desert (2021), Ashes (2022)così come Tre Sorelle, che ha debuttato a maggio nella stagione del Teatro di Roma.