Il Castello Aragonese di Otranto ospita “La magia di Marc Chagall tra realtà e surrealtà”, 80 opere tratte da “Le anime morte”, “Le Favole di Jacques La Fontaine”, “Chagall 1957”, “La Bibbia” e “I Dessins puor la Bible”

Ad Otranto nel Castello Aragonese fino al 30 novembre è possibile visitare “La magia di Marc Chagall tra realtà e surrealtà“, la mostra promossa dal Comune con Global Art e Guastalla Centro Arte. L’allestimento e la progettazione grafica sono di Carlo Contino Circolone con la consulenza scientifica e layout di Antonio Mangia e i contenuti testuali sono redatti da Simone Melis, Angelica Raho e Giulia Russo.

Dopo tanto virtuale, retroproiezioni, immersivo fantasmagorico, è bello riappropriarsi dell’opera d’arte reale, delle imperfezioni e della firma, è quasi un gesto rivoluzionario non delegare ad altri i tempi e gli spazi: ritornare a scegliere angolature, tempi e dettagli è un piacere lento che ha la durata del proprio gusto e l’intimità di una mostra non urlata.
Il percorso espositivo consta di 80 opere tratte dalle serie “Le anime morte” del 1927, “Le Favole di Jacques La Fontaine” databili tra il 1927 e il 1930, “La Bibbia” realizzata nel 1952 e “I Dessins puor la Bible” tra il 1958 e il 1959 e “Chagall 1957”; acqueforti, litografie e dipinti, divise in sezioni cronologiche, che dispiegano la parabola artistica di Marc Chagall.

