Parte la XXVIII Stagione del Collegium Musicum, diretto dal maestro Rino Marrone. con “Gli sposini parigini”, lo spettacolo di Luigi Maio in omaggio a Jean Cocteau, Francis Poulenc e Gustave Eiffel

Martedì 21 marzo, alle 20,30, al Nuovo Teatro Abeliano di Bari si inaugura la ventottesima stagione del Collegium Musicum (sostenuta dal MIC, Regione Puglia e Comune di Bari). Il primo concerto dell’ensemble orchestrale, diretto dal maestro Rino Marrone, è realizzato in collaborazione con l’Alliance Française di Bari: lo spettacolo musicale si intitola «Gli sposini parigini», e sarà una bizzarria in rima di Luigi Maio, liberamente tratta da «Les Mariés de la Tour Eiffel», balletto satirico in un atto di Jean Cocteau, scritto tra il 1920 e il 1921, con le musiche dei compositori francesi Georges Auric, Arthur Honegger, Darius Milhaud, Francis Poulenc e Germaine Tailleferre

Quella che eseguirà il Collegium Musicum sarà la versione per musica da camera di Marius Constant, con la presenza sul palco del noto «musicattore» Luigi Maio (curatore anche della regia dello spettacolo), in una rilettura personale del testo, interpretata da par suo. Il concerto è un omaggio al sessantesimo anniversario della morte di Cocteau e Poulenc, ma anche al centenario della scomparsa di Gustave Eiffel, ingegnere e imprenditore francese che ha costruito l’omonima torre parigina. Info e prenotazioni: 340.499.38.26.

L’autodefinizione di «musicattore» calza decisamente a pennello al grande artista genovese Luigi Maio. Non a caso la poliedricità con cui affronta partiture musicali con una forte componente teatrale è talmente rara da avergli fruttato premi importanti come quello dei Critici di Teatro e il Premio Ettore Petrolini. Non solo: la sua interpretazione dell’«Histoire du soldat» di Stravinskij è riconosciuta come la migliore di sempre, dalla Fondation Igor Stravinskij di Ginevra.

«Les Mariés de la Tour Eiffel» è un piccolo grande gioiello: la trama del balletto è incentrata sulla festa di nozze di una coppia, tenutasi in una delle piattaforme all’interno della Torre Eiffel il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia. All’inizio un invitato, il Generale, tiene un solenne discorso; in seguito, un fotografo gobbo riunisce tutti per una foto e, mentre chiede a tutti di guardare l’uccellino (che in realtà è un’ostrica che salta fuori dalla macchina fotografica, creando scompiglio in scena), spunta da non si sa dove, un ufficio delle poste, proprio nello stesso luogo in cui si svolge la festa. Arriva quindi un leone che si mangia uno degli invitati per colazione, mentre appare uno strano personaggio chiamato “il bambino del futuro” che uccide tutti. Nonostante tutto questo, il balletto si conclude con un viaggio verso Nizza. Intervistato a proposito della trama, Cocteau spiegò che cercava di esprimere «la vuotezza della domenica, la bestialità umana, i luoghi comuni, la ferocia dell’infanzia e il miracolo della poesia nella quotidianità».

«”Gli sposini parigini” – spiega Maio – è il titolo che ho dato a questa libera versione in rima dei “Mariès de la tour Eiffel”, realizzando una bizzarria in versi scritta in omaggio a Jean Cocteau. L’idea di realizzarne la versione in rima nasce dall’esigenza di dare autonomia a un testo che, in origine, aveva funzione didascalica al servizio dell’azione coreografica, agita sulla declamazione di versi sciolti in prosa. Ho scelto pertanto il metro in rima per conferire complementarità musicale a una recitazione che si alternerà ai brani dell’orchestra».

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