“Stoc Ddò’ – Io sto qua” di e con Sara Bevilacqua, “Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola” con Luigi D’Elia, “L’acquasantissima. Ultimo giorno di don Salvatore” con Fabrizio Pugliese: il teatro civile pugliese trionfa al Palio Ermo Colle 2023

Nell’autorevole manifestazione nazionale gli spettacoli di Sara Bevilacqua, Luigi D’Elia e Fabrizio Pugliese si aggiudicano tutti i premi, del pubblico e della critica.

Sul podio del XXII Palio Ermo Colle salgono insieme tre Compagnie pugliesi premiate in un’edizione nella quale il teatro civile Made in Puglia fa incetta di tutti i riconoscimenti: quello del pubblico (a Sara Bevilacqua) e quello della critica (ex aequo a Luigi D’Elia e a Fabrizio Pugliese).

È accaduto sabato 12 agosto a Montechiarugolo, a pochi chilometri da Parma, nella serata finale del Palio Poetico Teatrale Musicale, unico in Italia nel suo genere, nel quale da oltre vent’anni si incontrano le migliori Compagnie nazionali impegnate nel racconto del nostro tempo.

Il Premio del Pubblico è stato assegnato a Meridiani Perduti Teatro per Stoc Ddò’ – Io sto qua di e con Sara Bevilacqua, drammaturgia di Osvaldo Capraro, con la seguente motivazione: «Bravissima Sara Bevilacqua in Stoc Ddo’- Io sto qua, drammaturgia di Osvaldo Capraro, visto alla preziosa Villa La Steccata di Traversetolo, un nuovo ingresso per l’Ermo Colle: una storia vera, un dramma per sempre – la morte di un figlio – diviene essenza di dolore permettendo nello stesso tempo la creazione di tutto un mondo di relazioni, il matrimonio, Bari vecchia che muta, la droga che stravolge le persone, la lucida analisi di quanto accaduto, gli affetti intorno, la necessità di andare avanti, capace infine quella madre di abbracciare l’uomo che, ragazzo, aveva fatto parte del gruppo degli assassini, un intenso esempio di giustizia riparativa, quando una comunità riesce a far convivere vittime e colpevoli.»

«Dedico questo premio a Lella» ha affermato Sara Bevilacqua, che racconta la storia di Michele Fazio, vittima innocente di mafia «a mia mamma e a tutte le donne tenaci, coraggiosamente fragili, capaci di trasformare il dolore più nero della pece in fonte di luce pura, divenendo faro per gli altri».

Il Premio della Critica è stato dato ex aequo agli spettacoli di Luigi D’Elia e Fabrizio Pugliese.

Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola, con Luigi D’Elia, affiancato per la drammaturgia da Francesco Niccolini, regia di Fabrizio Saccomanno è stato premiato con la seguente motivazione: «Luigi D’Elia incanta con un’interpretazione ricca di sfumature, fuori/dentro la figura di Don Milani, creando ambienti, atmosfere, relazioni, moltiplicando interrogativi. Strana quella scelta di vita per un ragazzo bello e ricco: voler fare il sacerdote! Un prete difficile, ribelle, determinato, che, con i ragazzi del Mugello, scuoterà radicalmente la scuola italiana, fondamentale la Lettera a una professoressa, dimostrazione delle ingiustizie che “innocenti” insegnanti perpetuavano nelle classi promuovendo chi la vita aveva già promosso alla nascita, per luogo, genitori, censo. Ma alla fine è la persona a diffondere commozione, la sua morte, Don Milani sepolto a Barbiana».

Ha detto Luigi D’Elia: «È un anno particolare per Don Milani, l’anno di un centenario d’etichetta che forse l’avrebbe fatto arrabbiare, considerando che i divari della scuola pubblica sono ancora sotto gli occhi di tutti. Ma questo premio per noi onora quella Repubblica “pirata” che è stata Barbiana, quella scuola “per tutti” dispersa nei boschi dell’Appennino che ha cambiato per sempre il modo di “vedere”».

