La giovanissima Ana Carla Maza porta tutta la carica emotiva di Cuba al Minareto della Selva di Fasano per “Bari in Jazz” 2023

Il cartellone di Bari in Jazz 2023 non finisce mai di stupirci con artisti sempre straordinari. Sul palco del Festival metropolitano si alternano nomi importanti che affondano le proprie radici nel jazz nel senso più ampio del termine; è del resto nel DNA di questo genere musicale essere continuamente terreno di commistione che mette insieme diverse culture e stili, per confluire in qualcosa di diverso, di originale, di imprevisto.

Nato come evento dal chiaro richiamo al jazz tanto da averlo nel nome, “Bari In Jazz”, negli anni si è evoluto, ampliando la propria proposta ed includendo spettacoli di grande qualità che sono sconfinati in territori di musiche diverse, e divenendo, a tutti gli effetti, un evento che ogni anno richiama in Puglia migliaia di appassionati di quella che è definita “World Music”; artisti provenienti dai quattro angoli del mondo portano la propria storia, la propria poetica, il proprio suono sui palchi sparsi nei numerosi comuni dell’area barese e brindisina.

Nel suggestivo e spettacolare sito del Minareto alla Selva di Fasano, tutto il mese di agosto è stato denso di appuntamenti. Il Festival di Bari in Jazz, un progetto dell’Associazione Culturale Abusuan di Bari è arrivato alla diciannovesima edizione, sotto la guida di Koblan Amissah e come sempre nel suo stile, ci propone sempre sonorità tra le più disparate ed affascinanti.

Il Minareto (una vera e propria costruzione orientale, con tanto di torre) ancora oggi resta densa di fascino e di mistero. La sua costruzione iniziò intorno al 1915 per volere di Damaso Bianchi, dopo un suo viaggio in oriente. Voleva che questo posto diventasse faro e luce per diffondere la cultura in tutto il territorio. Damaso Bianchi colpito da paralisi nel 1932, morì nel 1935. Due anni dopo, suo figlio Giuseppe donò la villa allo Stato con l’idea che se ne facesse una colonia estiva per bambini intitolata al genitore. Nel febbraio 1976 la proprietà passò alla Regione Puglia, che nel 2003 diede l’edificio in concessione al Comune di Fasano. Le recenti ristrutturazioni sottendono al progetto di realizzarne un contenitore culturale per convegni, conferenze, mostre d’arte e concerti a servizio della Puglia.  Ancora oggi la struttura resta inagibile, ma il giardino esterno, con il suo panorama mozzafiato sul Canale di Pirro verso Laureto, resta il posto ideale per gli appuntamenti estivi.

Reduce dal Festival Jazz di Parigi, e da un concerto alla Fenice di Venezia, il 9 agosto, sul palco del Minareto, si è esibita la cantante e violoncellista cubana Ana Carla Maza, 28 anni, una vera forza della natura. Bravissima nel canto ed altrettanto brava con il suo strumento. Accompagnata magistralmente dal pianista tedesco Norman Peplow, è riuscita ad entusiasmare il pubblico presente, per uno spettacolo sold out.

A soli 28 anni, Ana Carla Maza dipinge con il suo violoncello la folle esuberanza dell’Avana. A suo dire, a Cuba la musica fa parte del paesaggio. Nasce in una famiglia di musicisti – il padre Carlos Maza, acclamato pianista cileno, e la madre Mirza Sierra, chitarrista cubana. Inizia a suonare a 8 anni e, solo due anni dopo, calca per la prima volta un palcoscenico dell’Avana. Nel 2012 si trasferisce a Parigi per studiare al Conservatorio, incontra il violoncellista Vincent Segal e inizia una carriera “in solo” che l’ha portata a esibirsi in tutta Europa. Nel 2016 pubblica “Solo Acoustic Concert”, interpretando le tradizioni musicali della sua infanzia, dalla bossa nova brasiliana all’habanera cubana e nel 2020 regista il disco “La Flor”. Entrambi gli album includono ritmi latini, brani pop, armonie jazz e tecnica classica. “Bahia”, uscito lo scorso anno, è un favoloso mix di violoncello classico e voce, che attinge a suoni cubani, samba, bossa nova, tango, jazz e chanson.

Ana Carla continua a raccontare in musica quella gioia di vivere in allegria, la folle esuberanza dell’Avana e i ritmi samba del Brasile. Un viaggio in musica attraversando Cuba, il Brasile, l’Argentina, la Repubblica Dominicana.

L’artista dell’Avana, che oggi vive tra Parigi e Barcellona, ha portato dal vivo il suo terzo lavoro discografico, «Caribe» in uscita per il prossimo autunno. Contrariamente ai suoi precedenti album, in solo con il suo violoncello, questa volta sarà accompagnata dai suoi musicisti (pianoforte, percussioni e batteria). Ritmi di salsa, cumbia, merengue, tango, reggae, samba, mescolati al jazz e alla musica classica. Il concerto è stato un viaggio in musica, attraverso i vicoli e le strade dell’Avana, per proseguire poi, attraverso le sonorità e i ritmi di tutto il Sud America.

Non è mancato un omaggio dedicato ad Astor Piazzolla con un brano a lui intitolato, passando con disinvoltura al raggae giamaicano.

Il primo set della serata ha visto sul palco un altro splendido spettacolo delle Faraualla, che con le loro voci non hanno avuto difficoltà ad integrarsi nel contesto del Minareto. Bravissime anche loro.

Una serata davvero speciale, come poche. Prendete nota del suo nome, perché ne sentiremo parlare a lungo.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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