Domenica 15 ottobre, alle 20,30, nei nuovi ambienti del Seminario Vescovile di Molfetta (con accesso dal Museo Diocesano) prosegue «Digressioni», la stagione di eventi musicali promossa e organizzata dal centro di produzione Digressione Music, con la direzione artistica di Girolamo Samarelli e il sostegno della Regione Puglia (Attività POR Puglia 2014/2020 Asse VI “Tutela dell’Ambiente e Promozione delle Risorse Naturali e Culturali” – Azione 6.7 “Interventi per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale”).
L’appuntamento è con uno dei capisaldi della storia della musica, le «Variazioni Goldberg» composte per clavicembalo da Johann Sebastian Bach tra il 1741 e il 1745: saranno eseguite da uno dei migliori clavicembalisti dell’ultima generazione, il musicista pugliese Onofrio Della Rosa, autore di una delle più fortunate incisioni per l’etichetta discografica molfettese (Digressione Music 2014); quel disco ha portato lo stesso Della Rosa ad eseguire il capolavoro bachiano al festival internazionale della musica MiTo, nel settembre 2014. L’ingresso è gratuito, infotel: 348.411.36.99.
Le Variazioni Goldberg costituiscono uno dei vertici del magistero bachiano. Addentrandoci nell’opera, è necessario innanzitutto comprendere la natura del concetto di variazione che costituisce la struttura portante delle Goldberg: alla base vi è l’idea di una continua trasformazione del materiale musicale su di un basso ostinato, pratica che nei predecessori e nei contemporanei di Bach ha trovato la sua massima espressione nelle forme della Passacaglia e della Ciaccona. L’uso della variazione su basso ostinato, inoltre, era legato anche a dei significati filosofici e teologici, da Bach ereditati secondo una linea che andava da Keplero a Werckmeister e a Buxtehude, quest’ultimo il più autorevole modello musicale al quale Bach stesso si rifà. Buxtehude, infatti, «faceva un uso frequente dell’ostinato come germe delle sue composizioni, in accordo alla nozione di ciclo temporale connessa al movimento delle sfere»; insomma, la «riproduzione ciclica di un nucleo tematico, sempre uguale a sé stesso ma generatore di diversità» era usato per creare una «metafora dell’universo creato da Dio». Partendo da queste premesse musicali e speculative, Bach crea un’architettura sonora monumentale.
Onofrio Della Rosa, dopo il diploma in pianoforte, conseguito nel 1983 col massimo dei voti cum laude sotto la prestigiosa guida di Angela Montemurro Lentini, si è perfezionato con Carlo Grante e Kostantin Bogino per il pianoforte e con Irwin Gage per la musica vocale da camera. Parallelamente agli studi pianistici ha completato la sua formazione studiando organo e composizione. Intraprende una intensa attività di camerista e collaboratore pianistico, che lo ha portato a lavorare al fianco di importanti nomi del concertismo internazionale. Ha prestato la sua collaborazione come pianista di sala e di palcoscenico al “Festival della valle d’Itria”. Nel ’97 intraprende gli studi nel campo della musica antica per tastiere, studiando sotto la guida di Francesco Baroni e Bob van Asperen, clavicembalo e basso continuo, conseguendo nel 2003 il diploma cum laude. È titolare di cattedra dal 1997 nei conservatori di musica della disciplina di «Accompagnamento pianistico».