L’acquasantissima. Ultimo giorno di don Salvatore di Ura Teatro, con Fabrizio Pugliese, anche autore e regista insieme a Francesco Aiello ha ricevuto il premio con la seguente motivazione: «Molto differente ma di ugual valore la recitazione di Fabrizio Pugliese, severa, asciutta, pochi i gesti, i movimenti, tutto misurato ma di un’intensità ipnotica mentre si scoprono i meccanismi dell’“onorata società”, i suoi riti, la necessità di aderire alle buone regole sociali, andare a messa, fare la comunione. Poi, certo, uccidere se qualcuno trasgredisce. Tutti sanno. E don Salvatore sembra ben comprendere principi e metodi, la sua adesione serena. Ma qualcosa accade. Non se la sente di uccidere quel ragazzo, instupidito dalla cocaina, che lui aveva cresciuto quasi come un figlio. Un grave atto di insubordinazione. Toccherà a lui di morire. Sì: è quello il suo ultimo giorno».
Prodotto da URA Teatro e Teatri Del Sacro, L’Acquasantissima, impreziosito dalle musiche di Remo De Vico, vede in scena l’attore e regista salentino Fabrizio Pugliese, che firma la direzione dello spettacolo con Francesco Aiello. I temi sono mafia, religione e, inevitabilmente, potere. Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica? Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime? In scena è un mafioso stesso a parlare: le storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo. Pugliese dà forma ad una creatura narrante anima nera della mafia, lato oscuro del pensiero meridiano.

«È un piacere e un onore» dichiara Fabrizio Pugliese, che dà forma in scena ad una creatura narrante anima nera della mafia, lato oscuro del pensiero meridiano «aver partecipato ad un Palio come Ermo Colle per la cura, la gentilezza, l’onestà culturale di chi lo porta avanti da più di vent’anni. Nel mio lavoro parlo di ‘ndrangheta, ma è un pretesto per indagare l’anima nera del potere. Decine di compagnie da tutta Italia hanno abitato questo festival, che si distingue per la cura, la gentilezza, l’onestà culturale di chi lo porta avanti da più di vent’anni. Che vinca la Puglia è per noi un grande orgoglio – dice Pugliese. In particolare per noi di Ura Teatro, una bella soddisfazione tornare a vincere questo storico premio già portato a casa dalla nostra compagnia nel 2017 con Gramsci di Fabrizio Saccomanno. Bissare con L’Acquasantissima ci rende molto fieri. Un riconoscimento importante in un momento altrettanto importante e significativo. Grazie ai critici per lo sguardo attento e sapiente. Grazie a tutti quelli che continuano a credere in questo nostro lavoro così complesso e così pieno di senso».

Il Premio della Critica è stato assegnato dalla Giuria composta da Valeria Ottolenghi (critica teatrale e giornalista della Gazzetta di Parma), Elisa Cuppini (danzatrice, attrice, regista), Roberta Gatti (Associazione Culturale Uot-Unità di Organizzazione teatrale), Silvio Malacarne (germanista, fine conoscitore della cultura teatrale), Sandra Soncini (attrice e danzatrice). Il Premio del Pubblico, come da tradizione, è stato decretato dal pubblico stesso che ha assistito agli spettacoli.

È da tempo che la Puglia è terra di premi e riconoscimenti importanti per il teatro, sia per compagnie indipendenti come in questo caso, che per realtà più istituzionali. Nel campo più specifico del teatro di narrazione, poi, il dato vale ancora di più. Segno probabilmente di una terra che ha nel suo DNA una vocazione istintiva per il racconto e, forse, per una urgenza vitale di narrare per sopravvivenza, riscatto, rabbia. E poesia. 

Info su Ermo Colle: https://www.ermocolle.eu/.

Info su Meridiani Perduti Teatro: https://www.ilsonar.it/schedacompagnia.php?lang=&id=5397.

Info su Luigi D’Elia: https://www.luigidelia.it/.

Info su Ura Teatro: https://www.ilsonar.it/schedacompagnia.php?id=2397.

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