Marc Chagall bielorusso, nato nei pressi di Vitebsk da famiglia ebrea il 7 luglio del 1887 e morto a Saint-Paul-de-Vence il 28 marzo 1985, nei suoi quasi 100 anni di vita ha tracciato una linea fondamentale nell’arte del ‘900. Contemporaneo di Picasso, Matisse e Dalì si collocò a latere delle più celebri avanguardie e fu tra quegli artisti che confluirono nell’Ecòle de Paris, una compagine variegata di outsider tra cui Chagall fu maestro dell’”anima russa”, Modigliani traspose in pittura la scultura negra che contemporaneamente assolutizzava Brancusi, Soutine anche lui ebreo bielorusso fu il più espressionista. Dopo aver completato gli studi San Pietroburgo nell’atelier di Léon Bakst Chagall si trasferisce nel 1910 a Parigi alla Ruche, un complesso in cui si affollano un centinaio di artisti provenienti dall’Europa intera, i già citati Modigliani, Soutine, Brancusi e poi Léger, Archipenko, Laurens. A Parigi si avvia una stagione florida, alimentata anche dall’amicizia con personaggi di spicco come Apollinaire, Jacob, Cendrars. Nascono qui i primi capolavori in cui si legge l’influenza del cubismo, mitigata però sempre dall’interesse per il lato invisibile della forma e dello spirito. Tra il 1911 e il 1913 espone al Salon des Indépendants e al Salon d’Automne, poi nel 1914 finalmente la prima personale a Berlino alla Galerie Der Sturm, grazie all’interessamento di Apollinaire che lo presenta al mercante e letterato Herwarth Walden. Conclusasi la mostra torna in Russia per quello che doveva essere un breve viaggio che invece la guerra trasforma in un lunghissimo soggiorno. Le sue opere restano in Germania, dove verranno conosciute e apprezzate da Marc, Kandinskij e Kokoschka. Nel 1915 sposa Bella Rosenfeld, figlia di un facoltoso gioielliere ebreo di Vitebsk, che insieme alla piccola Ida, la loro primogenita, diventa il soggetto di molte opere. Durante gli anni della guerra espone a Mosca e a San Pietroburgo, illustra libri e giornali. Con la rivoluzione d’ottobre gli viene offerta la carica di commissario per le Belle Arti, che rifiuta per rientrare a Vitebsk. Qui apre una scuola d’arte, ma il suo rapporto con gli altri insegnanti – in particolare con Malevic – è così difficile che si dimette e si trasferisce a Mosca, dove tra il 1919 e il 1920 lavora alle decorazioni del Teatro Ebraico e insegna pittura agli orfani di guerra. Nel 1922 riesce a lasciare la Russia e si trasferisce a Berlino, dove incide per conto di Cassirer, 20 tavole per Mein Leben, l’autobiografia. Di lì a poco si sposta a Parigi, chiamato da Cendrars, e incontra il celebre mercante Ambroise Vollard. Qui nel 1924 si tiene la sua prima retrospettiva. Tra il 1925 e la fine degli anni Trenta si dedica soprattutto ai lavori su carta: incisioni acquerelli e tempere, culminanti poi nel ciclo di illustrazioni per La Bibbia. Negli anni Trenta viaggia moltissimo tra Palestina, Europa e visita l’Italia. Allo scoppio della guerra si trasferisce fuori Parigi e nel 1941 abbandona il Vecchio Continente per gli Stati Uniti, dove riscuote importanti consensi, lavorando per scenografie e costumi per balletti. Qui nel 1944 perde Bella, la sua prima moglie e scriverà “Poi a un tratto un rombo di tuono, le nuvole si aprirono alle sei di sera del 2 settembre 1944, quando Bella lasciò questo mondo. Tutto è divenuto tenebre”.
Nel 1946, mentre il MoMA di New York gli dedica una grande mostra, torna brevemente in Francia, dove si trasferirà definitivamente dal 1947. Si stabilisce a Vence, dove si dedica alla ceramica e frequenta Matisse e Picasso, insieme al famoso mercante Aimé Maeght. Dal 1951 inizia a occuparsi anche di scultura. In seguito alle seconde nozze con Vava Brodskij, si apre per Chagall una nuova feconda stagione di esibizioni in Europa, Stati Uniti e Unione Sovietica, con l’aggiunta di numerose commissioni pubbliche. Nel 1963 su richiesta di André Malraux, Chagall comincia a lavorare alle decorazioni del soffitto del teatro dell’Opéra Garnier di Parigi, eseguendo numerose serie di bronzetti preparatori. Il progetto, che all’epoca destò grande scalpore, a causa dell’eterna diatriba tra classico e moderno, è inaugurato solo un anno dopo, al cospetto del Generale De Gaulle. Nel complesso è una rappresentazione dell’Universo, dedicata all’opera di 14 compositori, tra cui Mozart, Ravel, Debussy, Tchaikovsky, Bizet, Verdi, Stravinsky e Beethoven.
Il 18 giugno del 1969 inaugura a Gerusalemme il nuovo Parlamento, per cui Chagall realizza: un impressionante pavimento musivo, un’opera murale utilizzando la stessa tecnica dal titolo Il Muro del Pianto e inoltre tre giganteschi arazzi, raffiguranti scene bibliche, che da soli occupano una superficie di cento metri quadri. Nel 1973 si inaugura a Nizza il Musée National Message Biblique Marc Chagall e nel 1977 riceve la Legion d’onore. Chagall, ormai novantasettenne, muore nel 1985 a Saint-Paul-de-Vence.

La mostra di Otranto segue un percorso cronologico e la fruizione delle opere è agevolata da pannelli esplicativi.
Nella prima sala è esposta la serie “Le anime morte”, tratte dal romanzo incompiuto di Nikolaj Gogol, che racconta con tono satirico le avventure di un truffatore della provincia russa del 1820. Le 107 acqueforti e 96 tavole, furono iniziate con la direzione artistica di Vollard nel 1923 e tirate dall’incisore Louis Fort. La pubblicazione per le Edizioni Verve avvenne a Parigi solo dopo la guerra nel 1947. Qui Marc Chagall si attiene in maniera minuziosa al dettato letterario di Gogol, con un gusto per il dettaglio aneddotico e il realismo fantastico, caratterizzando, esaltando i personaggi marginali piuttosto che i protagonisti e caratterizzando i personaggi con fisionomie, gesti e pose che evocano la caricatura di Honoré Daumier.
Seguono le incisioni de “Le Favole di Jacques La Fontaine”, il secondo ciclo commissionato da Ambroise Vollard a Chagall, che visualizza l’opera di Jean La Fontaine del 1668. Chagall lavorerà ad un totale di cento acqueforti dal 1927 al 1930, ma saranno pubblicate solo nel 1952. Jean de La Fontaine si ispira a Esopo, Fedro e alle tradizioni medievali e orientali, per tracciare un ritratto dei suoi vizi e virtù della natura umana, facendo parlare gli animali. Invece di concentrarsi sull’aspetto morale dei racconti, Chagall è più interessato agli aspetti fantastici e mitologici di un universo altro dove animali e esseri umani comunicano, interagiscono e vivono insieme.
La collaborazione tra Ambroise Vollard e Marc Chagall continua nel 1931 con il progetto “La Bibbia”, in mostra, che prende forma quando Chagall approda in America nel 1952, per ripararsi dalle persecuzioni antisemite. Nella sua interezza La Bibbia si compone di 105 acqueforti pubblicate in seguito nel 1957. Per la sua stesura Chagall viaggiò lungamente in Palestina alla ricerca delle sue radici ebraiche. L’eredità culturale gli permette di affrontare il testo della Bibbia non seguendo dei dogmi ma esprimendo la parola come esperienza personale e interiore, vivendo la vita attraverso la saggezza del testo sacro.

