Venerdì 27 ottobre alle ore 19 va in scena “Stateci a sentire…Quante storie nel baule” per la regia di Franco Minervini e la consulenza musicale di Alberto Fiore (Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria. Info 320.430.60.25).
Un lavoro teatrale che è stato elaborato collettivamente nell’ambito del laboratorio esperienziale di narrazione orale e scritta del progetto “Statemi a sentire” dell’associazione Tavole Magiche unitamente al gruppo teatrale dell’Università Popolare Puglieuropa. In scena sono Tina Amenduni, Mirella Casamassima, Patrizia Castronovo, Angela De Santis, Riccardo Di Canosa, Alberto Fiore, Ida Introna, Grazia Loconsole, Angela Ranieri, Ester Sellach.
Le storie dei partecipanti, partite come racconti, sono state trasformate in scrittura teatrale e hanno dato vita allo spettacolo. Gli stessi autori hanno poi interpretato i loro scritti, facendo anche, oltre agli attori, gli scenografi, i musicisti, i cantanti, i trovarobe.
Da un vecchio baule lasciato in una strada vengono estratti ad uno ad uno i più svariati oggetti che richiamano momenti della nostra vita di qualche decennio fa, e intorno a ogni oggetto si sviluppano e si intrecciano con narrazioni e musiche le storie dei singoli e di una comunità. La narrazione procede fra dialoghi, monologhi e canzoni mantenendosi sempre a distanza dal richiamo della rievocazione nostalgica e facendo invece prevalere, con tono ironico e leggero, il fil rouge che “la storia siamo noi”.
“Statemi a sentire” è un laboratorio esperienziale di narrazione orale e scritta ideato e organizzato dall’associazione Tavole Magiche nell’ambito dell’Avviso Pubblico della Regione Puglia “Puglia Capitale Sociale 3.0”; si avvale della partnership dell’Università Popolare Puglieuropa e dell’Associazione A.N.A.S. Puglia. Collaborano al progetto anche l’Opera San Nicola ODV e l’Associazione culturale Empateya.
Cosa facciamo: raccogliamo e pubblichiamo storie narrate da donne e uomini over 60. Ma soprattutto diamo un’occasione di esprimersi, di far conoscere le proprie esperienze, i propri ricordi, i propri sogni. Insomma di FARSI SENTIRE