Il Collegium Musicum diretto dal Maestro Rino Marrone ha rubato il cuore degli spettatori del Teatro Abeliano di Bari con il suo “Profumo di donna”

Da Nina Hagerup, moglie di Edvard Grieg, alla Livia del commissario Montalbano, una serie di composizioni musicali ispirate e dedicate a donne, reali o immaginarie, ha caratterizzato la scaletta dell’emozionante concerto intitolato “Profumo di Donna” organizzato dal Collegium Musicum diretto dal Maestro Rino Marrone presso il Teatro Abeliano di Bari.

Un’orchestra di 19 elementi ha magistralmente eseguito le opere in programma, partendo per l’appunto dalla Melodia Elegiaca che Grieg dedicò alla sua Nina per passare ai “Canti d’amore” di Brahms e raggiungere, attraverso un magnifico duetto pianoforte/violino (Antonio Piccialli e Carmine Scarpati) al Salut d’Amour di Edward Elgar dedicato alla sua allieva, divenuta successivamente sua moglie, Alice Roberts, e sarà perché amo particolarmente il binomio strumentale e il periodo tardo romantico, ma questa pagina di musica mi ha letteralmente rubato il cuore; anche perché, diciamocela tutta, quale fanciulla resisterebbe ad una così dolce e appassionata dichiarazione d’amore?

Alle spalle dell’orchestra, per rafforzare l’intensità dei brani proposti, su uno schermo venivano man mano proiettate delle immagini e allora, alla magia dell’ascolto, si è unita quella della visione con colui che possiamo annoverare tra i più grandi, l’immenso Ennio Morricone, ed ecco arrivare il “Tema di Deborah” e lo splendido volto di Elizabeth McGovern da “C’era una volta in America” di Sergio Leone e, soprattutto, il “Tema d’amore” da “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore con la sequenza dei baci “tagliati”, struggente, poetica, dolorosa, nostalgica. Sì, ho pianto ascoltandola, non mi vergogno ad ammetterlo, perché se è vero che la musica è emozione, questo brano ne è la quintessenza.

Proseguendo sulle note di Carlo Rustichelli “Sinnò me moro” da “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi, che molti ricorderanno nell’interpretazione dell’indimenticabile Gabriella Ferri, giungiamo ad un altro strepitoso duetto pianoforte/sassofono (Paolo De Benedetto) sulle note del “Preludio” di Giovani Fusco da “Cronaca di un Amore” di Michelangelo Antonioni.

Il maestro Piccialli ha poi eseguito da solista al pianoforte un ennesimo brano struggente, “By the sea” da “Eternity and a day” di Theo Angelopoulos, subito dopo il quale siamo passati al musical per eccellenza, “West side story” che, attraverso la musica di Leonard Bernstein ed il volto dell’iconica Maria della bellissima e sfortunata Natalie Wood, ci ha trasportati nella New York degli anni 50.

Torniamo in Italia con un altro grandissimo compositore che ha legato il suo nome a colonne sonore indimenticabili, il ‘nostro’ Maestro Nino Rota, del quale abbiamo ascoltato “E’ un non so che l’amor” e, da “Giulietta degli spiriti” di Federico Fellini, “Il Charleston di Giulietta” durante il quale, sullo schermo, sono apparse immagini di donne rappresentanti di mondi differenti, da Margherita Hack ad Audrey Hepburn, da Madre Teresa di Calcutta a Bebe Vio, da Samantha Cristoforetti ad Anna Frank, da Lady Diana a Michelle Obama, da Frida Khalo alla Regina Elisabetta II, da Maria Callas a Rita Levi Montalcini. Tutte donne che hanno lasciato, nell’immaginario collettivo, un ricordo di grandezza, forza, resilienza, segno tangibile di quanto spesso l’essere donna sia un’opportunità incredibile, una forza in grado di raggiungere vette altissime e inimmaginabili per qualsiasi essere umano.

L’orchestrazione di molti dei brani eseguiti è stata curata dal maestro Salvatore Sica, del quale abbiamo ascoltato, in prima esecuzione assoluta “Donne del Sud”, in omaggio appunto al legame forte e tenace che lega tutte noi alla nostra terra. La magica “Speak low” di Kurt Weill, impreziosita dall’esecuzione in duetto pianoforte/flauto (Michele Bozzi) ci ha trasportati nel mondo jazz dell’America degli anni 40, con i suoi ritmi sensuali ma decisi, e l’assolo alla fisarmonica di Francesco Palazzo ci ha portato nelle atmosfere parigine del magico e “Favoloso mondo di Amélie” di Jean-Pierre Jeunet attraverso “Le valse di Amélie”.

Hanno chiuso il concerto il “Tema di Livia” di Franco Piersanti dalla serie “Il Commissario Montalbano” e il famosissimo pezzo, scritto da Armando Trovajoli, tema del film che ha dato il nome al concerto, “Profumo di Donna” di Dino Risi con lo splendido volto di Agostina Belli con quel fiore tra le labbra immagine di forza, dolcezza, malizia e innocenza, fermo nell’immaginario collettivo.

Insomma un concerto che dovrebbe essere riproposto, sia per la poliedricità della proposta musicale che, pur avendo un filo conduttore, ha spaziato tra i generi e nel tempo, sia per la bravura degli esecutori, capaci di far “sentire” realmente la musica a chi li ha ascoltati; tutti straordinari, a partire dal direttore Rino Marrone, che li ha diretti in modo esemplare, fermandosi anche ogni tanto per interagire con il pubblico, donandoci una splendida serata di poesia in musica.

Gabriella Loconsole

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