Con il “Viaggio audiovisivo nella psichedelia classica” di Francesco Adinolfi si è aperto il “Loop Festival 2023”, l’IndieVisualFestival curato da Michele Casella

E’ partito il “Loop Festival 2023” l’IndieVisualFestival che, come spiegato nell’introduzione dal direttore artistico Michele Casella, quest’anno avrà come leitmotiv la psichedelia; “Music to change your mind” – questo il titolo della rassegna annuale – racconterà la nascita e l’evoluzione della musica psichedelica nel corso di quattro serate, creando un programma differente attraverso un percorso di senso, per immagini, musica e parole.

Il primo incontro ha avuto come tema il “Viaggio audiovisivo nella psichedelia classica” incentrato sulle radici della psichedelia, attraverso il racconto, intervallato da video del giornalista Francesco Adinolfi.

Il termine “psichedelia”, coniato dallo psichiatra Humphry Osmond, significa letteralmente “estensione della coscienza” e porta, per aggancio mentale, all’LSD. La corrente musicale detta appunto psichedelica nasce infatti grazie all’influenza straniante della sostanza che verrà messa al bando prima negli USA e poi nel resto del mondo, a partire da 6/10/1966. Ma partiamo dalle origini dell’LSD, sintetizzata dalla casa farmaceutica Sandoz dal chimico Albert Hofmann, che in realtà cercava un farmaco che avesse effetti sull’apparato circolatorio, dopo 5 anni in stand by casualmente ne scoprì le caratteristiche euforizzanti.

Il racconto di Adinolfi si snoda attraverso aneddoti e video relativi ai maggiori e più significativi gruppi rappresentanti del genere, dai 13yh Floor Elevators, influenzati dai gruppi inglesi arrivati al seguito dei Beatles quando sbarcarono in USA, che furono i primi ad utilizzare il termine psichedelia in un disco nel 1966, ai Birds di Los Angeles, chiaramente ispiratisi a Bob Dylan, fino ad arrivare ai Beatles. E a proposito del gruppo di Liverpool, Lennon e Harrison nel 1965 scoprono gli effetti dell’LSD grazie ad un caffè “corretto” a loro insaputa, la loro reazione fu inizialmente di contrarietà assoluta ma ci fu poi un effetto importante, durante lo stato euforico da parte di Lennon infatti, avverrà la “visione” di un sottomarino giallo, da qui nacque uno dei pezzi bandiera dei ragazzi di Liverpool, “Yellow Submarine” contenuta nell’iconico album “Revolver”.

Prosegue il racconto, anche per immagini attraverso video aventi per protagonisti Jimi Hendrix, altro esponente fondamentale del periodo psichedelico, e i Grateful Dead, di cui fa parte Ken Kesey (autore del celebre “Qualcuno volò sul nido del cuculo”); da qui in poi avremo gruppi che hanno fatto letteralmente la storia della musica, The Doors, Pink Floyd, Mamas & Papas, Jefferson Airplane, questi ultimi, nel 1965 sono i primi a firmare un contratto con una “major” musicale, diventano apripista per i gruppi che producono questa musica, San Francisco diventa quindi la città della musica psichedelica.

Andy Warhol si ispira alla corrente psichedelica per la realizzazione di uno spettacolo, fortemente voluto dal celebre produttore Bill Graham, dei Velvet Underground, in collaborazione con Danny Williams, il cui ruolo era quello che oggi definiremmo “light designer”, famoso per essere stato uno dei primi ad utilizzare luci stroboscopiche e fluide, determinando, di fatto, la nascita della grafica psichedelica. E’ interessante capire che il fenomeno non è solo “bianco”, molti sono i gruppi afroamericani che si dedicano alla psichedelia, ma gli scopi sono fondamentalmente differenti, per la cultura nera infatti, la valenza della musica come mezzo di integrazione è fondamentale, a tal proposito ricordiamo gli Sly & the Family Stone, una delle prime band caratterizzate da una formazione multirazziale, emblema di questo pensiero.

Pensiero che però ha un impatto diversificato in base alla platea cui è proposto; infatti se per il pubblico bianco il loro grido “Higher Higher” tratto dal brano “I want to take your higher” è inteso come incitamento al librarsi nell’oblio, la controparte nera la percepisce come inno all’innalzamento della comunità nera, come avvenne ne 1969 durante l’“Harlem Cultural Festival” concomitante, a livello temporale, con il molto più conosciuto Woodstock, mentre un altro famoso festival del genere fu il “The 14 Hour Technicolor Dream”, finanziato dai Beatles, e nel quale i Pink Floyd erano la band di maggior richiamo.

La cultura psichedelica ha ovviamente influenzato anche il cinema. Una premessa: nel 1962 lo psichiatra Oscar Janiger decide di avviare, in collaborazione con la casa Sandoz, una sperimentazione relativa agli effetti dell’LSD, registrando le reazioni ed i racconti dei pazienti che collaborarono allo studio. Tra questi vi furono anche volti noti, tra cui l’attore Cary Grant e la scrittrice Anais Nin che si sottoposero a diversi “viaggi” nell’ignoto. Anche l’attore Jack Nicholson nel maggio del ‘62 si sottopose all’esperimento di Jeiger, l’esperienza verrà poi raccontata dallo stesso Nicholson nel film “The trip” del 1967, da lui scritto e interpretato da Peter Fonda, con il quale girerà nel 1969 il più famoso ed iconico “Easy Rider”.

L’incontro non poteva che terminare con la proiezione del video di “Break on through to the other side” dei The Doors, apripista dei prossimi tre appuntamenti su questo tema del “Loop Festival” durante i quali verranno approfonditi altri aspetti e si cercherà di capire l’evoluzione della psichedelia fino ai giorni nostri.

Gabriella Loconsole

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