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Per alcune e alcuni, il jazz è una religione, e non si stenta a crederlo: la ritualità, i codici espressivi, la considerazione che ha il pubblico di musiche più commerciali dei conoscitori e anche dei semplici appassionati, la reciprocità con cui tale considerazione viene ricambiata, poiché chi ha potuto vedere la propria vocazione jazz, sia essa univoca o ricompresa nell’amore per la buona musica in generale (il più sano degli approcci), non può fare a meno di ritenere incompleto chi nel jazz non crede.
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In questo ecumene, si colloca Max Kochetov.
Sassofonista serbo di nascita ucraina, sale sul palco assieme ad un trio di musicisti serbi: Andreja Hristic al piano, Miloš Čolović al contrabbasso e Miloš Grbatinić alla batteria.
Il concerto si incastona come pura gemma nel secondo weekend del festival “Musiche Corsare”, la rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini, organizzata dall’associazione barese “Nel Gioco del Jazz”, con la Presidenza di Donato Romito e la direzione artistica del M° Roberto Ottaviano e del M° Pietro Laera.
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Il programma prevede l’esecuzione della suite in otto parti “Altered Feelings”, il cui disco è prodotto da Ama Records. Il jazz di Kochetov può essere definito a pieno titolo sincretico, in quanto, se il risultato è quello di un suono modernissimo, praticamente universale, esso poggia su un rigore esecutivo che concede poco spazio agli orpelli: un quartetto essenziale, niente affatto scarno, che campisce, rifinisce e orla le musiche che suona, padroneggiando cambi di atmosfere e temperature anche repentini.
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Tutti i musicisti sono capaci di assoli bellissimi, in cui nessuna concessione è fatta all’autocompiacimento: dalla title track del disco e da tutte le altre composizioni proposte, Kochetov tira fuori frasi esplicite e elegantissime, esaltando la bravura dei suoi band fellows. La mia preferita, poetica, con un sapore che abbraccia tutto il centro Europa, fino a bussare delicatamente alle porte del nostro Nord Est, è “Waltz”. Non è la sola concessione alla jazz balladry offerta dal quartetto, che prende il palco e restituisce tutta una potenza fatta di note apolidi, corsare, come lo stesso festival si è, a ragion ben veduta, intitolato.
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Beatrice Zippo
Foto di Beatrice Zippo