Il Collegium Musicum celebra la Festa della Musica con l’esecuzione di “Quattro Notturni per Sua Maestà Ferdinando IV di Borbone Re di Napoli” di Franz Joseph Haydn e “Notturno per il Solstizio d’estate”, una prima assoluta del compositore Gianni Nazzareno Francia

Oggi, martedì 21 giugno, alle ore 19.00, a Villa La Rocca, sede dell’Accademia delle Scienze di Bari (via Celso Ulpiani 27) prosegue la ventisettesima stagione del Collegium Musicum, con l’ultimo concerto prima della pausa estivaSarà un appuntamento con protagonista tutto l’ensemble del Collegium, diretto da Rino Marrone e dedicato alla forma musicale dei «Notturni», nel giorno della «Festa della Musica» che celebra il solstizio d’estate. In programma «Quattro Notturni per Sua Maestà Ferdinando IV di Borbone Re di Napoli» di Franz Joseph Haydn (1732-1809) e il brano «Notturno per il Solstizio d’estate» del compositore Gianni Nazzareno Francia, in prima esecuzione assoluta, commissionato dallo stesso Collegium. 
Tutti i dettagli sul sito collegiummusicumbari.it, infotel 340.499.38.26.

Il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone (1751-1825), era strettamente imparentato con la Casa d’Austria, avendo sposato una sorella di Giuseppe II e di Leopoldo II (il quale a sua volta aveva preso in moglie una sorella di Ferdinando). Le opere commissionate a Haydn sono gli Otto Notturni per due lire organizzate e orchestra da camera del 1790, che si aggiungono ai Concerti per lo stesso strumento già composti nel 1786-87. La lira organizzata, con cui re Ferdinando amava dilettarsi, era un bizzarro strumento settecentesco simile alla ghironda, ma provvisto sia di corde che di piccole canne d’organo, con mantice e manovella. Gli Otto Notturni, che nelle esecuzioni moderne vedono le due lire organizzate sostituite dal flauto e dall’oboe, sono tra i capolavori della produzione haydniana per complesso da camera. Concepiti nella forma del Divertimento, sono caratterizzati da una ricca ed estrosa interpretazione dello stile galante che dà vita a pagine sublimi: dalla morbidezza gentile dell’Andante, alla felice invenzione del vivace conclusivo del Notturno n. 8, dall’intreccio tipicamente haydniano di umorismo e incisività del movimento iniziale nel Notturno n. 7, all’ombrosa e solenne intensità espressiva dell’Adagio nel Notturno n. 3, fino alla sofisticata scrittura armonica e strumentale del Notturno n. 4.

Quanto al brano di Francia, Il suo «Notturno per il Solstizio d’estate» si presenta di fatto come una musica «a programma». Esso vuole rappresentare, come dice il titolo, l’arrivo della bella stagione dopo il periodo primaverile, visto come coda dell’inverno e preludio dell’estate. «ll motivo iniziale, cromatico e dissonante – spiega il compositore -, appare come un ricordo del tempo imbronciato e fosco del passato, e lascia piano piano il posto all’idea musicale successiva che rappresenta invece la solarità tipica dell’estate. Questa idea è costituita da due elementi: il primo, in ordine cronologico, è introdotto inizialmente sul motivo iniziale, sostituendosi poco a poco ad esso, ed è una sorta di fascia sonora costituita da arpeggi di settima dal carattere sostanzialmente politonale; il secondo è una vera e propria linea melodica che si sovrappone agli arpeggi di settima, che passano in secondo piano, diventando di fatto uno sfondo armonico. I due elementi tornano periodicamente durante la composizione, sia insieme che singolarmente, mettendo in luce di volta in volta gli aspetti caratteristici degli stessi e creando un’alternanza di momenti espressivi diversi. D’altronde anche il motivo iniziale ricompare in alcuni passaggi del brano, in maniera più debole, come qualcosa che si allontana definitivamente, ricordo di un clima espressivo passato. Il brano termina con la parte armonica protagonista assoluta, prima in fortissimo, a sottolineare il carattere assertivo e positivo dell’elemento musicale, successivamente scomponendosi in arpeggi discendenti, divisi tra i vari strumenti, e dileguandosi in dinamica e consistenza sonora».

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