La Bibbia per l’artista è la fonte poetica più grande di tutti i tempi, una risonanza della natura, un enigma che ha sempre cercato di trasmettere con la sua arte. “Fin dalla mia giovinezza sono stato affascinato dalla Bibbia. Mi è sempre sembrato e mi sembra ancora la più grande fonte di poesia di tutti i tempi…Se gli uomini volessero leggere con più attenzione la parola dei profeti, potrebbero trovarvi le chiavi della vita”.
I “Dessins puor la Bible” sono composti da 96 disegni inediti che Marc Chagall eseguì tra il 1958 e il 1959. Queste litografie pubblicate nel 1960 proseguono sulla linea teorica e simbolica del progetto La Bibbia: ritornano i temi legati all’ Antico Testamento ma con una maggiore dedizione verso il colore e il suo valore simbolico, più vicine a un dipinto piuttosto che a un’opera grafica. E qui si riconosce più fragrante la cifra di Chagall che, come dirà Argan, “L’ immaginazione è fonte del suo linguaggio non la logica”. Protagonista è lo chassid, uomo pio della tradizione chassidica che privilegia una religiosità più semplice e allo stesso tempo più immediata che si traduce come una delle componenti portanti per la sua poetica. Il misticismo diventa un mondo onirico in cui i protagonisti sono uomini in abiti tradizionali, le case popolari, un mondo yiddish. Gli anni in cui l’artista si cimenta nello studio dell’Antico Testamento sono proprio gli anni dell’antisemitismo nazista a causa dei quali Chagall è costretto a scappare in America.

In occasione del suo settantesimo compleanno Chagall realizza una serie di tredici litografie Chagall 1957, esposte ad Otranto, per accompagnare una sua monografia a cura del critico d’arte Jacques Lassaigne. In questo ciclo del 1957 Chagall riprende i grandi temi che lo hanno interessato nel corso della sua opera: l’amore, la religione, il sogno, il circo e il ricordo dell’infanzia russa e la favola viva espressione della creatività del popolo.

La mostra è visitabile nel Castello Aragonese di Otranto, in piazza Castello fino al 30 novembre.
Orari di apertura: dal 31/03 al 30/05 e dal 1/10 al 5/11 orari 10-13 e 15-18.
Sabato, domenica e festivi orario 10-20.
Dal 1/06 al 30/06 e dal 18/09 al 30/09 orario 10-22.
Dal 1/07 al 17/09 orario 10-24
Ticket intero 12,00 €; Ticket ridotto 9,00 € (gruppi di 12 persone, convenzioni, possessori Otranto Card); Ticket ridotto 7,00 € (minori di anni 18, residenti nel Comune di Otranto, convenzioni);
Ticket scolaresche 3,00 €. Gratuito per: Minori di anni 18 in visita con i genitori (ticket famiglia), Minori di anni 6, guide turistiche munite di patentino (con gruppo), Persone con disabilità e loro accompagnatore.

Maria Agostinacchio

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2 commenti su “Il Castello Aragonese di Otranto ospita “La magia di Marc Chagall tra realtà e surrealtà”, 80 opere tratte da “Le anime morte”, “Le Favole di Jacques La Fontaine”, “Chagall 1957”, “La Bibbia” e “I Dessins puor la Bible”

  1. Daniela Rispondi

    È possibile visitare la mostra di chagal? È fino al 5 novembre o fino al 30? Ci sono informazioni contrastanti e non si capisce dove prenotare….come faccio? Grazie

    • Redazione Rispondi

      Gentile Daniela,
      Le consigliamo di contattare direttamente la segreteria della Mostra.
      Buona visione.

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