L’intramontabile James Senese ha infiammato il pubblico della IX edizione della rassegna “Ad libitum – la grande musica a Polignano”

Nella lettera del 2 marzo 1787, della sua opera “Viaggio in Italia” Johann Wolfgang von Goethe scrisse: Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. – Vedi Napoli e poi muori! – dicono qui”.

Parafrasando la citazione, potrei altresì dichiarare “ascolta musica napoletana e potrai affermare di aver ascoltato la Musica” che poi è la logica conseguenza cui la mia mente è giunta durante il concerto che James Senese ha tenuto nello splendido scenario di Polignano a Mare e, più precisamente, nell’Atrio del Museo Pascali, nell’ambito del Festival “Ad libitum” diretto da Maurizio Pellegrini.

Il “Brother in soul” napoletano ha presentato il suo ultimo album, “Stiamo cercando il mondo” accompagnato dalla sua band, (Fredy Malfi alla batteria, Rino Calabritto al basso e Alessio Busanca alle tastiere), alternando nell’esecuzione pezzi del suo storico repertorio dove pop, rock, ma soprattutto jazz e soul si alternano, si amalgamano e danno vita ad un caleidoscopio di emozioni in musica unico nel suo genere, soprattutto perché, come ben sanno gli estimatori di Senese, il lavoro sulla musica è accompagnato come sempre da testi dal profondo significato sociale, in modo che la Napoli vera, quella profonda e non scimmiottata dagli stereotipi comuni, affiori prepotentemente in tutta la sua indomabile bellezza.

Ovviamente l’unicità di James Senese è da ricercare nel suo DNA, classe 1945, figlio del militare afroamericano James Smith e della napoletana Anna Senese, cresciuto a Napoli, non poteva che divenire il grande innovatore padre di quella corrente sfociata nei vari sodalizi artistici conosciuti con i nomi di Showman e Napoli Centrale, band nella quale mosse i primi passi anche Pino Daniele, omaggiato durante il concerto con una splendida versione di “Chi tene ‘o mare”.

Ma James Senese è soprattutto un virtuoso del sassofono; in tutti i brani presentati, la imprescindibile presenza di questo meraviglioso strumento riusciva a trasmettere, con la sua forza comunicativa, sentimenti e intenzioni rafforzando il significato già importante dei testi; a proposito dei testi, il brano più significativo dell’album, che ha chiuso il concerto, è senza dubbio “Senza libertà” da cui scaturisce la rabbia per l’inutilità dei conflitti che promettono una libertà inesistente e condannano alla sottomissione al volere di pochi, mentre in “Stiamo cercando il mondo”, che dà il titolo all’intero progetto, c’è il desiderio di ritrovare il mondo reale che da qualche anno, complice la vita frenetica, abbiamo perso: un monito a tutti, alle nuove generazioni in primis.

La performance di James Senese è stata, come detto, presentata nell’ambito della rassegna “Ad Libitum” sotto la direzione artistica di Maurizio Pellegrini, che, partita lo scorso 25 giugno, ha ancora moltissime frecce da scoccare al suo arco, tra cui, il prossimo 5 agosto “Odissea un racconto mediterraneo – la gara dell’arco canto XXI” con Moni Ovadia, che segue il fil rouge che accomuna diversi spettacoli della rassegna ispirati al celebre poema omerico, che proseguirà con “Regine – il viaggio di Odisseo” viaggio tra i brani simbolo della soul music al femminile (da Aretha Franklin a Tina Turner). Da segnalare, tra gli altri “Ascoltare le immagini – colonne sonore dal grande schermo” l’11 agosto, “Da Atene al mondo – omaggio a Maria Callas” il 16 agosto e, a concludere, il 9 settembre “Enoch Arden – storia di un naufrago” con il direttore Maurizio Pellegrini, che ha anticipato un proseguo del progetto previsto per il prossimo autunno.

Gabriella Loconsole

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