Uno straordinario weekend chiude Classiche Forme 2023, Festival internazionale di musica da camera diretto da Beatrice Rana

Classiche Forme, Festival Internazionale di Musica da Camera fondato e diretto dalla pianista Beatrice Rana, domani, sabato 22 luglio, alle ore 21.00, va in scena con il terzo e ultimo appuntamento Fuoriporta. Sarà a Casarano, nel Teatro Fondazione Filograna, con il concerto “Le Maschere” in cui risuonerà, tra l’altro, in prima esecuzione assoluta, la nuova commissione Classiche Forme 2023 al compositore pugliese Domenico Turi, per il centenario della storica azienda calzaturiera salentina Elata, già nota per essere ai piedi anche di star hollywoodiane, come il premio Oscar Anne Hathaway, Sofia Loren, Penelope Cruz. Elata, inoltre, produce una linea di calzature dedicate al ballo apprezzata da tempo nel mondo dello spettacolo oltreoceano: vestono Elata gli artisti di molte produzioni di Broadway.

Interprete del concerto di Casarano di sabato sarà un’ampia formazione di star della musica classica:il grande flauto di Emmanuel Pahud, eclettico virtuoso tra i più stimati del globo, l’enfant prodige lettone del violoncello, Tim Posner, il giovanissimo talento del violino Tim Crawford, poi il clarinettista Kevin Spagnolo, il mezzosoprano specializzato in teatro musicale Chiara Osella. Poi, la violinista Maja Avramovic, la violoncellista Ludovica Rana, il violista Giuseppe Russo Rossi, il contrabbassista Giorgio Magistroni, il pianista Massimo Spada, il percussionista Francesco Muraca e la stessa Beatrice Rana.

Il programma si apre con due brevi e gradevoli melodie di Dmitri Šostakóvič tratte dal film “The Gadfly” e “The return of Maxim”. Introducono uno dei capolavori assoluti del repertorio cameristico con clarinetto: il Trio Op. 114 di J. Brahms. Nato dal fortuito incontro con il celebre clarinettista virtuoso dell’epoca Richard Mühlfeld, il Trio è segnato da un’atmosfera elegiaca, piuttosto contemplativa, lontana dalle tinte forti del sonatismo che caratterizzano le altre produzioni. Eseguito la prima volta il 24 novembre 1891, dallo stesso Brahms al pianoforte, è un tipico esempio dello stile sobrio e concentrato delle ultime opere del compositore tedesco. Non offre nulla di straordinario o inusuale salvo che nella sua lucida lavorazione e il calore romantico; Eusebio Mandyczewsky, amico del compositore e rispettato studioso musicale, dopo aver ascoltato il Trio, scrisse in una lettera a Brahms, che gli strumenti gli erano sembrati come innamorati l’uno dell’altro. 

Segue “Le maschere” di Domenico Turiper voce femminile ed ensemble (mezzosoprano, flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte), Commissione ClassicheFORME per la celebrazione dei 100 anni di Elata, storico calzaturificio artigianale salentino dal 1923, oggi famoso anche a Hollywood, anche per aver vestito le star dei musical americani. E’ una raccolta di canzoni, di piccoli brani di teatro musicale dedicati alla commedia dell’arte italiana, ma soprattutto alle varie culture e tradizioni delle varie regioni italiane. Un omaggio al grande patrimonio che caratterizza tutta la penisola italica e che grazie all’utilizzo di testi appositamente scritti nei vari dialetti regionali, vuole essere un viaggio in mondi apparentemente vicini ma anche molto diversi. Un viaggio che dalla Puglia arriva al Piemonte e al Veneto, passando dalla Campania e il Lazio. Il ciclo vanta la collaborazione di scrittori come Federico Capitoni, Sandro Cappelletto, Valentina Diana, Giulia Loperfido e Stefano Valanzuolo e vedrà una voce femminile dialogare con le diverse maschere, affidate alla sola espressione musicale dell’ensemble, nelle situazioni più disparate.

Conclude la serata il Carnevale degli Animali di C. Saint-Saëns, una divertente caricatura musicale, ispirata al mondo degli animali ma con manifesti riferimenti satirici a determinati personaggi. Proprio per questi intendimenti ironici Saint-Saëns ne proibì l’esecuzione in pubblico, fatta eccezione per “Il Cigno” che, rivelatosi subito un grandissimo successo, fu utilizzato da Mikhail Fokine per il celebre balletto “La morte del cigno”, rappresentato al Teatro Mariinskij nel 1905 e diventato il simbolo del nuovo balletto russo.

Ha detto Domenico Turi: <<Elata non è un’azienda qualunque, è una famiglia, un miracolo, un sogno. Passeggiando tra la gente, i macchinari, i tessuti che inebriano di un profumo meraviglioso l’ambiente, Salvatore Nicolazzo (CEO di Elata) mi ha raccontato della sua famiglia, della loro storia e del loro rapporto con le più importanti compagnie di musical al mondo. Da amante del teatro musicale sicuramente a Londra o a New York avrò visto degli spettacoli che calzavano Elata, ma anche chi non è mai andato a vedere un musical dal vivo avrà visto queste meravigliose calzature in alcuni dei film più importanti dedicati alla danza. Da anni avevo in mente un progetto sulle maschere della commedia dell’arte, un ciclo di brani dedicati non solo ai singoli personaggi, ma anche ai vari dialetti italiani, alle varie tradizioni culturali e musicali della penisola. Mi sembrava un connubio perfetto per festeggiare questo grande evento con un brano festoso tra tradizione, presente e futuro. Forse ho scritto una cosa un po’ “folle” ma mi sono divertito molto e spero che anche i musicisti e il pubblico possano fare altrettanto>>.

La chiusura della settima edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera fondato e diretto da Beatrice Rana è con la Maratona Classiche Forme, di scena nel Chiostro del Rettorato di Lecce alle ore 20: è un concerto cameristico in tre atti pensato dalla direttrice artistica studiando gli impaginati di inizio ‘900, quando in epoca di non riproducibilità dell’opera d’arte, il desiderio di musica dal vivo era così acuto da chiedere vere e proprie maratone.

Gli interpreti anche in questo caso straordinari: la formazione si arricchisce, rispetto alla serata precedente, del soprano Rosa Feola, presenza costante dei migliori palchi d’opera del mondo.

In programma ancora un omaggio del festival a Rachmaninoff, con le Danze Sinfoniche per due pianoforti, un brano che il compositore russo scrive dopo la versione orchestrale, nel 1940 e che lui stesso eseguì, per la prima volta in pubblico, a Long Island, con il pianista Vladimir Horowitz.

In seconda parte, brani cameristici dei romantici Schubert e Liszt e poi ancora Rachmaninoff con il celeberrimo Vocalise composto nel 1915, una romanza senza testo che, come scrive Gianluigi Mattietti, si pone come un lavoro “astratto” che “richiama nella sua struttura lo stile melodico di Bach […] si muove nella stessa chiara atmosfera, di divina tranquillità”.

Chiuderà il festival l’effervescente Carnevale degli Animali di Saint-Saëns, una divertente caricatura musicale, ispirata al mondo degli animali ma con manifesti riferimenti satirici a determinati personaggi. Proprio per questi intendimenti ironici Saint-Saëns ne proibì l’esecuzione in pubblico, fatta eccezione per “Il Cigno” che, rivelatosi subito un grandissimo successo, fu utilizzato da Mikhail Fokine per il celebre balletto “La morte del cigno”, rappresentato al Teatro Mariinskij nel 1905 e diventato il simbolo del nuovo balletto russo.

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