A Potenza, Giuseppe D’Amico presenta il suo ultimo libro “Io, me e gli altri”

Venerdì 3 novembre, alle ore 17.00, a Potenza presso la Sala conferenze del Polo Bibliotecario di Potenza, via Don Minozzi, avrà luogo l’incontro con Giuseppe D’Amico, autore del libro Io, me e gli altri.
L’incontro sarà animato dallo stesso autore, da Paolo Albano, presidente dell’Associazione Letti di sera, organizzatore dell’evento e da Angela Vietri della Fondazione Accademia Ducale centro studi musicali che, insieme all’Associazione Connections, collabora alla realizzazione dell’evento. Introduce Luigi Catalani, Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza. Il dibattito sarà intervallato da brani musicali al contrabbasso a cura dello stesso Giuseppe D’Amico che nasce musicista e completa il suo percorso artistico come librettista e scrittore.

Il libro affronta un tema molto caro alla letteratura che è quello del viaggio e tenta di farlo in maniera originale, pur nella consapevolezza che nessuna storia può vantarsi di aver raggiunto l’assoluta originalità. Il tentativo che si può fare, però, è quello di ambire alla unicità, mettendo la propria anima al servizio del racconto.

Il protagonista è un ragazzo che affronta viaggi paralleli: percorre uno spazio fisico che lo conduce da un luogo all’altro, ma anche uno spazio mentale, dell’anima, che gli servirà per trovare se stesso, per raggiungere la propria dimensione allontanandosi dalle sue certezze, passando attraverso l’ignoto che fa paura, ma è anche eccitante per un giovane che muove i primi passi nella vita.

Il tema del viaggio si intreccia con altri temi che scaturiscono parallelamente ad altre storie le quali dialogano con il racconto principale interferendo con esso, senza che si perda mai il filo del discorso arricchito da sfumature e coloriture.

Perché ho scritto questo libro? – scrive l’autore – Perché si scrive un libro? E’ una domanda che ci si fa spesso. E una delle risposte che si ascoltano di solito è perché si ha qualcosa da dire, spesso addirittura, si dice, da insegnare. Io ho scritto questo libro affinché possa essere una compagnia, ed io l’amico di una serata con cui parlare e divertirsi di cui si spera un giorno si senta anche una dolce malinconia.

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