“Note a margine”, il racconto in parole e musica della straordinaria vita artistica del Maestro Nicola Piovani, ha chiuso trionfalmente la Stagione estiva di eventi dell’Agimus Festival di Mola di Bari

Il nome del Maestro Nicola Piovani evoca da sempre nella mia mente un indiscusso talento musicale, un’eccellenza di cui il nostro paese può vantarsi in tutto il mondo, un compositore da premio Oscar, ma che fosse anche uno straordinario narratore lo avevo scoperto qualche mese fa, grazie ad una conferenza stampa cui avevo partecipato presso il Teatro Petruzzelli durante la quale si era parlato della commissione di un’opera per ragazzi, “Il labirinto di Creta”, da parte della Fondazione che il maestro sta scrivendo e che sarà rappresentata durante il 2024. Mi aveva colpita profondamente il suo raccontarsi, attraverso aneddoti della sua vita da bambino che scopriva la magia del teatro e della musica in modo, (e non era scontato), chiaro ed accattivante.

Ancor più oggi, quindi, posso dirmi catturata del racconto, in parole e musica, della sua straordinaria carriera, legata a miti indiscussi del cinema italiano ed internazionale, da Federico Fellini a Marco Bellocchio, da Mario Monicelli ai fratelli Taviani da Nanni Moretti a Bigas Luna, fino ad arrivare a Roberto Benigni, che forma lo scheletro sul quale si fonda lo spettacolo intitolato “Note a margine” portato in scena nell’Arena del Castello di Mola di Bari in qualità di magnifica chiusura della splendida stagione estiva di eventi dell’Agimus Festival diretto dal Maestro Piero Rotolo.

Lo spettacolo nasce circa 20 anni fa, su commissione del Festival di Cannes, sotto forma di “Leçon”, che il Maestro ha pensato di ampliare nel corso degli anni, mutandone il titolo in “Note a margine” perché, oltre quelle musicali, ci sono appunti di vita collegati, note appunto, riferite ai pezzi eseguiti, in una splendida versione “da camera” con la collaborazione perfettamente integrata dei bravissimi Marina Cesari al clarinetto ed ai sassofoni e Marco Loddo al contrabbasso e con la “scenografia” su schermo dei disegni del divino Milo Manara.

Ed ecco che, attraverso la colonna sonora de “La notte di San Lorenzo” dei fratelli Taviani si pone l’accento sulla perplessità espressa all’epoca dal giovane Piovani sull’argomento, secondo lui abusato, della Resistenza, perplessità che adesso lui chiama alterigia, così come Mario Monicelli lo costringeva ad acquistare il giornale senza prestargli il suo perché era necessario apprezzare la libertà di poter scegliere cosa leggere, libertà di cui lui non aveva potuto godere in gioventù ed acquisita con sacrifici e sangue, a significare che il conservare la memoria è fondamentale per capire da dove si arriva e dove ci si sta dirigendo.

Altro divertente aneddoto riguarda Federico Fellini, con il racconto di una piccola avventura che vide il regista riminese e il compositore perdersi in auto nelle campagne prospicenti la Tuscolana romana grazie ad una fantomatica scorciatoia consigliata a Fellini che li portò in un piazzale “discarica” nel quale il padre de “La dolce vita” intravide poesia e bellezza in un panorama formato da copertoni bruciati, (e chi se non Fellini avrebbe potuto farlo?), tanto da augurarsi di smarrirsi ancora nei giorni successivi.

Si va avanti con “Good Morning Babilonia”; dopo che fu realizzata la colonna sonora Paolo Taviani notò che in una scena del film, ambientato negli anni 20, i protagonisti si recavano al cinema all’epoca muto, la colonna sonora a quei tempi era eseguita in diretta durante la proiezione grazie alle partiture inviate dalle case produttrici e alla bravura degli esecutori, quasi sempre pianisti, che dovevano essere perfettamente sincronizzati con le scene, quindi sicuramente possedevano un indiscusso talento al quale però la vita non aveva riservato l’occasione giusta per farsi conoscere e se pensiamo, come sottolineato da Piovani, che il genio di Bach è stato individuato e fatto conoscere al mondo da Mendelssohn, comprendiamo bene quanto sia fondamentale, appunto, una singola occasione.

La mitologia greca è stata fonte di ispirazione del Maestro Piovani, con la sua imperitura modernità, come il mito di Narciso, che ricorda effettivamente molto della nostra società attuale, o ancora quello delle Sirene ammaliatrici e seducenti che sfidarono in un duello musicale le Muse e poi, sconfitte, si suicidarono gettandosi nelle acque del Tirreno ma una di esse, Partenope, con il suo canto struggente mosse a compassione i venti e le correnti marine che trasportarono il suo corpo sulle coste di Castel dell’Ovo e sul luogo della sua sepoltura nacque la città di Partenope, l’attuale Napoli.

Fare musica dal vivo è fondamentale, chiosa alla fine il Maestro, è qualcosa che esiste da sempre ed esisterà per sempre; finora ho parlato del racconto a parole, quello in musica è difficilmente descrivibile, perché tutti i brani eseguiti, che si tratti di “La notte di San Lorenzo”, “L’Intervista”, “La voce della Luna”, “Caro Diario” “Il Suonatore Jones” composto con Fabrizio De Andrè o “Il Pianino delle Meraviglie”, il bis che ha chiuso il concerto, sono accomunati da un denominatore unico, quello di essere stati eseguiti da un musicista straordinario, Nicola Piovani, e qui mi arrogo il diritto di non chiamarlo con il titolo di Maestro, perché non è solo un pianista, lui e il pianoforte diventano un corpo unico, imprescindibili l’uno dall’altro e non è tecnica, virtuosismo o fantasia ma, semplicemente, amore. Nicola suona e Pianoforte risponde, si cercano, si rincorrono e si trovano e non si può fare a meno di restare lì, imbambolati, ad ascoltare sperando che non finisca mai.

Un solo ed unico momento non ha avuto bisogno di racconto, di aneddoti o di “annotazioni” ed è stato quello in cui si sono avvicendati i brani simbolo della carriera del Maestro Piovani, “Buongiorno Principessa” e “La vita è bella”, scrivendo questo pezzo ho cercato aggettivi per descriverli ma poi mi sono detta, non lo ha fatto il Maestro, perché io dovrei? E allora mi è venuta in mente la frase di una canzone musicata da Nicola Piovani su testo dei papà proprio de “La vita è bella”, Vincenzo Cerami e Roberto Benigni, che descrive perfettamente quel momento, ed è questa: “Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai, e non lo sai perché non te l’ho detto mai, anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te. Quanto t’ho amato e quanto t’amo non lo sai, non l’ho mai detto e non te lo dirò mai, nell’Amor le parole non contano, conta la Musica”.

Gabriella Loconsole
Foto: Musicarte di G. Mirizio
per gentile concessione dell’Agìmus

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1 commento su ““Note a margine”, il racconto in parole e musica della straordinaria vita artistica del Maestro Nicola Piovani, ha chiuso trionfalmente la Stagione estiva di eventi dell’Agimus Festival di Mola di Bari

  1. Natale Rispondi

    Dispiace non aver avuto la possibilità di assistere al concerto del M°Piovani.
    La brava ed attenta Gabriella Loconsole però riesce a trasmettere belle emozioni nelle sue originali recensioni.

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