Il Festival UrtiCanti 2023 trasporta magicamente il pubblico tra i vicoli di Lisbona con il “Fado Project – da Amalia Rodriguez a Dulce Pontes”

Fado Project – da Amalia Rodriguez a Dulce Pontes“, il secondo appuntamento in scaletta del “Festival URTIcanti … a Pablo” 2023, ci ha letteralmente e magicamente fatto vivere le atmosfere della musica popolare portoghese, ancor più amplificate dalla cornice naturale del chiostro del castello Caracciolo di Cellamare ove questa rassegna si svolgerà per la maggior parte degli eventi in locandina.

L’apertura è stata affidata a due diplomandi del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli: Luigi Scarpa e Francesca Vasa, che, imbracciando le loro chitarre classiche, ci conducono alla scoperta  musicale del compositore contemporaneo Pablo Montagna – eseguendone due brani tratti dalla raccolta “Dieci studi poliritmici” e del “classico”  Mario Castelnuovo – Tedesco,  del quale scelgono di interpretare “Les guitares bien témperées”, op. 199 , preludio e fuga in sol minore.

Il tenero ringraziamento al termine dell’esecuzione rivolto al pubblico ed alla organizzazione tutta, ci fa comprendere (nella lontana ipotesi in cui avessimo nutrito dei dubbi) che la scelta dell’anima femminile di questo festival non possa che essere condivisa ed incentivata; Raffaella Ronchi e Fiorella Sassanelli, infatti, non solo riservano dello spazio importante alle giovani promesse, che, con l’impegno e la passione che mostrano al selezionato pubblico, ci auguriamo riescano a farsi strada in un mondo in cui il territorio del bello ha confini sempre più labili, ma si inventano degli intrecci artistici, inserendo voci recitanti e spettacoli teatrali in un programma il cui titolo, a dispetto, ci porta a pensare che si ascolterà “solo” della musica.

Il cuore della serata viene reso vivo dalla presenza del quartetto, il “Fado Project” formato dalla nota interprete vocale Lisa Manosperti, accompagnata da Domenico Lopez alla chitarra, Leo di Gioia alla fisarmonica e da Mike Zonno al basso, le cui rispettive capacità non hanno bisogno di ulteriori conferme, semmai andrebbero sottolineate per chi ancora non abbia avuto il piacere di esserne stato fruitore tra il pubblico.

Con la loro esecuzione entriamo, facilmente ed in men che non si dica, letteralmente in scenari ideali e sentimenti che con melodie tipiche del “fado”,  la musica popolare portoghese, ci fanno scivolare tra i vicoli di Lisbona, in cui, camminando, avvertiamo quel sentire nutrito di tristezza, nostalgia, povertà, in altre parole nella “saudade”. Parola poco incline ad essere tradotta con un unico sostantivo, in qualunque lingua si parli, in quanto più che un solo sentimento esprime un modo di essere, se non un concetto; in quelle 7 lettere è racchiusa una vita, dicono.

Le musiche, ora di Amalia Rodrigues, ora dei Madredeus ora di Dulce Pontes, tra le altre, non possono prescindere da nessuno degli elementi che compongono il quartetto dinanzi a noi; ognuno di loro conferisce un apporto significativo all’intero pur mantenendo, con carattere, una precisa individualità strumentale e armonica.

La fisarmonica di Leo Di Gioia, dal principio alla fine, dà il ritmo alle melodie meravigliosamente intime, struggenti, passionali ma anche vivaci – sebbene non dimentichino mai di portare con sé quel tipico filo malinconico – sottolineate dalla magistrale chitarra di Domenico Lopez che, tra le sue mani, diventa una seconda voce che con lirismo puro si distingue in assoli che arrivano a percuotere i nostri intimi pensieri non senza dare ulteriore carattere all’interpretazione che, di tutte le storie narrate, viene sottolineata dalla voce di Lisa Manosperti. 

La nota cantante jazz, fiore all’occhiello del nostro territorio, ha fatto rivivere ai presenti echi di atmosfere passate eppure tanto attuali; in fondo la malinconia, la nostalgia, il dolore, la passione e la saudade, la tristezza per non avere più qualcuno accanto a noi o per qualche idea che non vedrà mai la luce, è uno stato d’animo che corre nel tempo… nel passato, nel presente e nel futuro.

Per Mike Zonno, cui nulla più deve essere aggiunto alla sua capacità di creare momenti musicali esperienziali, parla il suo basso, ma anche la sua voce che, oserei dire quasi timidamente, accompagna la Manosperti  in queste ore che tanto hanno dato voce ai celebri artisti portoghesi, di cui Amalia Rodriguez è la musa ispiratrice, riletti anche con qualche sfumatura in chiave jazz.

Anche in questa occasione non è mancato il prezioso apporto della voce recitante di Edoardo Sabato, giovane attore barese, unico rappresentante pugliese al Piccolo Teatro di Milano per il triennio 2021/2024, che oggi pare abbia chiuso, purtroppo, la sua partecipazione al festival, nella ri-lettura di liriche del maestro Michele Damiani, anch’esse ispirate alle atmosfere portoghesi e che ci lasciano, ça va sans dire, la “saudade” per ciò che abbiamo finito di ascoltare.

Gemma Viti
Foto di Federico Cappabianca e Franco Lombardozzi dal web

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