Pubblicato sulle piattaforme digitali “Il (Pod)Casting delle scienziate”, il nuovo progetto dei ragazzi del Liceo Cartesio di Triggiano

Avete presente quella sensazione di trepidante attesa che vi prende quando attendete di vivere una nuova emozione? Ogni tanto capita. A me è capitato poche sere fa quando ho ascoltato il primo dei quattro podcast pubblicato su Spotify dai ragazzi del Liceo Cartesio di Triggiano (Bari), Istituto presso cui insegno (https://open.spotify.com/episode/2i004hbWdPurAvGP8ywYUE?si=IR4aJA9uQ6iWCHfs6Ae97Q&utm_source=whatsapp&fbclid=IwAR3V4o0Aki2MCau9jimubqJoUTrrkOMXpdQzruMspN9gzUVhXr2dRNcuYAY&nd=1).

Perché ero così emozionata mentre lo ascoltavo? Semplicemente perché è stato il momento in cui ho compreso che avevamo realizzato un’idea tanto voluta e sofferta.
Il mio lavoro consiste nel cercare di far appassionare i ragazzi allo studio della scienza, legata a doppio filo alla matematica, e questo è già un impegno non da poco. Se poi pensate che i ragazzi sono in pieno bombardamento ormonale e preoccupati nell’affrontare quello che pensano -erroneamente – essere il loro periodo più brutto, quello adolescenziale, l’impegno diventa oltremodo gravoso.

Tuttavia, ho scoperto che se racconto storie, se li affascino, se rapisco la loro curiosità, mi seguono con molta più attenzione. Se poi queste storie sono avvincenti, allora non riesco proprio a contenerli!

Bene, allora perché non renderli protagonisti? Perché non far scoprire loro il modo di ‘crearle’ queste storie, magari quelle storie che, nei libri di scuola, purtroppo, non trovano spazio? Così, negli scorsi mesi, i ragazzi si sono accorti che la storia della scienza, pur essendo spesso affascinante perché è un percorso a ostacoli con continui colpi di scena, è raccontata per lo più in modo unilaterale, al maschile. Infatti, vengono messe in risalto esclusivamente le vite e le scoperte degli scienziati. E l’altra metà del mondo, dov’è? Possibile che non esistano contributi femminili?

Allora il gioco era fatto. E’ bastato raccontare ai ragazzi alcuni episodi, incuriosirli su alcune scoperte al femminile e chiedergli di raccontarle a modo loro.
E’ nata così l’idea de “IL (POD)CASTING DELLE SCIENZIATE“.

Per avviare questo progetto, la mia scuola ha partecipato ad un bando per la promozione delle STEM, pubblicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), e, con non poca sorpresa, abbiamo ottenuto il finanziamento.
Con la collaborazione di Carla Petrocelli, docente dell’Università di Bari, che ho avuto il piacere di intervistare proprio qui sul Cirano Post dopo aver letto il suo libro “Il computer è donna”, abbiamo guidato i ragazzi in un intenso e lungo percorso di formazione, cercando di incuriosirli e spronarli, in modo che potessero utilizzare al meglio le loro competenze.

Il gruppo ha seguito con viva curiosità anche le lezioni del poliedrico vocal coach Renato Curci di “rilassamento fisico”, nonché le lezioni di editing con la disponibile e paziente Micaela Ranieri. Micaela li ha anche accompagnati nella suggestiva esperienza “giornalisti per un giorno”, coinvolgendoli nelle interviste con le scienziate Amalia Ercoli-Finzi ed Elena Ioli.

Ma ciò che più li ha coinvolti e interessati è stato, naturalmente, il corso tecnico-pratico di registrazione e produzione audio, in cui erano coadiuvati dai bravissimi e pazienti Alessandro Memmi e Daniele Carlone. In tutto questo non è mancata un’attenzione particolare alla lettura di testi e ricerca delle fonti, grazie ai libri e alcuni numeri del semestrale Sapere proposti dall’editore Dedalo di Bari.

Insomma, il lavoro è stato intenso e ha portato alla creazione di quattro podcast, in cui i ragazzi hanno investito il loro tempo, le loro curiosità, il loro gusto per la musica e per suoni, donando al progetto parole, fiato e ritmo, affinché il prodotto finale fosse accattivante e piacevole da ascoltare. Io ho imparato, attraverso loro, che se si ha un obiettivo da raggiungere, se si avviano collaborazioni finalizzate a condividere progetti comuni, il percorso per giungere alla meta è più bello e, soprattutto, più vicino di quanto si possa pensare.

Grazie ragazzi.
Insegnare è un mestiere difficile, perché ti riporta ogni volta al punto da cui sei partito, ma ogni volta viene arricchito da una sensazione nuova, magari generata da una frase importante o un gesto amichevole che hai fatto proprio perché un tuo alunno te l’ha donata involontariamente e, per questo, sinceramente.
E riparti da lì, per approdare ancora una volta a una nuova terra, per intraprendere un inedito e sconosciuto cammino che ti porterà su tante strade e in tante storie, sempre diverse.
Allora raccontiamole queste storie, insieme, e non fermiamoci mai.

Maurizia Limongelli

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