L’Ensemble La Petite Écurie, piccola scuderia al servizio della musica antica, propone per il festival Anima Mea diretto da Gioacchino De Padova per l’associazione L’amoroso una selezione di composizioni del Sei-Settecento europeo per banda di oboi, ma anche opere originariamente per altri organici eseguite in trascrizione.
Tra gli appuntamenti: lunedì 17 ottobre a Bari (sala San Giuseppe del Redentore), martedì 18 ottobre a Trani (Palazzo Beltrani) e mercoledì 19 ottobre a Palo del Colle (chiesa di San Rocco), sempre con inizio alle ore 20.30. Questo triplo concerto, che vede protagonisti Miriam Jorde-Hompanera (oboe), Valerie Colen (oboe e oboe d‘amore), Marc Bonastre-Riu (oboe contralto), Giovanni Battista Graziadio (fagotto) e Philipp Lamprecht (percussioni), è realizzato in collaborazione con l’etichetta discografica francese Arcana e la Rete europea di musica antica Rema, oltre che con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Puglia, della Città Metropolitana, del Comune di Bari, del Comune di Palo del Colle e del Comune di Trani attraverso l’assessorato alla Cultura guidato da Francesca Zitoli.
Il viaggio musicale de La Petite Écurie inizia in Francia, dove l’oboe ebbe un ruolo rilevane. Alla corte del Re Sole la maggior parte dei suonatori di fiati era impiegata presso la Grande Écurie, per l’appunto. Quindi il viaggio parte da Jean-Baptiste Lully, nominato nel 1653 compositeur de la musique instrumentale e nel 1661 surintendant de la musique de la chambre du roi da Luigi XIV, e dalla sua «Marches pour le régiment» LWV 66 per Vittorio Amedeo II di Savoia composta nel 1685, per poi proseguire con Joseph Bodin de Boismortier, altro esponente di punta della musica barocca francese, del quale si ascolterà la Sonata in la minore op XXXIV n. 6.
Gli oboi divennero popolari grazie proprio alla cultura musicale francese e al lavoro di specialisti come Jacques Paisible nella vicina Inghilterra, Paese del quale è considerato compositore cardine dell’età barocca Henry Purcell, autore di opere cult con «Dido and Æneas», «King Arthur» e «The Fairy Queen», nonché di una significativa produzione di Sonate, Fantasie e Suite strumentali attente ai coevi modelli sia italiani che francesi. A sintesi ed emblema di una simile produzione La Petite Écurie propone una Suite inglese con estratti da «The Fairy Queen», «Bonduca» e «King Arthur» nella classica sequenza di movimenti, anche qui, di danza, o di arie, più il canonico Preludio.
Sul fronte Italia, sebbene vi siano prove dell’esistenza di bande di oboi, non è sopravvissuta alcuna musica originale per questo organico. Per cui La Petite Écurie ha arrangiato il Concerto per archi e basso continuo RV 153 di Antonio Vivaldi, compositore che amava molto sia l’oboe che il fagotto, come dimostra la sua produzione per questi strumenti.
Un altro Paese che offre un tesoro di musica per oboe è la Germania, l’ultimo di questo viaggio che, dunque, si conclude con il Concerto in do minore di Johann Christian Schiefferdecke. Nella prefazione ai suoi Musikalische Concerte del 1713, il compositore indicò, infatti, la possibilità, in assenza di archi, di eseguire queste opere con tre oboi e fagotto.
Info biglietti e prenotazioni 353.4130148 e lamoroso.it/eventi/