Gli uomini visti come “cibo del tempo”, “fabbriche di passato” che formano una grande biblioteca di storie: “Cronorifugio”, il sorprendente libro di Georgi Gospodinov

Conseguenze della sindrome: malinconia, indifferenza o forte attaccamento al passato e idealizzazione di avvenimenti accaduti in modo diverso o, il più delle volte, non accaduti. A confronto del passato, il presente all’improvviso si scolora, i pazienti sostengono di vedere letteralmente in bianco e nero, mente i ricordi del passato sono sempre colorati, anche se nei colori più pallidi delle polaroid. Frequente soggiorno in una quotidianità alternativa e inventata.”

Chi siamo se perdiamo i nostri ricordi?

Ho fatto una altra disgressione, mi sia perdonato, ma il passato è pieno di vicoletti, stanze al pianterreno, tagli di stoffa e corridoi. E di annotazioni per cose che ci erano sembrate insignificanti e poi all’improvviso capiamo che proprio là, tra le cose insignificanti, nidificava e deponeva le uova l’anatra del passato.”

Cronorifugio, Premio Strega Europeo 2021, è un libro di una bellezza difficile da spiegare. L’autore, Georgi Gospodinov, ti introduce in tante stanze: ora sei in un romanzo politico, poche pagine dopo sei in un romanzo apocrifo-autobiografico oppure in un saggio narrativo, e continui ad attraversare porte in ogni direzione possibile. E’ come entrare in una scatola cinese. Cronorifugio è un tesoro malinconico, dolorosissimo, divertente e originale che custodisce quello che siamo stati e quello che saremo.

C’è qualcosa, c’è malinconia e attrazione che, invece di affievolirsi, sembrano rafforzarsi con gli anni. E questo è certo connesso col sempre più veloce svuotarsi delle stanze della mia memoria. Uno che apre porta dopo porta, passando da stanza in stanza con la speranza, speranza e paura, di incontrare una di queste sé stesso – là dove è ancora integro. Non è forse questo libro sul passato un tentativo, in ultima analisi, di arrivare in quel luogo salutare, per quanto indietro nel tempo, dove le cose sono ancora integre, profuma di erba, guardi da vicinissimo la rosa nel suo labirinto. Dico luogo, ma si tratta di tempo, un luogo nel tempo. Un consiglio da parte mia, non visitate mai e poi mai, dopo una lunga assenza il luogo che avete lasciato da bambini. È cambiato, svuotato di tempo, abbandonato, spettrale. Là. Non c’è. Nulla.”

Vorrei scriverne una recensione, ma è una impresa difficile, mi limito solo a darvi un consiglio per vivere una esperienza inimmaginabile, soprattutto per chi ha voglia di perdersi in tutti i tempi possibili, come quando si guarda un vecchio oggetto e ci si vede un mondo. Nessuno descrive la malinconia e la nostalgia come Gospodinov.

“Lo prendo per mano e dico, a bassa voce ma con chiarezza: Vedi, vecchio, la vita è più di una sconfitta. Lui si volta molto lentamente verso di me. Mi guarda, non sono sicuro di cosa veda, cosa stia galoppano nella sua mente svuotata. Sono passati quaranta anni da quando guardammo insieme questa partita. Se non sono presente nella sua memoria, esisto davvero?”

Siamo “fabbriche di passato”, noi uomini “cibo del tempo”, tra chi ha perso la memoria e chi la ricostruisce a modo suo, siamo una grande biblioteca di storie, che diventa un invito all’empatia. “Dove vanno a finire tutte le storie accadute e quelle non accadute?” Perché quando l’uomo se ne va il suo passato rimane e a chi resta non può altro che stringersi in un abbraccio, imparando dall’esperienza degli altri e comprendere la frammentazione della nostra esistenza.

Qualcuno spegne la luce nelle stanze del tuo stesso corpo.

Questa cura, il personaggio Gaustin ( già conosciuto nel precedente acclamato libro “La fisica della malinconia”) la materializza nella costruzione della Clinica del passato, in cui ogni piano è dedicato a un decennio, un non-luogo dove i pazienti possono ritrovare la serenità perduta e muoversi in un mondo che riconoscono. Fin qui tutto sembra andare quasi bene, ma la prospettiva di un confortevole rifugio dal presente finisce per sedurre anche chi è perfettamente sano. Il dramma della memoria quindi non è solo personale, diventa collettivo come se fosse una epidemia. E tra il grottesco e l’ironico in Europa viene indetto il primo referendum sul passato, ma quale passato scegliereste in cui vivere il futuro tutti insieme? 

E credimi, un giorno, molto presto, molti cominceranno a scendere nel passato da soli, a perdere la memoria di propria volontà. Si profila un tempo in cui sempre più persone vorranno nascondersi nella grotta e tornare indietro. E non da una bella situazione,in ogni caso. Dobbiamo essere pronti con rifugi antiaerei del passato. Chiamali pure se vuoi cronorifugi.”

E ancora una volta Cronorifugio si trasforma, diventa  opportunità per riflettere sulla grande incertezza che affligge il nostro tempo, mettendo in moto quella che potrebbe essere considerata tanto un’evoluzione quanto una regressione, evidenziando la vulnerabilità della nostra società.

Tutte le storie che sono accadute si somigliano, ogni storia non accaduta non è accaduta a modo suo“.

Di Gospodinov  è stato detto: “Definito il Milan Kundera della Bulgaria per i suoi viaggi nel mondo interiore, potrebbe essere accostato anche a Friedrich Dürrenmat per la sua riscrittura del mito del Minotauro, ma a ben vedere Georgi Gospodinov è uno scrittore unico.” La bellezza del suo stile originale, indimenticabile e inclassificabile, si percepisce anche nel suo gigantesco bagaglio culturale e letterario, vi consiglio di assaporare lentamente ogni pagina perché vi troverete coinvolti in tante importanti riflessioni su temi complessi e spesso insoluti.

Il passato ha una data di scadenza?

Maurizia Limongelli

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